Sostengono che le linfe insegnino al corpo come combattere un agente patogeno, ma questo studio mostra che i reni lo fanno. http://aac.asm.org/content/51/5/1700.full
Anche i muscoli fanno parte del sistema immunitario. Si noti che il danno da vaccino comporta quasi sempre problemi muscolari. http://dmm.biologists.org/content/9/6/697
I nostri batteri intestinali modulano il nostro sistema immunitario e allenano le nostre cellule B.
Prima di tentare di definire che cosa è l’“autismo”(così come viene oggi genericamente e superficialmente definito)occorre fare un passo indietro nel tempo di 75 anni. Nei lavori di Leo Kanner (1943), l’autismo propriamente detto viene definito come un disturbo della sfera affettiva. Kanner sostiene che le caratteristiche dell’autismo, sebbene simili alla schizofrenia, differiscano da essa in molti modi. In primo luogo, i bambini descritti da Kanner hanno mostrato i loro comportamenti fin dalla nascita e non attraverso un graduale cambiamento nel tempo come nei bambini schizofrenici. Secondo, dice che i bambini autistici non possono interagire con gli oggetti con un alto livello di intelligenza. In terzo luogo, Kanner ha detto che i comportamenti del bambino autistico sono governati da un potente desiderio di mantenere la stessa monotonia e solitudine. Dai due a cinque anni, a seconda del comportamento specifico in questione, i bambini autistici sotto l’osservazione di Kanner hanno cominciato a mostrare qualche miglioramento nelle loro interazioni con gli altri. Quarto, negli ultimi tre paragrafi di uno dei suoi lavori, Kanner osserva che l’ossessività e l’intelligenza sembravano essere presenti nel sottofondo familiare dei bambini. Alla fine di questa sezione, Kanner implicò i genitori come una causa potenziale per l’autismo, sostenendo che la maggior parte dei genitori dei bambini studiata non dimostrava un caldo affetto per i propri figli (quest’ultima sua ipotesi è stata successivamente ritrattata). Le ipotesi di Kanner relative alla carenza affettiva furono successivamente da lui stesso smentite. I criteri da lui utilizzati (razza, sesso, religione, censo sociale) per interpretare l’eziologia della sua definizione di “autismo” furono pertanto enormemente ridimensionati. Il “calore emotivo” dei genitori ha afflitto molti genitori di bambini autistici per decenni (mamme-frigorifero). Kanner in seguito ritrattò la sua posizione sulla relazione causale tra calore emotivo dei genitori e autismo in una prefazione ad un libro di Bernard Rimland del 1964 sull’autismo infantile: “La sindrome e le sue implicazioni per una teoria neurale del comportamento“. Nonostante il significato dato da Kanner all’autismo fosse stato privato da lui stesso delle implicazioni connesse con la socio-affettività familiare, gli studiosi di questi disturbi li trattano ancora oggi come “disturbi autistici di contatto affettivo” al fine di codificare il concetto di autismo come una malattia e non come un sintomo. I ricercatori, più tardi nel ventesimo e ventunesimo secolo, hanno testato la teoria(ma senza poterla dimostrare) che l’autismo ha la sua origine durante il primo sviluppo umano. Come è possibile osservare, nei suoi lavori, Kanner non fa nessun cenno alla sintomatologia che caratterizza l’”autismo” severo e cioè la disbiosi intestinale e i livelli anormali di numerosi parametri che fanno assomigliare la sindrome dello spettro autistico molto di più ad un quadro di encefalopatia su base neurotossica con le caratteristiche di una reazione autoimmune piuttosto che alla risultante di un disturbo di natura socio-affettiva oppure ad un’anomalia di natura genetica.
Questa la concezione dell’autismo “Kanneriano”. Ma quali connotati manifesta quella che oggi viene definita la “Sindrome dello Spettro Autistico“?
Le Basi Genetiche dell'”Autismo” e l’Encefalopatia su Base Neurotossica.
Successivamente al 1998 (ma è possibile reperirne anche anteriormente) vengono prodotti da altri autori degli studi che confermano, senza ombra di dubbio, l’esistenza di una sindrome che interessa l’asse intestino-cervello (Gut-Brain Axis). I connotati salienti della regressione “autistica”, rilevati da numerosi autori, sono quelli di un’encefalopatia di natura neurotossica.
Nel lavoro del Dr Andrew J. Wakefield sottoriportato:
“…La patologia gastrointestinale primaria può svolgere un ruolo importante nell’insorgenza e nell’espressione clinica di alcuni disturbi dello sviluppo infantile, compreso l’autismo. Negli ultimi 4 anni, ho avuto il privilegio di lavorare con uno dei migliori team di gastroenterologia pediatrica del mondo, guidato da John Walker-Smith, su un’indagine innovativa e stimolante sulla patologia gastrointestinale nei bambini con autismo. Crediamo che questo lavoro fornirà nuove e importanti informazioni sulla patogenesi di questa condizione devastante. Sebbene le cause primarie dell’autismo possano essere diverse, è possibile trovare indizi sulla possibile origine della malattia nella storia e nelle indagini cliniche sui bambini affetti. Questo discorso si concentra sul significato dei sintomi gastrointestinali nei bambini autistici, in particolare, un sottogruppo di bambini per i quali il decorso clinico è caratterizzato da regressione dopo almeno 12-15 mesi di sviluppo normale…”
E poi aggiunge:
“…Oltre ai frequenti sintomi gastrointestinali, i bambini con autismo spesso manifestano complesse anomalie biochimiche, metaboliche e immunologiche che una causa genetica primaria non può facilmente spiegare. L’asse intestino-cervello è centrale per alcune encefalopatie di origine extracranica, essendo l’encefalopatia epatica la migliore caratterizzata. Alcuni elementi comuni tra le caratteristiche cliniche dell’encefalopatia epatica e un fenotipo autistico sempre più comune (regressione dello sviluppo in un bambino precedentemente normale accompagnato da patologia gastrointestinale immuno-mediata) hanno portato all’ipotesi che possa esistere un analogo meccanismo di encefalopatia tossica in pazienti con insufficienza epatica e alcuni bambini con autismo. Le aberrazioni nella biochimica degli oppioidi sono comuni a queste due condizioni e l’evidenza suggerisce che i peptidi oppioidi possono essere tra i mediatori centrali delle rispettive sindromi…”
I lavori del Dr. Andrew J. Wakefield in cui egli è coautore insieme ad altri esperti, nonché quelli prodotti da altri autori in date successive o precedenti al 1998, dannoampia conferma dell’esistenza della sindrome gastrointestinale e della sua elevatissima correlazione con i disturbi neurologici pervasivi da lui individuata con il lavoro che è stato “retracted” su “The Lancet”: “Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children”. In questo lavoro del Dr. Andrew J. Wakefield non viene ipotizzata alcuna correlazione tra i vaccini e l’insorgenza della sindrome dello spettro autistico.
Sindrome dello Spettro Autistico e Reazioni Autoimmuni.
Che la sindrome dello spettro autistico, nelle sue svariate sfumature, potesse rappresentare il quadro sintomatologico di una(o più di una)serie complessa di reazioni autoimmuni vi era già il sospetto nel 1998, quando il gastroenterologo Dr. Andrew Wakefield nel notissimo lavoro (retracted): “Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children” osservò come in un gruppo di dodici bambini che non avevano mai avuto precedenti di malattie neurologiche e caratterizzati da uno sviluppo psico-fisico normale e nei tempi previsti per le età dei soggetti, nella fase successiva alla vaccinazione trivalente MMR (morbillo, parotite, rosolia) mostravano i segni di una degenerazione neurologica unita a delle gravi disfunzioni a livello gastrointestinale e all’alterazione di numerosi parametri immunologici.
Si noti bene: in questo studio non viene fatto alcun collegamento tra il vaccino MMR e l’autismo.
In altri studi successivi, il Dr. Andrew J. Wakefield evidenzia come:
“…il sistema immunitario innato non ha una capacità di memoria immunologica. Se esso risponde in modo errato la prima volta , in utero o nei primi mesi di vita, allora può dare luogo a risposte immunitarie inappropriate ogni qualvolta incontra fattori benigni come le proteine del cibo…È di cruciale importanza che il sistema immunitario risponda bene sin dall’inizio nei bambini. Questa educazione precoce del sistema innato ha un maggiore impatto rispetto alla regolazione del sistema adattato…”
E successivamente precisa:
“…Il sistema immune adattato corrisponde al missile a guida laser del sistema immunitario. Esso ha memoria e specificità. Se esso ha combattuto contro una determinata infezione in precedenza, ne conserva memoria, in modo tale che qualora dovesse affrontarla di nuovo possa rispondere rapidamente ed efficacemente. Cellule immuni specifiche ad ogni antigene. Disturbi associati ad un disordine del sistema adattato sono caratterizzati dall’infiltrazione nei tessuti bersaglio di linfociti (cellule B e T) ed il deposito di anticorpi nel tessuto dell’organo bersaglio sotto forma di immunocomplessi, come se il sistema immune desse una risposta contro se stesso…“
“…Esiste una specifica infiammazione della mucosa associata con un eccesso di linfociti CD8+ nell’intestino di questi bambini, che dimostra l’evidenza di una risposta del sistema adattato. In più viene evidenziato il deposito di anticorpi IgG dal sangue di bambini affetti, nel tessuto riferito alla membrana baso-laterale delle cellule epiteliali (in questo caso nei villi dell’intestino crasso). Gli anticorpi IgG si depositano sul tessuto insieme alla proteina C1Q che fa parte del repertorio delle risposte immunitarie del corpo. Queste due cose, depositate insieme come un complesso immune, possono essere associate con un problemi a cellule e tessuti e sono indicativi di un possibile disturbo autoimmune nel tratto digerente. Alcuni studi hanno confermato la presenza di simili processi che possono realizzarsi lungo l’intestino di bambini affetti. Questa risposta sembra essere guidata da qualcosa di specifico…“
A che cosa intende riferirsi il Dr. Andrew J. Wakefield?
“…Nei bambini con autismo noi troviamo un agente differente, in questo caso, un virus.…”
In questo riferendosi al lavoro del Dr. Steve Walker del Wake Forest University Medical Center.
“…Nei bambini con autismo, le cellule immunitarie nel tratto digerente stanno producendo alti livelli di fattori alfa necrosi tumorali (TNF). Questo è un potente mediatore pro-infiammatorio. In contrasto, queste interleukine 10 (IL-10), che sono come l’aspirina del sistema immune, disattivano l’attivazione immune pro-infiammatoria. Nei bambini autistici, le IL-10 appaiono spente… Così, a conti fatti, quello che abbiamo è una nuova storia di disturbo intestinale. L’intero intestino può essere implicato, ed esiste un caratteristico modello con ghiandole linfatiche ingrossate ed infiammazione(risposta caratteristica linfoproliferativa, LNH, e cellule immunitarie infiltrate). Inoltre ci sono anticorpi IgG e depositi complementari(complessi immuni)che influenzano l’attivazione sia del sistema immune innato che di quello adattato…“
Astrociti di topo in coltura – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=45342606
Per comprendere meglio il ruolo delle citochine autoprodotte da un soggetto con sintomatologia gastrointestinale legata ad un quadro di encefalopatia di origine extracranica nella determinazione dell’infiammazione cerebrale, bisogna chiedersi prima di tutto cosa succede alle cellule della microglia quando vengono viene innescata la compromissione degli astrociti indotta dall’interleuchina IL-1β e dal fattore di necrosi tumorale TNFα. In questo studio viene evidenziato proprio questo: “Exposure to Inflammatory Cytokines IL-1β and TNFα Induces Compromise and Death of Astrocytes; Implications for Chronic Neuroinflammation.“Christa van Kralingen, Dan Ting Kho, Jessica Costa, Catherine Elizabeth Angel, E. Scott Graham. Published: December 19, 2013.
Gli astrociti hanno un ruolo fondamentale nel CNS umano per la salute e la malattia. Forniscono un supporto trofico ai neuroni e sono delle cellule immunitarie innate con ruoli chiave durante gli stati di infiammazione. Inoltre, hanno funzioni integrali associate al mantenimento dell’integrità della barriera emato-encefalica.
“…Here we reveal direct sensitivity to mediators of the inflammatory milieu. We highlight the power of xCELLigence technology for revealing the early progressive compromise of the astrocytes, which occurs 24-48 hours prior to substantive cell loss. Death induced by IL-1β or TNFα is relevant clinically as these two cytokines are produced by various peripheral tissues and by resident brain cells…”
“…Qui riveliamo la sensibilità diretta ai mediatori dell’ambiente infiammatorio. Sottolineiamo il potere della tecnologia xCELLigence per rivelare la prima compromissione progressiva degli astrociti, che si verifica 24-48 ore prima della perdita sostanziale delle cellule. La morte indotta da IL-1β o TNFa è clinicamente rilevante poiché queste due citochine sono prodotte da vari tessuti periferici e da cellule cerebrali residenti…”
I vaccini come possono indurre il danno chiamato “encefalopatia immuno-mediata”?
Ecco una bibliografia riguardante il tema delle vaccinazioni come causa di una risposta immunitaria eccessiva che può portare a encefalopatia:
Shoenfeld, Y., Aron-Maor, A. (2000). “Vaccination and autoimmunity-‘vaccinosis’: a dangerous liaison?” Journal of Autoimmunity, 14(1), 1-10.
Questo articolo esamina la relazione tra le vaccinazioni e le reazioni autoimmuni, inclusa l’encefalopatia.
Vadalà, M., Poddighe, D., Laurino, C., & Palmieri, B. (2017). “Vaccination and autoimmune diseases: is prevention of adverse health effects on the horizon?” EPMA Journal, 8(3), 295-311.
Una revisione delle prove che collegano le vaccinazioni alle malattie autoimmuni, con discussioni su casi di encefalopatia.
Levine, S. A. (2014). “Vaccine-associated encephalopathy in children.” Clinical Pediatrics, 53(3), 219-222.
Studio clinico che documenta i casi di encefalopatia nei bambini associati alla vaccinazione.
Pryse-Phillips, W. (1986). “Post-vaccination encephalopathy and cerebellar ataxia.” Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry, 49(2), 207-209.
Discussione su casi di encefalopatia e atassia cerebellare seguiti a vaccinazioni.
Eickhoff, T. C., & Myers, M. (2002). “Workshop summary: Understanding vaccine safety—thimerosal, immune dysfunction, and the nervous system.” Pediatrics, 109(6), 1175-1179.
Un riassunto dei workshop che esplorano la sicurezza dei vaccini e i possibili meccanismi che possono portare a disfunzioni immunitarie e danni neurologici.
Rinaldi, M., Perricone, R., Blank, M., Perricone, C., & Shoenfeld, Y. (2014). “Inflammatory brain disorders and autoimmunity.” Immunologic Research, 60(2-3), 243-253.
Una revisione delle disfunzioni cerebrali infiammatorie e della loro relazione con l’autoimmunità, inclusi i casi indotti da vaccino.
Vadalà, M., Poddighe, D., Laurino, C., & Palmieri, B. (2017). “Vaccination and autoimmune diseases: is prevention of adverse health effects on the horizon?” EPMA Journal, 8(3), 295-311.
Esamina la correlazione tra vaccinazioni e malattie autoimmuni, comprese le manifestazioni neurologiche come l’encefalopatia.
Queste risorse offrono una panoramica delle ricerche e delle discussioni scientifiche sulla possibilità che le vaccinazioni possano innescare risposte immunitarie eccessive, portando a condizioni come l’encefalopatia.
Conferme Accademiche dell’esistenza di anomalie sull’asse intestino-cervello nei soggetti portatori di spettro autistico.
Numerosi studi anteriori e posteriori a quello del Dottor. A.J. Wakefield, mettono in luce l’esistenza di un denominatore comune tra l’infiammazione gastro-enterica e quella cerebrale nei soggetti portatori dei disturbi dello spettro autistico. Qui è possibile scaricare la bibliografiain oggetto(soggetta a continui aggiornamenti in funzione dei materiali che ci perverranno).
Il vaccino antitetanico (nomi commerciali: in Italia, tutti quelli per l’infanzia e per gli adulti che lo contengono in forma di tossoide) è continuo oggetto di legittimo sospetto per essere la causa della Sindrome Antifofsolipidica, patologia autoimmune correlata anche con la somministrazione del tossoide tetanico contenuto in tutti i vaccini polivalenti commercializzati in Italia e nel resto del mondo.
Lo studio sul tossoide tetanico realizzato di recente (Antiphospholipid Syndrome and Vaccines) da Miri Blank e Paola Cruz-Tapias, pubblicato verso la fine del 2015 su “Vaccines and Autoimmunity“, capitolo 15, pagg. 141-145, riporta in modo chiaro ed inequivocabile come – secondo gli autori – i vaccini in generale e il vaccino antitetanico in particolare, possano scatenare in soggetti predisposti la Sindrome Antifofsolipidica.
Nello screenshot ZERO viene evidenziato come “…ma vi sono prove che la APS è una di quelle condizioni autoimmuni che possono essere indotte da infezioni e possono essere correlate alla vaccinazione (Cruz-Tapias et al., 2012)…” Più sotto, (screenshot UNO) si legge che “…il vaccino può indurre la produzione di anticorpi contro il tossoide, che può reagire con altri autoantigeni…” (ciò significa che il tossoide può essere coinvolto nell’interazione con altri antigeni prodotti dal sistema immunitario del ricevente)…
Nello screenshot DUE (qui sotto) vengono citati due casi, pubblicati su “The Lancet” da Topologu et al., 1992 in cui vengono segnalate reazioni quali neurite ottica, mielite acuta ed encefalomielite acuta con evidenziazione della prova tramite “liquor pleocitosico” ed un aumentato titolo proteico 10 giorni dopo la somministrazione della profilassi antitetanica…
E, adesso, nello screenshot TRE, si possono leggere le conclusioni, molto chiare, di Miri Blank e Paola Cruz-Tapias:
“……Tutte le prove indicano l’associazione tra diversi vaccini e la cosìddetta APS (sindome antifosfolipidi). La mimica molecolare è stata proposta come uno dei meccanismi attraverso i quali le APS sperimentali possono verificarsi in associazione con agenti patogeni. La similarità di sequenza tra proteine estranee (cioè TTd) e le autoproteine sono sufficienti per innescare una perdita di tolleranza immunitaria, sia per mimetismo molecolare o da meccanismi tipo l'”effetto del vicino”, causando la formazione di autoanticorpi patogeni correlati alla APS…..”
“……In particolare, i modelli animali resi transgenici per una alterazione non-autoimmune-correlata (ad esempio una mutazione del fattore V° di Leiden) mostrano una maggiore suscettibilità nello sviluppo di una condizione autoimmune acquisita a seguito della soministrazione di un adiuvante (ad esempio sindrome antifosfolipidi), suggerendo che delle alterazioni genetiche, anche se prive di un sistema di regolazione immunitaria, possono causare autoimmunità non appena interagiscono con un agente scatenante……”
“……In alcuni casi gli anticorpi (anticorpi antifosfolipidi principalmente) si mostravano a livelli elevati anche 6 mesi dopo la vaccinazione…..”
Del fisiologismo di innesco della Sindrome Antifosfolipidi, tuttavia, ne è stata dimostrata l’esistenza anche per altri tipi di vaccini: la Sindrome Antifosfolipidi post-vaccinale per l’epatiteda virus B. Sono stati trovati dei livelli altissimi di autoanticorpi diretti verso fosfolipidi circolanti(cardiolipina, β2GPI) e gli anticoagulanti per il Lupus sono stati identificati nel sierodel virus dell’epatiteB(HBV) pazienti APS – infettati (Huhet al., 2011).
APS post-influenzale e vaccinazione anti-influenzale – Rari casi di Sindrome Antifosfolipidi sono stati riportati in manifestazioni cliniche, quali un paziente che presenta ictus ischemico 4 giorni dopo la vaccinazione antinfluenzale, associata con Sindrome Antifosfolipidi per il lupus(Vainer-Mossel et al., 2009).
Se esiste una premessa ampiamente accettata e condivisa anche dagli autori dei libri di testo di medicina, perché nessuno ha ancora iniziato un’indagine a tappeto sui danni provocati dai vaccini? E chi l’ha detto che il danno vaccinale non è dimostrabile? Sotto gli incessanti colpi dell’indagine bibliografica e correlativa stanno emergendo i minuscoli tasselli di un puzzle che, lungi dal considerarsi completo e completabile, stanno trasformando i sospetti in prove concrete. Se la maggioranza dei medici e dei pediatri esclude l’esistenza del danno vaccinale mentre la pratica clinica dimostra ampiamente la sussistenza del danno indotto dai fattori ambientali, allora come spiegare il fatto che quegli stessi medici non mettano in guardia i genitori da questa tipologia di danni e, nello specifico, da quella indotta dai componenti dei vaccini? Esiste una bibliografia scientifica, consultabile a vari livelli, sistematicamente ignorata, che dimostra l’esistenza dei fisiologismi attraverso cui si concretizza il danno biologico operato dagli agenti inquinanti presenti nell’ambiente: come mai viene esclusa a priori l’azione perturbatrice dei componenti vaccinali?
Come rendere compatibile la “farmacogenetica”(volta ad individuare farmaci individualizzati che tengano conto delle specificità genetiche dei singoli pazienti) con la teoria dell’“immunità di gregge” che viene ancora oggi supportata a pretesto del vaccino unico per tutti senza tener conto delle specificità dei soggetti?
Nel “Manuale di Patologia Generale e Anatomia Patologica” di Robbins, Kumar & Klatt, viene esplicitamente ammesso che:
a) i polimorfismi genetici sono molto comuni nelle popolazioni umane e che essi sono in grado di slatentizzare la predisposizione cellulare al danno da parte di numerosi fattori esterni (agenti chimici e altri insulti ambientali);
b) i polimorfismi e le altre mutazioni di cui i soggetti possono essere portatori possono comportare, a causa di anomalie della biosintesi intermedia, la produzione di enzimi che vengono prodotti in quantità ridotte oppure in varianti dotate di scarsa bioattivitá, il blocco delle attività metaboliche;
c) esistono delle reazioni avverse ai farmaci geneticamente determinate e che di esse se ne sta occupando la “farmacogenetica” nel tentativo di realizzare, in futuro, dei farmaci personalizzati.
I vari co-autori del testo suggeriscono la lettura della seguente bibliografia in merito alle modifiche della risposta infiammatoria delle cellule e dei tessuti a fronte dell’azione dei cambiamenti ambientali, nonché un’eccellente panoramica sulle varie famiglie di recettori e di quelli “Toll-like” nel riconoscimento del danno biologico.
“Evolution of inflammatory diseases.” Okin D, Medzhitov R:Curr Biol 22: R733–40, 2012.[Un’interessante discussione concettuale sull’equilibrio tra l’elevato dispendio potenziale e i benefici della risposta infiammatoria e su come questo equilibrio può essere disturbato dai cambiamenti ambientali, che rappresentano l’associazione tra l’infiammazione e molte delle malattie del mondo moderno.]
“The sterile inflammatory response.” Rock KL, Latz E, Ontiveros F, et al: Annu Rev Immunol 28:321–42, 2010. [Un’eccellente discussione su come il sistema immunitario riconosce le cellule necrotiche e altri agenti lesivi non infettivi.]
“Pattern recognition receptors and inflammation.“ T akeuchi O, Akira S: Cell 140:805, 2010.[Un’eccellente panoramica sui recettori Toll-like e su altre famiglie di recettori di riconoscimento del danno e sui loro ruoli nella difesa dell’ospite e nell’infiammazione.]
Complessivamente, queste osservazioni possono spiegare il perché la stimolazione periferica del sistema immunitario, mediante le frazioni batteriche e virali veicolate attraverso i vaccini, durante lo sviluppo precoce in modelli animali sia sufficiente per causare una varietà di esiti avversi sullo sviluppo, tra cui anomalie immunitarie a lungo termine, così come i sintomi sorprendentemente simili ai disturbi dello spettro autistico (ASD) [90-98]. Nonostante queste prove, le vaccinazioni che sono chiaramente degli “analoghi” naturali (vedi gli esempi citati di stimolazione del sistema immunitario periferico), vengono regolarmente destituite come una causa plausibile del crescente numero di alterazioni dello sviluppo neurologico e immunitario nei bambini.
Inoltre, i vaccini contengono una serie di sostanze tossiche conosciute, che possono agire come distruttori endocrini (mercurio, alluminio, polisorbato 80, rosso fenolo, fenossietanolo, formaldeide, MSG, vari antimicrobici, componenti cellulari di tessuti di scimmia, vitello, cellule e tessuti di feti abortiti, contaminanti come DNA ricombinante, agenti patogeni infettivi host-tessuto, ecc).
…Un ulteriore offuscamento del tasso effettivo di gravi disturbi neurologici associati alle vaccinazioni può anche essere dovuto all’inadeguatezza metodologica degli studi vaccinali esistenti (ad esempio, la frequente esclusione deli soggetti con suscettibilità alle reazioni avverse associate al vaccino) [12] potenziale preesistente, e a causa del fatto che la maggior parte di questi processi utilizzano un adiuvante contenente alluminio… [45]. Che l’alluminio possieda una neurotossicità è un fatto conosciuto da oltre 100 anni [46] e, in questo contesto, sta diventando chiaro a un certo numero di ricercatori che il suo uso come controllo con placebo è scientificamente insostenibile [45,47]….
Nonostante il peso esercitato da tali componenti dei vaccini potenzialmente tossici, tale evidenza è spesso rifiutata solo perché sono presenti solo in tracce [99.100], è importante notare che sono documentatissimi gli effetti a lungo termine delle influenze negative sui modelli animali…
(*) Lucija Tomljenovic, PhD Neural Dynamics Research Group, Dept. of Ophthalmology and Visual Sciences University of British Columbia.
La relazione in oggetto della Dott.ssa Lucija Tomljenovic è scaricabile da qui:
Riportiamo anche l’imponente bibliografia peer-reviewed della stessa autrice e di altri autori con i quali è co-autrice online sulla “US National Library of Medicine National Institutes of Health”:
La ricerca è difficile da ignorare, i vaccini possono scatenare autoimmunità con una lunga lista di patologie. Con i metalli nocivi e tossici come componenti dei vaccini, chi è suscettibile e quali individui sono più a rischio?
Questo è ciò che si è domandato negli ultimi anni di ricerca il noto e stimato Prof. Dr. e ricercatore israeliano Yehuda Shoenfeld, che ha trascorso più di tre decenni a studiare il sistema immunitario umano. Egli è al vertice della sua professione e rappresenta più il cardine che il margine nella sua specialità; ha scritto libri di testo la cui lista ne contiene 25 fra i quali «The Mosaic of Autoimmunity, Autoantibodies, Diagnostic Criteria in AutoimmuneDiseases, Infection and Autoimmunity, Cancer and Autoimmunity» ed il recentissimo «Vaccines & Autoimmunity», ed alcuni di questi sono pietre miliari della pratica clinica. Non sorprende affatto che Shoenfeld sia quindi stato definito “il padre dell’autoimmunologia”
Egli ha potuto constatare tramite studi scientifici che quasi tutti i tipi di vaccini sono stati segnalati per essere associati con la comparsa di patologie cosiddette ASIA –in inglese Autoimmune/inflammatory Syndrome Induced by Adjuvants ed in italiano Sindrome autoimmune/infiammatoria indotta dagli adiuvanti (conosciuta anche come sindrome di Shoenfeld)- che è stata ufficializzata per la prima volta soltanto quattro anni fa ( ): si tratta di un termine generico per un insieme di sintomi simili, tra cui la sindrome da affaticamento cronico, risultanti dopo l’esposizione ad un adiuvante -agenti ambientali compresi i comuni componenti dei vaccini che stimolano il sistema immunitario
In particolare l’alluminio in quanto metallo utilizzato nei vaccini, può innescare una reazione a catena del sistema immunitario nei soggetti sensibili e può portare a patologie autoimmuni conclamate!!
ALLUMINIO COME ADIUVANTE
L’alluminio venne aggiunto ai vaccini nel 1926, quando Alexander Glenny e colleghi notarono che avrebbe prodotto migliori risposte anticorpali nei vaccini rispetto al solo antigene, poiché induceva quello che venne definito un “effetto depot”: rilascio dell’antigene più lento ed aumento della risposta immunitaria. Per più di 60 anni questa teoria è stata accettata come dogma, ed al contempo la pianificazione vaccinale è cresciuta decennio dopo decennio, ma pochi si son davvero interrogati sugli effetti dell’iniettare alluminio nel corpo, e ciò è strano considerando la nota tossicità
Una ricerca effettuata su PubMed in merito ad alluminio e “tossicità” ha fornito 4,258 risultati. La sua neurotossicità è ben documentata: colpisce memoria, cognizione e controllo psicomotorio, danneggia la barriera ematoencefalica, attiva l’infiammazione del cervello, deprime la funzione mitocondriale e moltissime ricerche suggeriscono che svolga un ruolo chiave nella formazione delle placche amiloidi e dei grovigli nel cervello dei malati di Alzheimer. È implicato nella Sclerosi Laterale Amiotrofica e nell’autismo ( ) ed ha dimostrato di indurre allergia ( )
Quando alcuni pazienti vennero sottoposti a dialisi renale ( ) seppur accidentalmente “contaminata da particelle d’alluminio”, si verificò la cosiddetta “encefalopatia da dialisi-indotta” (DAE) con conseguente sviluppo di una serie di sintomi neurologici: anomalie del linguaggio, tremori, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione e cambiamenti comportamentali
Molti dei pazienti alla fine sono andati in coma e sono morti I più fortunati sono sopravvissuti e quando la fonte di tossicità, l’alluminio, è stata eliminata dalla loro dialisi, i pazienti hanno recuperato rapidamente
Con queste nuove osservazioni ( ), i ricercatori hanno iniziato a studiare gli effetti dell’alluminio come adiuvante impiegato nei vaccini, e negli ultimi dieci anni c’è stato un notevole incremento nella ricerca
Ben lungi dall’essere come una piccola sfera che contiene l’antigene per un po’ per poi esser espulsa, si è scoperto che i sali di alluminio innescano una tempesta difensiva del sistema immunitario: poche ore dopo l’iniezione dello stesso alluminio legato all’ossido ed all’idrossido presenti nei vaccini inoculati nei topi, ad es, gli eserciti di cellule immunitarie specializzate si allertano, e nel giro di un giorno, tutta una serie di componenti del sistema immunitario s’attiva: neutrofili, eosinofili, monociti infiammatori, mieloidi e cellule dendritiche, richiamano i linfociti e secernano proteine cd citochine, che causano esse stesse danni collaterali ( ) trasmettendo segnali, indirizzando la comunicazione cellula-a-cellula e reclutando altre cellule all’azione
Quando la fase successiva dell’attacco viene avviata il fattore di crescita di fibroblasti, interferoni, interleuchine e delle piastrine, il fattore di crescita trasformante come quello di necrosi tumorale aumentano esponenzialmente!!
Ci sono prove ancora poco note a proposito degli inflammasomi, che sono complessi proteici oligomerici (attualmente rappresentano un tema di punta nella ricerca sulle casualità del cancro), come il recettore Nod-simile 3 (NLRP), attivati anch’essi dalle citochine, ma è ancora troppo presto per dire esattamente quale sia il loro ruolo
Un’importante recentissima ricerca dalla University of British Columbia ha messo in luce il fatto che l’alluminio utilizzato come adiuvante ( ) nei vaccini iniettati nei topi può alterare l’espressione dei geni associati con l’autoimmunità; in un recente studio pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”, gli immunologi della University of Colorado hanno divulgato che anche le cellule ospiti del DNA vengono reclutate nell’attacco all’alluminio, cellule ospiti che rapidamente aggiungono un rivestimento all’alluminio iniettato, innescando effetti di cui gli scienziati hanno appena scalfito la conoscenza
Riflessione conclusiva
[Se anche togliessero un giorno l'[A]lluminio come adiuvante, si è recentemente scoperto che qualsiasi vaccino il cui agente patogeno deriva da coltura in cellule fetali, anche sane, può • aggregarsi al genoma del ricevente *** m o d i f i c a n d o l o *** (ed innescando quindi future patologie autoimmuni)]