Soppressione immunitaria innata indotta dalle vaccinazioni a mRNA SARS-CoV-2

Stephanie SeneffGreg NighAnthony M. Kyriakopoulos, Peter A. McCullough

Traduzione e adattamento a cura di Davide Suraci

Introduzione

In questo documento, richiamiamo l’attenzione su tre aspetti molto importanti del profilo di sicurezza di queste vaccinazioni. Il primo è la soppressione, ampiamente documentata, dell’immunità innata principalmente attraverso la soppressione dell’IFN-α e la sua cascata di segnalazione associata. Questa soppressione avrà una vasta gamma di conseguenze tra cui, non ultima, la riattivazione di infezioni virali latenti e la ridotta capacità di combattere efficacemente future infezioni. Il secondo è la disregolazione del sistema sia per prevenire che per rilevare la trasformazione maligna geneticamente guidata all’interno delle cellule e il conseguente potenziale per la vaccinazione di promuovere tali trasformazioni. In terzo luogo, la vaccinazione con mRNA interrompe potenzialmente la comunicazione intracellulare effettuata dagli esosomi e induce le cellule che assorbono l’mRNA della glicoproteina spike a produrre alti livelli di esosomi che trasportano la glicoproteina spike, con conseguenze infiammatorie potenzialmente gravi.

Generalità

Le numerose alterazioni dell’mRNA del vaccino nascondono l’mRNA dalle difese cellulari e promuovono un’emivita biologica più lunga e un’elevata produzione di proteina spike. Tuttavia, la risposta immunitaria al vaccino è molto diversa da quella a una vera una vera infezione da SARS-CoV-2. In questo documento, presentiamo le prove che la vaccinazione induce una profonda compromissione della segnalazione dell’interferone di tipo I, che ha diverse conseguenze negative per la salute umana. Le cellule immunitarie che hanno assorbito le nanoparticelle del vaccino rilasciano in circolazione un gran numero di esosomi contenenti proteine ​​​​spike insieme a microRNA (miRNA) critici che inducono una risposta di segnalazione nelle cellule riceventi in siti distanti. Identifichiamo anche potenziali profondi disturbi nel controllo normativo della sintesi proteica e dei sistemi di controllo del cancro. Questi disturbi hanno potenzialmente un nesso causale con la malattia neurodegenerativa, la miocardite, la trombocitopenia immunitaria, la paralisi di Bell, le malattie del fegato, l’immunità adattativa compromessa, la risposta al danno del DNA compromessa e la tumorigenesi. Mostriamo prove dal database VAERS a sostegno della nostra ipotesi. Riteniamo che una valutazione completa del rapporto rischio/beneficio dei vaccini a mRNA li metta in discussione come contributori positivi alla salute pubblica.

Possibili “paths” di induzione di patologie da vaccini a mRNA.

Questo paper riassume l’attuale letteratura sull’mRNA e sui suoi effetti sulla biologia molecolare all’interno delle cellule umane. Riconosciamo che esiste un’ampia gamma di opinioni in questa fase nascente della tecnologia dell’mRNA. Dato il suo diffuso dispiegamento prima del lavoro di base su tanti dei meccanismi di cui discutiamo qui, riteniamo che il nostro lavoro sia importante per fornire un’ampia comprensione delle revisioni presenti e future relative al fiorente lavoro molecolare preclinico svolto in quest’area.

In questo articolo, viene analizzata la letteratura scientifica che suggerisce che la vaccinazione con un vaccino a mRNA avvia una serie di eventi biologici che non solo sono diversi da quelli indotti dall’infezione, ma sono in molti modi dimostrabilmente controproducenti per la competenza immunitaria sia a breve che a lungo termine e normale funzione cellulare. Queste vaccinazioni hanno ora dimostrato di sottoregolare i percorsi critici relativi alla sorveglianza del cancro, al controllo delle infezioni e all’omeostasi cellulare. Introducono nel corpo materiale genetico altamente modificato. Una prestampa ha rivelato una notevole differenza tra le caratteristiche della risposta immunitaria a un’infezione da SARS-CoV-2 rispetto alla risposta immunitaria a un vaccino mRNA contro COVID-19 (Ivanova et al., 2021).

L’analisi dell’espressione genica differenziale delle cellule dendritiche periferiche ha rivelato una drammatica sovraregolazione degli interferoni di tipo I e II (IFN) nei pazienti con COVID-19, ma non nei vaccinati.

Un’osservazione notevole che hanno fatto è stata che c’era un’espansione delle cellule staminali e progenitrici ematopoietiche circolanti (HSPC) nei pazienti COVID-19, ma questa espansione era notevolmente assente dopo la vaccinazione. Anche una sorprendente espansione dei plasmablasti circolanti osservata nei pazienti COVID-19 non è stata osservata nei vaccinati. Tutte queste osservazioni sono coerenti con l’idea che i vaccini anti-COVID-19 sopprimono attivamente la segnalazione IFN di tipo I, come discuteremo di seguito. In questo documento ci concentreremo ampiamente, anche se non esclusivamente, sulla soppressione dell’IFN di tipo I indotta dalla vaccinazione e sulla miriade di effetti a valle che ciò ha sulla relativa cascata di segnalazione.

I vaccini a mRNA prodotti da Pfizer/BioNTech e Moderna sono stati visti come un aspetto essenziale degli sforzi per controllare la diffusione di COVID-19…

I governi sono reticenti a considerare la possibilità che queste “vaccinazioni” a mRNA possano causare danni in modi inaspettati, e soprattutto che tali danni possano persino superare i benefici ottenuti nella protezione da malattie gravi.

È ora chiaro che gli anticorpi indotti dai vaccini svaniscono in appena 3-10 settimane dopo la seconda dose (Shrotri et al., 2021), tanto che alle persone viene consigliato di farsi iniezioni di richiamo a intervalli regolari (Centers for Disease Controllo e prevenzione, 2021b). È anche diventato evidente che varianti in rapida evoluzione come il ceppo Delta e ora Omicron stanno mostrando resistenza agli anticorpi indotti dai vaccini, attraverso mutazioni nella proteina spike (Yahi et al., 2021). Inoltre, è diventato chiaro che i vaccini non prevengono la trasmissione della malattia, ma si può solo affermare che riducano la gravità dei sintomi (Kampf, 2021a). Uno studio che ha confrontato i tassi di vaccinazione con i tassi di infezione da COVID-19 in 68 paesi e 2947 contee negli Stati Uniti all’inizio di settembre 2021, non ha trovato alcuna correlazione tra i due, suggerendo che questi vaccini non proteggono dalla diffusione della malattia (Subramanian e Kumar, 2947). Per quanto riguarda la gravità dei sintomi, anche questo aspetto comincia a essere messo in dubbio, come dimostra un focolaio in un ospedale israeliano che ha portato alla morte di cinque pazienti ospedalieri completamente vaccinati (Shitrit et al., 2021). Allo stesso modo, Brosh-Nissimov et al. (2021) hanno riferito che 34/152 (22%) dei pazienti completamente vaccinati tra 17 ospedali israeliani sono morti di COVID-19.

La crescente evidenza che i vaccini fanno poco per controllare la diffusione della malattia e che la loro efficacia diminuisce nel tempo rende ancora più imperativo valutare il grado in cui i vaccini potrebbero causare danni. Che le vaccinazioni con mRNA della proteina spike modificata da SARS-CoV-2 abbiano impatti biologici è fuori discussione. Qui tentiamo di distinguere quegli impatti da vaccini a mRNA da quelli derivanti dall’infezione naturale e di stabilire un quadro meccanicistico che colleghi quegli impatti biologici unici alle patologie ora associate alla vaccinazione. Riconosciamo che i collegamenti causali tra gli effetti biologici avviati dalla vaccinazione mRNA e gli esiti avversi non sono stati stabiliti nella grande maggioranza dei casi.

Il Ruolo degli IFN di Tipo 1

Gli IFN di tipo I svolgono un ruolo importante nella risposta immunitaria a molteplici fattori di stress. Infatti, hanno goduto di un valore terapeutico clinico come opzione terapeutica per una varietà di malattie e condizioni, tra cui infezioni virali, tumori solidi, disturbi mieloproliferativi, neoplasie ematopoietiche e malattie autoimmuni come la sclerosi multipla (Passegu e Ernst, 2009).

Come gruppo, gli IFN svolgono ruoli estremamente complicati e pleiotropici che sono coordinati e regolati attraverso l’attività della famiglia dei fattori regolatori IFN, o IRF (Kaur e Fang, 2020). IRF9 è più direttamente coinvolto nell’immunità antivirale e antitumorale e nella regolazione genetica (Alsamman e El-Masry, 2018; Huang et al., 2019; Zitvogel et al., 2015).

Strettamente correlate a questo sono le cellule dendritiche plasmacitoidi (pDC), un raro tipo di cellula immunitaria che circola nel sangue ma migra verso gli organi linfoidi periferici durante un’infezione virale. Rispondono a un’infezione virale aumentando nettamente la produzione di IFN di tipo I. L’IFN-α rilasciato nei linfonodi induce le cellule B a differenziarsi in plasmablasti. Successivamente, l’interleuchina-6 (Il-6) induce i plasmablasti ad evolversi in plasmacellule che secernono anticorpi (Jego et al., 2003). Pertanto, gli IFN svolgono un ruolo fondamentale sia nel controllo della proliferazione virale sia nell’induzione della produzione di anticorpi. Centrale sia per l’immunità antivirale che per quella antitumorale, l’IFN-α è prodotto da macrofagi e linfociti quando viene colpito da infezioni virali o batteriche o incontra cellule tumorali (De Andrea et al., 2002). Il suo ruolo come potente terapia antivirale è stato riconosciuto nel trattamento delle complicanze del virus dell’epatite C (Feng et al., 2012), dell’infezione da citomegalovirus (Delannoy et al., 1999), dell’infezione cronica da virus ebola attivo (Sakai et al., 1998 ), malattia infiammatoria intestinale associata a infezione da herpes virus (Ruther et al., 1998) e altri.

Alterazione del Signaling Antitumorale dell’IFN-1

La segnalazione alterata dell’IFN di tipo I è collegata a molti rischi di malattia, in particolare il cancro, poiché la segnalazione dell’IFN di tipo I sopprime la proliferazione sia dei virus che delle cellule tumorali arrestando il ciclo cellulare, in parte attraverso la sovraregolazione di p53, un gene oncosoppressore e varie cicline -inibitori della chinasi dipendenti (Musella et al., 2017; Matsuoka et al., 1998). L’IFN-α induce anche la presentazione dell’antigene di classe 1 di maggiore istocompatibilità (MHC) da parte delle cellule tumorali, facendole riconoscere più facilmente dal sistema di sorveglianza del cancro (Heise et al., 2016; Sundstedt et al., 2008). La gamma di effetti antitumorali avviati dall’espressione di IFN-α è sbalorditiva e si verifica attraverso meccanismi sia diretti che indiretti. Gli effetti diretti includono l’arresto del ciclo cellulare, l’induzione della differenziazione cellulare, l’inizio dell’apoptosi, l’attivazione di natural killer e cellule T CD8+ e altri (Schneider et al., 2014).

“Vaccini” a mRNA Non Conformi al Controllo di Qualità Cellulare

Questo studio (McKernan et al., 2021) ha dimostrato che esiste un significativo arricchimento del contenuto di GC (Guanina e Citosina) negli mRNA dei vaccini (53% in BNT162b2 e 61% in Moderna mRNA-1273) rispetto all’mRNA nativo di SARS-CoV-2 (36%). Il contenuto arricchito di GC degli mRNA è il risultato dell’ottimizzazione del codone eseguita durante lo sviluppo degli mRNA utilizzati nei vaccini SARS-CoV-2, apparentemente senza determinare l’effetto sulle strutture secondarie, in particolare la formazione del quadruplex della guanina (G quadruplex).

Non Ottimizzazione dei Codoni e Produzione di Proteine Aliene

L’ottimizzazione del codone descrive la produzione di polipeptidi e proteine ​​sintetici ottimizzati per il codone utilizzati nelle terapie biotecnologiche (come gli mRNA sintetici utilizzati per la vaccinazione SARS-CoV-2). Le assegnazioni alterate del codone all’interno del modello di mRNA aumentano notevolmente la quantità di polipeptidi e/o proteine ​​prodotte (Mauro e Chappell, 2014). La sostituzione del codone sinonimo comporta anche un cambiamento nei ruoli normativi e strutturali multifunzionali delle proteine ​​risultanti (Shabalina et al., 2013). Per questo motivo, l’ottimizzazione del codone è stata messa in guardia a causa dei suoi conseguenti cambiamenti che causano perturbazioni nella conformazione secondaria dei prodotti proteici con effetti potenzialmente devastanti sulla loro risultante immunogenicità, efficacia e funzione (Zhou et al., 2013; Agashe et al., 2013 ). In particolare, varie malattie umane sono il risultato di polimorfismi nucleotidici sinonimi (McCarthy et al., 2017).

Implicazioni Inquietanti – Compromissione dei Blocchi Protettivi Anticancro

La glicoproteina spike SARS-CoV-2 modifica la produzione di esosomi della cellula ospite. La trasfezione delle cellule con il gene della proteina spike e la successiva produzione della proteina spike SARS-CoV-2 si traduce in quelle cellule che generano esosomi contenenti microRNA che sopprimono la produzione di IRF9 mentre attivano una serie di trascrizioni geniche pro-infiammatorie (Mishra e Banerjea, 2021). Poiché questi vaccini sono specificamente progettati per indurre una produzione elevata e continua di glicoproteine ​​spike SARS-CoV-2, le implicazioni sono inquietanti. Come descritto sopra, l’inibizione di IRF9 sopprimerà TRAIL(Trans-Allegheny Interstate Line) e tutti i suoi effetti regolatori e a valle che inducono l’apoptosi. Ci si dovrebbe anche aspettare che la soppressione dell’IRF9 tramite microRNA esosomiale comprometta gli effetti protettivi contro il cancro dell’attività del gene BRCA2, che dipende da quella molecola per la sua attività come descritto sopra. I tumori associati a BRCA2 includono cancro al seno, alle tube di Falloppio e alle ovaie per le donne, cancro alla prostata e al seno per gli uomini, leucemia mieloide acuta nei bambini e altri (National Cancer Institute, 2021).

Segnalazione apoptotica indotta da TRAIL. TRAIL avvia la morte cellulare legandosi ai recettori della morte proapoptotici DR4 o DR5 che colocalizza i loro domini di morte intracellulare.

È stato anche dimostrato che la vaccinazione sopprime sia IRF7 che STAT2 (Liu et al., 2021). Ci si può aspettare che ciò interferisca con gli effetti protettivi contro il cancro di BRCA1 come descritto sopra. I tumori associati all’attività BRCA1 compromessa comprendono il cancro al seno, all’utero e alle ovaie nelle donne; cancro alla prostata e al seno negli uomini; e un modesto aumento del cancro al pancreas sia per gli uomini che per le donne (rischio di cancro e gene BRCA1, 2021).

Riattivazione della Varicella-Zoster

La segnalazione del recettore IFN di tipo I nelle cellule T CD8+ è fondamentale per la generazione di cellule effettrici e di memoria in risposta a un’infezione virale (Kolumam et al., 2005). Le cellule T CD8+ possono bloccare la riattivazione dell’infezione latente da herpes nei neuroni sensoriali (Liu et al., 2000). Se la segnalazione dell’IFN di tipo I è compromessa, come accade dopo la vaccinazione ma non dopo l’infezione naturale da SARS-CoV-2, anche la capacità delle cellule T CD8+ di tenere sotto controllo l’herpes sarebbe compromessa. Potrebbe essere questo il meccanismo al lavoro in risposta ai vaccini?

Trombocitopenia Immunitaria

La trombocitopenia immunitaria è una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario attacca le piastrine circolanti. La porpora trombocitopenica immunitaria (ITP) è stata associata a diverse vaccinazioni, tra cui morbillo, parotite, rosolia (MMR), epatite A, varicella, difterite, tetano, pertosse (DPT), poliomielite orale e influenza (Perricone et al., 2014). Sebbene vi sia un’ampia consapevolezza che i vaccini basati sul DNA dell’adenovirus possono causare trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino (VITT) (Kelton et al., 2021), i vaccini a mRNA non sono privi di rischi per la VITT, poiché sono stati pubblicati casi di studio che documentano tale eventi, inclusa la trombosi del seno venoso cerebrale mortale e fatale (Lee et al., 2021; Akiyama et al., 2021; Atoui et al., 2022; Zakaria et al., 2021). Si ritiene che il meccanismo coinvolga gli anticorpi VITT che si legano al fattore piastrinico 4 (PF4) e formino immunocomplessi che inducono l’attivazione piastrinica. Le successive cascate di coagulazione causano la formazione di microcoaguli diffusi nel cervello, nei polmoni, nel fegato, nelle gambe e altrove, associati a un drastico calo della conta piastrinica (Kelton et al., 2021). La reazione al vaccino è stata descritta come molto simile alla trombocitopenia indotta da eparina (HIT), tranne per il fatto che la somministrazione di eparina non è coinvolta (Cines e Bussel, 2021). (Fine prima parte)

Raccomando la diffusione capillare della presente sintesi che potrete trovare in versione integrale direttamente da qui: “Innate immune suppression by SARS-CoV-2 mRNA vaccinations: The role of G-quadruplexes, exosomes, and MicroRNAs

Vaccini a mRNA e Impatto Biologico…

Da molte parti viene detto spesso che i “vaccini” a mRNA potrebbero rivelarsi catastrofici senza una prolungata, adeguata ed estesa sperimentazione...

Come per tutti i «vaccini» su base antigenica ricombinante e/o virale «viva» attenuata, che hanno preceduto i cosiddetti “vaccini” a mRNA, anche per questi ultimi la diffusione massale è iniziata senza nessuna garanzia in termini di sicurezza, efficacia ed efficienza. Gli studi preliminari sui vaccini presentano numerosi difetti di ordine progettuale, metodologico e procedurale. I criteri adottati per valutare un vaccino sono finalizzati ad ottenere dei risultati che non adombrino i processi di omologazione e di immissione sul mercato gestiti dalle agenzie regolatrici. Ne ho scritto ampiamente nel capitolo XIII° – La Sicurezza dei Vaccini– del dossier “Operazione Corona”.

Tuttavia, nelle considerazioni che seguiranno, non si intende evidenziare solo il rischio collegato alla sperimentazione affrettata, quanto quello relativo ad una serie di aspetti che vengono sistematicamente ignorati a livello progettuale, dei protocolli sperimentali, delle procedure di approvazione da parte delle agenzie.

Esistono rischi molto reali associati ai vaccini a mRNA, tra cui infiammazioni potenziate e le reazioni autoimmuni, in cui le cellule del corpo vengono inavvertitamente programmate per attaccare le proteine critiche necessarie per la salute normale (analogamente agli ormoni).

Mossi dalla logica del profitto, gli enti regolatori e i centri di ricerca sono portati a saltare molti passaggi critici nel controllo di qualità e negli studi clinici. Questa accelerazione potrebbe comportare delle conseguenze catastrofiche – effetti collaterali non intenzionali – se a tali «vaccini» viene concessa l’approvazione per una diffusione non preceduta da adeguati studi clinici a lungo termine.

I «vaccini» a mRNA potrebbero essere sfruttati fraudolentemente per renderli idonei ad attivare oppure a sopprimere delle funzioni fisiologiche critiche negli esseri umani. Ciò è simile in effetti alla tecnologia di “interferenza dell’RNA virale” che è una biotecnologia in grado di silenziare i geni, studiata per essere utilizzata come “pesticida” contro gli insetti nelle colture. Di esempi di questo genere ce ne sono già. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25867635/

Sebbene i meccanismi dei vaccini a mRNA e della tecnologia dell’interferenza dell’RNA siano molto diversi, si possono ottenere molti degli stessi risultati come l’infertilità indotta o la morte in organismi mirati, che potrebbero includere gli esseri umani. Tecnicamente, questo potrebbe anche essere sfruttato per mirare a specifici sottogruppi genetici di esseri umani.

Attualmente la terapia genica impiega i vettori a mRNA per il trattamento del cancro nella medicina personalizzata, in cui i “vaccini” (che non possono essere definiti tecnicamente come tali) sono personalizzati per “insegnare” al sistema immunitario del corpo ad attaccare e uccidere specificatamente le cellule tumorali.

La valutazione del rischio

Un ragionevole rischio di tolleranza per gli effetti collaterali di un vaccino a mRNA dovrebbe essere proporzionale al rischio di mortalità dovuto all’agente patogeno che il vaccino sta tentando di prevenire. Se si considera che il cancro al IV° stadio uccide l’80% dei pazienti e che una terapia genica antitumorale con mRNA personalizzato recupera il 50% dei pazienti uccidendone il 5%, il rapporto tra vite salvate e pazienti uccisi è di 10: 1, il che probabilmente potrebbe essere un rischio ragionevole da assumere. Un vaccino genico a mRNA contro il coronavirus, essendo somministrato su soggetti sani con un rischio di mortalità molto basso, se uccidesse 1 su 1.000 di quelle persone, potrebbe causare dei tassi di mortalità molto più elevati rispetto a quelli provocati dal patogeno contro cui il vaccino è diretto.

Come funzionano i “vaccini” a mRNA … suggerimento: non sono affatto vaccini..

Il perché di questa distinzione è da ricercarsi in una differenza sostanziale: mentre nei vaccini veri e propri esiste l’antigene o il patogeno che dovrebbe stimolare la risposta immunitaria (produzione di anticorpi) da parte del soggetto, nell’approccio dei “vaccini” a mRNA Il termine “vaccino” è in realtà un termine improprio.

L’mRNA non infetta il corpo con un virus indebolito (“attenuato”), ma piuttosto “istruisce” le cellule del corpo a sintetizzare delle molecole specifiche che inducono il sistema immunitario reagire, producendo anticorpi, come se fosse realmente presente un agente patogeno. Nel contesto dei vaccini, queste molecole sono chiamate “antigeni” e quando questi antigeni vengono prodotti all’interno delle cellule del corpo e successivamente presentati alla superficie cellulare, il sistema immunitario, in circostanze ideali, vede questi antigeni come invasori e costruisce un sistema immunitario attivo come risposta per eliminare quegli antigeni.

Se gli antigeni sono strutturati in un modo che assomiglia al patogeno virale – come il coronavirus di Wuhan – la risposta immunitaria del corpo dovrebbe offrire teoricamente una protezione contro il coronavirus vero e proprio.

Sintesi cellulare indotta da mRNA della proteina spike.

Con i vaccini a mRNA, ciò che viene iniettato nel corpo non è un virus indebolito o degli antigeni selezionati ma, piuttosto, delle istruzioni di codifica delle proteine che istruiscono le cellule del corpo sul “come” sintetizzare gli antigeni in modo autonomo. Questo processo è chiamato “traduzione”.

Come spiega Curevac sul suo sito web:

“…Con la nostra tecnologia a mRNA, istruiamo il corpo umano ad attivare il proprio meccanismo di difesa. Per questo, usiamo il mRNA che contiene le istruzioni necessarie per produrre le proteine antigieniche. Programmiamo questa sostanza messaggera con le informazioni specifiche per la sintesi di una proteina del coronavirus e la iniettiamo nel corpo umano. Il corpo riconosce la proteina prodotta dalle nostre cellule come qualcosa di sconosciuto e attiva le sue cellule immunitarie per produrre anticorpi e cellule T contro di essa. In questo modo, imitiamo l’infezione virale naturale e attiviamo il sistema di difesa endogeno…”

In teoria, i vaccini a mRNA offrono straordinari vantaggi rispetto ai vaccini tradizionali. Sono più sicuri da produrre e molto più veloci da realizzare. Sono puliti (ovvero non conterranno virus latenti trovati negli animali utilizzati per coltivare vaccini tradizionali) e in genere non richiedono adiuvanti o altri additivi tossici per funzionare come previsto. Inoltre, possono indirizzare il corpo a produrre quasi tutte le proteine immaginabili. È così che funziona in teoria, ovviamente.

Ma presentano anche enormi rischi e se la distribuzione dei vaccini a mRNA è affrettata, i risultati potrebbero essere catastrofici. Inoltre, i vaccini a mRNA possono essere utilizzati in modo dannoso per indurre deliberatamente il corpo umano ad attaccare le proprie funzioni critiche come la fertilità, la funzione neurologica, la riparazione cellulare e altri processi critici. Ciò è spiegato più dettagliatamente di seguito.

Il seguente video, da CureVac, è in realtà una panoramica abbastanza buona della piattaforma mRNA e delle sue promesse. Si tratta di un video promozionale notevolmente semplificato e, ovviamente, non si concentra sui potenziali rischi o effetti collaterali:

Sei rischi dei vaccini a mRNA

Il principale problema con i vaccini a mRNA è che la biochimica umana è straordinariamente complessa. La sintesi da parte delle cellule del corpo di decine di migliaia di proteine diverse è notevolmente delicata e gli equilibri che si instaurano tra di esse molto facili da alterare.

Le proteine non sono solo strutture aventi esclusivamente una funzione fisica (come il tessuto muscolare o scheletrico) ma sono anche vettori di segnali biochimici (analogamente agli ormoni), vettori di traslocazione, catalizzatori enzimatici, anticorpi e molti altri tipi di molecole fondamentali per il mantenimento dell’omeòstasi cellulare, tissutale, organica, di apparato, di sistema, dell’intero organismo.

L’iniezione nel corpo di filamenti di mRNA – che sono sostanzialmente delle istruzioni di sintesi proteica – potrebbe teoricamente scatenare conseguenze catastrofiche non desiderate nella fisiologia cellulare, che non escluderebbero la creazione di circuiti di feedback auto-rinforzanti distruttivi in grado di interferire con la sintesi proteica deprimendola o, al contrario, amplificandola e ponendola così fuori controllo.

Questi effetti collaterali possono potenzialmente portare ad almeno sei esiti negativi:

1) Insorgenza improvvisa di patologie autoimmuni che inducono il sistema immunitario del corpo ad attaccare le proprie strutture.

2) Induzione di uno stato infiammatorio diffuso a livello di singoli organi o a livello multiorgano, con conseguente risposta iperinfiammatoria in soggetti particolarmente suscettibili oppure inducendo tale stato anche in soggetti non predisposti, con effetti secondari come danni neurologici o cancro. Questo fenomeno si chiama “risposta immunitaria potenziata” e potrebbe essere amplificata ulteriormente anche in previsione dell’impiego degli adiuvanti vaccinali a base RNA (immunopotenzianti). Non bisogna dimenticare infatti che “l’RNA imita le infezioni virali e induce risposte immunitarie considerevolmente forti.”

https://www.researchgate.net/publication/331600637_RNA-based_adjuvants_and_their_immunoenhancing_effect_on_antiviral_vaccines

3) Un rischio maggiore di coagulazione del sangue in risposta ai filamenti di miRNA (micro-RNA)circolanti nel torrente circolatorio, al di fuori delle cellule. Questo può portare a episodi potenzialmente fatali di ictus o gravi eventi cardiovascolari. In questo studio del 2009 (Expression Profile of MicroRNAs in Young Stroke Patients): “Dimostriamo che i miRNA del sangue periferico e i loro profili possono essere sviluppati come biomarcatori nella diagnosi e nella prognosi dell’ictus ischemico cerebrale. I miRNA disregolati sono stati rilevabili anche dopo diversi mesi dall’inizio dell’ictus in quelli che di solito sono considerati pazienti neurologicamente stabili.”

https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0007689

4) Interferenza della risposta immunitaria dovuta alla presenza di frammenti di RNA non intenzionali tradotti in proteine non intenzionali, che porta a una vasta gamma di possibili esiti negativi, comprese carenze molecolari che possono provocare varie malattie e sindromi tra cui disturbi ormonali/endocrini, infertilità, malattie cardiovascolari, disturbi neurologici e molti altri.

5) I vaccini a mRNA autoreplicanti, sia pure parzialmente, utilizzano dei componenti virali. Ci chiediamo: essi possono essere regolati dai normali fisiologismi molecolari? Come si inseriscono nei complessi fisiologismi di autoregolazione? Si ha l’impressione che la progettazione di questo tipo di vaccini non tenga conto di questo importante aspetto. Ciò potrebbe teoricamente accadere quando gli snippet di mRNA vengono trasferiti nelle cellule tramite particelle di replicone virale (VRP), ad esempio, o utilizzando altri metodi di consegna virale che si basano su un meccanismo di replicazione virale.

6) Potenziale formazione di filamenti di miRNA (micro-RNA) come processo di scarto della biosintesi della proteina spike o di altre alterazioni conseguenti. In uno studio (MicroRNAs in chronic lymphocytic leukemia pathogenesis and disease subtypes) è stato dimostrato che la presenza di questi frammenti è associata a numerose forme di cancro.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19347736/

Quattro Domande sui Vaccini a mRNA

Oltre a questi sei rischi principali, ci sono quattro domande di enorme importanza sui vaccini a mRNA.

1) Cosa succede se il ripiegamento proteico desiderato va storto? Senza un corretto ripiegamento, le proteine non raggiungono mai la funzionalità desiderata. Nel caso degli antigeni, un piegamento improprio renderebbe la struttura inutilizzabile e non conferirebbe immunità. La traduzione dell’mRNA in una proteina è solo una parte del processo di costruzione di una proteina. Il “ripiegamento” della proteina è un’altra grande parte. Forse questo è già stato risolto dagli scienziati molto capaci che lavorano su questa piattaforma, ma è una domanda che merita un’ulteriore esplorazione.

2) In che modo gli antigeni prodotti all’interno della cellula vengono efficacemente trasportati alla membrana esterna della cellula? Questa risposta sembra ricevere una risposta sicura dagli esperti in questo settore, ma solleva un secondo giro di domande sulla permeabilità della membrana cellulare che sappiamo già essere alterata dall’esposizione elettromagnetica da fonti come i segnali 5G delle torri cellulari. In particolare, i ricercatori del «vaccino» mRNA sono ben consapevoli del fenomeno noto come “elettroporazione”, perché viene utilizzato insieme agli approcci come “pistola genetica” nel tentativo di inserire carichi utili di RNA autoreplicante nelle cellule, come si può leggere in questo studio sui vaccini a mRNA.

https://www.pnas.org/content/109/36/14604

3) Cosa succede se gli snippet di mRNA si frammentano e vengono fornite solo delle istruzioni parziali ai ribosomi, con conseguente traduzione di proteine parziali? Ciò potrebbe, in teoria, indurre il corpo a vedere queste proteine parziali come invasori patogeni, anche quando porzioni di quelle proteine potrebbero corrispondere a molecole critiche di cui il corpo ha bisogno, come ormoni o enzimi. Il risultato finale potrebbe essere che il sistema immunitario si attivi contro le molecole o le cellule necessarie del corpo. In altre parole, questo è lo scenario della malattia autoimmune menzionato nell’elenco sopra e apre un vaso di Pandora di conseguenze catastrofiche che potrebbero essere impossibili da prevedere. Nello studio di cui al link qui sotto, viene evidenziato che: “La presenza di annotazioni di domini parziali nelle proteine dovrebbe sollevare la preoccupazione che la previsione del gene della proteina possa essere incompleta. In generale, i domini proteici possono essere considerati i mattoni strutturali delle proteine.”

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4443539/

4) In che modo i vaccini a mRNA possono essere utilizzati come piattaforma per raggiungere gli obiettivi globalisti di spopolamento tramite l’infertilità forzata? Se l’mRNA può codificare per la sintesi di qualsiasi proteina desiderata, è semplice utilizzare la stessa piattaforma per costruire degli antigeni simili a ormoni che “insegnino” al corpo umano ad attaccare ormoni specifici necessari per la riproduzione e la gestazione.Questo, a sua volta, porterebbe teoricamente a una diffusa infertilità femminile, raggiungendo così gli obiettivi di spopolamento globalista attraverso la “sterilità autoimmune” indotta dal vaccino.

https://vaccines.news/2017-11-10-bombshell-science-paper-documents-the-depopulation-chemical-covertly-spiked-into-vaccines.html

I produttori di vaccini a mRNA dicono senza farsi pervadere dal minimo dubbio che tutti questi rischi possono essere mitigati. Anche se questo potrebbe essere vero dopo forse 40 anni di ricerca e prove, la scarsissima conoscenza della complessità della biologia cellulare richiede ulteriori ricerche a lungo termine su questa piattaforma – forse 25 anni in più – non un vaccino affrettato che salta le prove sugli animali e comprime molti anni di tipica ricerca sulla sicurezza in pochi mesi.

È importante sottolineare il fatto che molti degli effetti collaterali teorici di un vaccino a mRNA non diventerebbero evidenti fino a mesi o anni dopo l’iniezione iniziale. È probabile che questi eventi avversi siano sistemici, non acuti e non diventerebbero evidenti negli studi clinici a breve termine. Questo è un problema critico da comprendere, dal momento che i vaccini a mRNA sono in questo momento sottoposti a prove cliniche a breve termine, lasciando aperta la possibilità di effetti collaterali indesiderati a lungo termine che non erano stati previsti dai produttori di vaccini o dai regolatori della FDA.

Maggiori dettagli sui possibili rischi dei vaccini a mRNA.

Ecco un riepilogo della situazione attuale con i vaccini a mRNA, per gentile concessione dell’Università di Cambridge e della sua phg Foundation:

https://www.phgfoundation.org/briefing/rna-vaccines

«..C’è ancora molto lavoro da fare prima che i «vaccini» a mRNA possano diventare dei trattamenti standard: nel frattempo, abbiamo bisogno di una migliore comprensione dei loro potenziali effetti collaterali e di maggiori prove della loro efficacia a lungo termine.

In altre parole, i vaccini a mRNA mantengono una promessa molto alta a lungo termine, ma non sono neanche lontanamente pronti per la produzione e l’amministrazione commerciale su larga scala in miliardi di persone, anche se questo sembra essere l’obiettivo della società Moderna e di coloro che spingono per una rapida risposta del vaccino alla pandemia di coronavirus…»

Alcuni dei rischi noti dei vaccini a mRNA includono…

– La possibilità che frammenti di mRNA possano, attraverso un processo attualmente sconosciuto, entrare nel nucleo cellulare e alterare il genoma dell’ospite. Interazioni tra il normale mRNA cellulare e il DNA nucleare esistono e non devono essere ignorate. Le aziende produttrici di vaccini a mRNA attualmente affermano che ciò è impossibile, ma la storia della medicina è piena di esempi di scienziati arroganti che fanno ipotesi catastrofiche sul corpo umano che si sono rivelate eccessivamente ottimiste.

– Poiché i frammenti di mRNA codificano le istruzioni per la sintesi proteica nel corpo, i vaccini a mRNA potrebbero essere utilizzati per iniettare nel corpo carichi utili “cavallo di Troia” di altre proteine che hanno lo scopo di eseguire una lunga lista di nefasti effetti negativi sugli ospiti umani, inclusa l’infertilità . Questo è fondamentale in quanto i vaccini approvati somministrati a giovani donne in Africa sono già stati trovati per essere veicolati con HCG, un ormone inducente infertilità e progettata per aiutare a raggiungere lo spopolamento globale.

Dato che molti dei più noti sostenitori del vaccino sono anche sostenitori dello spopolamento, lo sfruttamento della piattaforma mRNA per ottenere infertilità o morti accelerate non può essere escluso.

https://vaccines.news/2017-11-10-bombshell-science-paper-documents-the-depopulation-chemical-covertly-spiked-into-vaccines.html

– Alcuni tipi di vaccini a mRNA – chiamati “auto-amplificanti” – iniettano nel corpo un “meccanismo di replicazione virale” per costringerlo a continuare a replicare le proteine codificate per un periodo di tempo prolungato, rendendo così impossibile interrompere il processo una volta che è iniziato.

– La risposta immunitaria può essere molto più ampia del previsto, poiché il corpo «vede» i frammenti di mRNA introdotti come prova che il corpo è sotto attacco da parte di un agente patogeno. “Effetti indesiderati: il filamento di mRNA nel vaccino può provocare una reazione immunitaria non intenzionale”, spiega la phg Foundation (Univ. Di Cambridge). E come ha detto Stephane Bancel, CEO di Moderna, in una conferenza TEDxBeaconStreet nel 2013:

“……L’mRNA crea una risposta immunitaria. Perché? Perché un virus è costituito da mRNA. Come l’influenza. Quindi se iniettiamo mRNA in un paziente, cosa succede? Il suo corpo pensa che egli abbia appena preso l’influenza… – Esiste un rischio ben noto che l’mRNA introdotto nel corpo possa produrre delle reazioni autoimmuni, in cui le cellule del corpo sono essenzialmente programmate per attaccare altre cellule sane. [Da “vaccini mRNA – una nuova era nella vaccinologia”], pubblicato su Nature Reviews Drug Discovery nel 2018, https://www.nature.com/articles/nrd.2017.243 scritto da Norbert Pardi e colleghi: … recenti studi sull’uomo hanno dimostrato reazioni sistemiche o al sito di iniezione moderate e in rari casi gravi per diverse piattaforme di mRNA … Una possibile preoccupazione potrebbe essere che alcune piattaforme vaccinali basate su mRNA54,166 inducano potenti risposte all’interferone di tipo I, che sono state associate non solo all’infiammazione ma anche potenzialmente all’autoimmunità.

Un altro potenziale problema di sicurezza potrebbe derivare dalla presenza di RNA extracellulare durante la vaccinazione con mRNA. È stato dimostrato che l’RNA nudo extracellulare aumenta la permeabilità delle cellule endoteliali strettamente compattate e può quindi contribuire all’edema. Un altro studio ha dimostrato che l’RNA extracellulare promuove la coagulazione del sangue e la formazione di trombi patologici …”

In altre parole, avere l’RNA che circola nel sangue, al di fuori delle cellule – che è il modo in cui vengono somministrati i vaccini a mRNA – può essere causa di coagulazione, che è anche uno degli effetti collaterali mortali del COVID-19 stesso. Nella ricerca sono state notate anche reazioni autoimmuni.

I sostenitori delle biotecnologie a mRNA amano ripetere che: “…I vaccini a mRNA sono molto più facili e veloci da produrre rispetto ai vaccini tradizionali … e non usano animali per far crescere organi malati..”

Tutto ciò solleva la domanda: se lo scopo dei vaccini a mRNA è programmare le cellule del corpo affinché sintetizzino degli antigeni che vengono poi riconosciuti dal sistema immunitario come «nemici»,

perché non iniettare semplicemente antigeni nel corpo in primo luogo e saltare la necessità di controllare, dirottandoli senza conoscerne gli esiti, i meccanismi della sintesi proteica?

Fonte: « mRNA Vaccines Might Prove Catastrophic in a Rushed Coronavirus Response»

Traduzione, rielaborazione dei contenuti e riferimenti bibliografici a cura di Davide Suraci

Vaccinazione Epatite B e Patologie Autoimmuni

In questo report di casi clinici vengono evidenziate le correlazioni fra vaccinazioni antiepatite B e l’insorgenza di patologie/reazioni autoimmuni. Fonte: “Vaccines and AutoimmunityJehuda Shoenfeld et al., 2015 – Ed. Wiley.

Diversi studi hanno indicato un potenziale legame tra il vaccino HBV e lo sviluppo di patologia autoimmunitaria, da crossreattività con epitopi HBsAg, antigeni di lievito, o altri adiuvanti inclusi nel vaccino (Geier e Geier, 2002a, b, 2004, 2005; Geier et al., 2003; Ravel et al., 2004; Schattner, 2005; Cooper et al., 2010; Blank et al 2012.; Perricone e Shoenfeld, 2013). Il vaccino HBV è stato anche implicato nello sviluppo della sindrome ASIA, così come nella malattia indifferenziata del tessuto connettivo (Perricone e Shoenfeld, 2013). Cap. 16 Hepatitis B Vaccination and Autoimmunity – Daniel S. Smyk,1 Lazaros I. Sakkas,2 Yehuda Shoenfeld,3,4 and Dimitrios P. Bogdanov 1,2. – Pagina 151 di Vaccines & Autoimmunity 2015 di Yehuda Shoenfeld et al.

Il vaccino anti-HBV nello sviluppo di malattie autoimmuni, tra cui la sclerosi multipla ed altri disturbi neuromuscolari, patologie della pelle su base autoimmune, malattie vascolari e altre malattie autoimmuni. Gran parte dei dati qui riportati si basano su casi clinici, poiché esistono pochi studi di grandi dimensioni che esaminano il ruolo del vaccino contro l’HBV nell’autoimmunità. Nella Tabella 16.2, sono riassunti i potenziali meccanismi patogenetici con cui il vaccino HBV potrebbe innescare delle reazioni autoimmuni.

Morte Cardiaca Improvvisa dopo Vaccino Antipapilloma virus (HPV)…

In questo studio del 2019 viene prospettato l’insorgere della morte cardiaca improvvisa HPV a seguito di vaccinazione antipapilloma virus.

La morte cardiaca improvvisa (SCD) è una morte imprevista dovuta a cause cardiache che si verificano in un breve periodo di tempo (generalmente entro 1 ora dall’insorgenza dei sintomi) in una persona con malattia cardiaca nota o sconosciuta.

I pazienti con cardiomiopatie, miocardite, cardiopatia ischemica e canalopatie cardiache sono a rischio di SCD.

Tuttavia, una certa percentuale di casi di SCD negativi per autopsia nei giovani (<35 anni) rimane inspiegabile anche dopo un test genetico post mortem.

Gli autoanticorpi contro le proteine cardiache possono essere potenzialmente coinvolti nella patogenesi di diverse malattie cardiache e nel verificarsi di SCD inspiegabile.

In questa recensione analizziamo studi clinici e su animali che chiariscono la prevalenza di questi autoanticorpi in pazienti con diverse malattie cardiache e la loro rilevanza patofisiologica.

Una sola iniezione di vaccino HPV per distruggere una vita..
Una sola iniezione di vaccino HPV per distruggere una vita..

Proponiamo una classificazione degli autoanticorpi associati alle malattie cardiache e ci concentriamo sui loro effetti molecolari e cellulari. Gli anticorpi anti-beta recettori adrenergici e gli anticorpi anti-muscarinici per il recettore dell’acetilcolina influenzano le proprietà elettrofisiologiche del miocardio e sono stati segnalati come i predittori indipendenti di SCD in pazienti con diverse malattie cardiache.

Viene proposto un meccanismo autoimmune per le reazioni avverse cardiache conseguenti alla vaccinazione con papillomavirus umano (HPV).

La condivisione pentapeptidica tra antigeni, recettori adrenergici e recettori muscarinici dell’acetilcolina dell’HPV sostiene questa ipotesi.

Gli effetti disregolanti degli autoanticorpi contro i canali degli ioni calcio e potassio possono essere la base per le fenocopie autoimmuni delle canalopatie cardiache genetiche, che sono anche associate alla SCD.

Traduzione e adattamento di Davide Suraci

Abstract: Lethal immunoglobulins: Autoantibodies and sudden cardiac death. (Ryabkova VA, Shubik YV, Erman MV, Churilov LP, Kanduc D, Shoenfeld Y.) — Autoimmun Rev. 2019 Apr;18(4):415-425. doi: 10.1016/j.autrev.2018.12.005. Epub 2019 Feb 14.

Versione integrale dello studio: Lethal immunoglobulins: Autoantibodies and sudden cardiac death

Adiuvanti Vaccinali: Autoimmunità Indotta nel Salmone Atlantico

Al fine di prevenire numerose malattie infettive onerose da sostenere, i salmoni d’allevamento vengono vaccinati per via intraperitoneale con vaccini contenenti adiuvante su base oleosa e un numero di antigeni diversi (Sommerset et al., 2005).

La quantità di vaccino utilizzata, adeguata al peso corporeo del salmone, è considerevolmente più alta rispetto a quella somministrata ai mammiferi (Koppang et al., 2008), il che può spiegare la maggiore frequenza e gravità degli effetti collaterali indotti dal vaccino nei salmoni rispetto ai mammiferi e agli uomini Il salmone ricevente può sviluppare nel tempo modificazioni patologiche da lievi a gravi come conseguenza della vaccinazione.

Le reazioni avverse osservate includono tasso di crescita alterato, diminuzione della qualità della carcassa, deformità spinali, uveite e reazioni infiammatorie nella cavità addominale, a causa dell’attivazione della MHC, probabilmente causata dagli adiuvanti nei vaccini (Koppang et al., 2003, 2004 , 2005; Evensen et al., 2005).

Autoanticorpi Salmone a seguito vaccinazioni
Abs antinucleare /citoplasmatico mediante immunofluorescenza. A, i sieri di salmone vaccinato contengono autoanticorpi che si legano alle cellule del sangue del salmone. Fonte: http://www.jimmunol.org/content/181/7/4807

Nel salmone atlantico vaccinato, per quanto riguarda il fattore reumatoide, antinucleare e anticitoplasmatico, sono stati rilevati autoanticorpi, GLN formazione di immuno-complessi e infiammazione granulomatosa cronica (Koppang et al., 2008; Haugarvoll et al., 2010).

Queste reazioni autoimmuni sistemiche sono state potenzialmente collegate agli adiuvanti su base oleosa contenuti nei vaccini. Tuttavia, sia che ciò sia dovuto alla ridistribuzione dell’olio dei componenti del vaccino iniettato o ad una risposta infiammatoria generalizzata, o ad entrambi, non può essere direttamente dedotto (Haugarvoll e Koppang, 2005; Koppang et al., 2005, 2008; Haugarvoll et al., 2010).

Experimental Models of Adjuvants – N. Bassi, M. Gatto, A. Ghirardello, and A. Doria. Division of Rheumatology, Department of Medicine, University of Padua, Padua, Italy. Cap. 3 (pp. 36, 37, 38) del testo“Vaccines & Autoimmunity” di Yehuda Shoenfeld et al. – 2015.

Salmoni, Vaccini e Autoimmunità Indotta
Salmoni, Vaccini e Autoimmunità Indotta

Vaccination-Induced Systemic Autoimmunity in Farmed Atlantic Salmon – Erling O. Koppang, Inge Bjerkås, Erlend Haugarvoll, Edward K. L. Chan, Nancy J. Szabo, Nobutaka Ono, Bunshiro Akikusa, Emilio Jirillo, Trygve T. Poppe, Harald Sveier, Brit Tørud and Minoru Satoh.

Vaccination and consumer perception of seafood quality. (PMID:15962487). Engelstad, M.. 2005. Vaccination and consumer perception of seafood quality. Dev. Biol. 121: 245-254.  In questa indagine viene evidenziato come, a differenza di altri segmenti della produzione alimentare internazionale, l’acquacoltura non è stata finora associata a importanti scandali alimentari/igienico-sanitari. Tuttavia, a causa della maggiore attenzione per la sicurezza alimentare, l’industria ittica e le aziende associate devono rispondere e documentare tutti gli aspetti relativi ai loro prodotti e processi. Le vaccinazioni dei salmoni sono uno di questi.

Vaccines for fish in aquaculture, , & – Pages 89-101 | Published online: 09 Jan 2014. In questa indagine viene considerato l’impiego dei vaccini antibatterici per gli allevamenti ittici ma vengono prospettati per questi ultimi anche i vaccini a virus vivo.

Lymphoid organ development: from ontogeny to neogenesis  – Danielle L Drayton,  Shan Liao, Rawad H Mounzer, Nancy H Ruddle – Nature Immunology volume 7, pages 344–353 (2006). In questo lavoro si pone l’attenzione sugli organi linfoidi..Lo sviluppo degli organi linfoidi può essere visto come un continuum. Ad una estremità sono gli organi linfoidi secondari “canonici”, compresi i linfonodi e la milza; all’altra estremità ci sono organi linfoidi “ectopici” o terziari, che sono accumuli cellulari che si manifestano durante l’infiammazione cronica attraverso il processo di neogenesi linfoide. Gli organi linfoidi secondari sono geneticamente “preprogrammati” e “prepatternati” durante l’ontogenesi, mentre gli organi linfoidi terziari si originano sotto gli  influssi ambientali e non sono limitati a specifiche “finestre” di sviluppo o posizioni anatomiche. Tra questi due confini ci sono altri tipi di tessuti linfoidi meno sviluppati dal punto di vista ambientale ma più regolati dal punto di vista ambientale, come le “placche di Peyer”, il tessuto linfoide associato all’area nasale, il tessuto linfoide associato ai bronchi e il tessuto linfoide associato al bronco inducibile.

Conclusioni parziali

Il riferimento ad alcuni dei numerosissimi studi sull’ autoimmunità indotta dagli adiuvanti minerali presenti nei vaccini impiegati negli allevamenti ittici intensivi vuole evidenziare: 1) il problema della sicurezza alimentare di questi animali e, allo stesso tempo, 2) quello relativo alla comprensione del fatto che attraverso le vaccinazioni (anche negli umani) vengono stimolati gli organi linfoidi di terzo livello, ossia le “Placche di Peyer” e gli altri organi linfoidi ad esse assimilabili. Lo spunto per una riflessione ulteriore è aperto.

 

 

 

Autismo, Autoimmunità, Neuroinfiammazione

Infiammazione cerebrale focale e autismo

In alcuni articoli precedenti a questo avevamo trattato della neuroinfiammazione e dei danni neurologici (autismo) conseguenti ad essa. In un articolo sulle citochine pro-infiammatorie avevamo evidenziato come gli eventi di natura septica vaccino-indotta, l’alterazione del comportamento dei neuropeptidi e quella provocata da altri triggers ambientali siano in grado di accrescere enormemente il numero dei mastociti e di attivare la microglia (cellule che si occupano della difesa immunitaria primaria attiva nel sistema nervoso centrale) inducendo un aumento improvviso di alcuni tipi di citochine e contribuendo alla manifestazione dei sintomi dello spettro autistico. La presenza di autoanticorpi diretti verso i tessuti neurologici cerebrali, come conseguenza della rottura della barriera ematoencefalica, è un indizio di non trascurabile entità.

In uno studio di Theoharis C, Shahrzad Asadi and Arti B Patel, pubblicato sul “Journal of Neuroinflammation” 2013, 10:46, [Focal Brain Inflammation and Autismviene evidenziato il ruolo neuroinfiammatorio delle citochine IL-6, il TNF-alfa e il MCP-1 (Monocyte Chemotactic Protein-1).

In particolare, nel mRNA, IL-1α, IL-1β, IL-6 e TNF-α sono dichiaratamente associate all’infiammazione cerebrale e al danno ippocampale e cerebrale nei soggetti portatori di ASD.

Un numero crescente di prove indica che l’infiammazione cerebrale svolge un ruolo importante nella patogenesi dei disturbi neuropsichiatrici [1,2]. I disturbi dello spettro autistico (ASD) sono disordini neuro-pervasivi dello sviluppo caratterizzati da vari gradi di deficit nelle interazioni sociali, intelligenza e linguaggio, nonché dalla presenza di stereotipi comportamentali [3-6]. Il CDC degli Stati Uniti riporta che 1 bambino su 80 è portatore di ASD [7].

La maggioranza di questi bambini manifesta tale disturbo a circa 3 anni di età, spesso dopo un evento specifico come la reazione alla vaccinazione, un’infezione [8,9], un trauma [10,11], le esposizioni tossiche [12] o lo stress [13], il che suggerisce l’importanza di alcuni fattori scatenanti ambientali nella manifestazione della patologia [14,15].

Numerose evidenze indicano che l’ASD è caratterizzato da una certa disfunzione/ infiammazione [16,17]. Nel cervello e nel fluido cerebro-spinale sono stati inoltre identificati i marker infiammatori. In molti soggetti ASD sono stati rilevati il TNF, IL-6 e proteina-1 chemioattrattante monocita (MCP-1), questo ultimo coinvolto nella chemioattrattanza dei mastociti [18]. I mastociti sono un’importante sorgente di IL-6 e TNF. I mastociti sono le uniche cellule immunitarie che immagazzinano il TNF preformato e possono rilasciarlo rapidamente dopo la stimolazione.

I mastociti e le citochine come IL-6 e TNF sono anche implicati nella rottura della barriera emato-encefalica (BBB) [21-23], che può essere malfunzionante o avere perdite nella sindrome dello spettro autistico, come evidenziato dalla presenza di autoanticorpi circolanti diretti contro le proteine del cervello fetale [24-27]. Avevamo riferito che la citochina IL-33 si sincronizza con i neuropeptidi infiammatori per stimolare i mastociti e determinare una maggiore permeabilità vascolare [28]. IL-33 è stato considerato un allarme, agendo attraverso i mastociti per allertare il sistema immunitario innato [29,30], ed è stato recentemente collegato all’infiammazione cerebrale [31-33].

In questo studio viene anche riferito che la neurotensina (NT) e l’ormone che determina il rilascio della corticotropina (CRH), secreti sotto stress, stimolano in modo sinergico i mastociti, portando ad accrescere la permeabilità vascolare [34] e contribuendo alla disgregazione della  barriera emato-encefalica BBB [35]. Abbiamo inoltre dimostrato che la NT stimola la secrezione da parte dei mastociti del fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGF) [36], che è anche un vasodilatatore. La NT aumenta anche l’espressione del recettore-1 della CRH (CRHR-1) [37],  la cui attivazione mediante CRH aumenta la stimolazione allergica dei mastociti umani [38].

La NT è un peptide vasoattivo originariamente isolato dal cervello [39], ma trovato anche nell’intestino dove è stato implicato nell’infiammazione [40] e in un’aumentata permeabilità intestinale nei roditori [41]. La NT aumenta nella pelle a seguito di stress acuto, stimola i mastociti della pelle e aumenta la permeabilità vascolare nei roditori [42]. La NT stimola i mastociti peritoneali dei roditori a secernere l’istamina e innalza i livelli plasmatici di istamina attraverso l’attivazione di specifici recettori NT (NTR) [43-45]. Inoltre, la NT è rapidamente degradata dalle proteasi dei mastociti [34,46] che implicano una stretta regolazione della sua attività.

I mastociti sono cellule immunitarie derivate dal tessuto emopoietico responsabili di allergie, ma anche implicate nell’immunità [47] e nell’infiammazione [18]. I mastociti possono produrre mediatori pro- e anti-infiammatori [48] e possono avere funzioni immuno-modulatorie [47,49-51]. È quindi di interesse che le reazioni allergiche siano comuni nei bambini con ASD [52,53] che implicano l’attivazione di mastociti da parte di fattori scatenanti non allergici [17]. La fonte più ricca di mastociti nel cervello è il diencefalo [54] che regola il comportamento, mentre la più alta concentrazione di NTR è nell’area di Broca [55], che regola il linguaggio, noto per essere perso in molti bambini con ASD. I mastociti sono responsabili di provocare l’infiltrazione dei neutrofili che promuove l’infiammazione [56]. Le interazioni mastociti-microglia sono importanti nelle malattie neuroinfiammatorie [57,58]. La microglia è l’insieme delle cellule immunitarie innate del cervello che sono sempre più implicate in un certo numero di malattie neuropsichiatriche [59]. In realtà, la crescita e un’attivazione microgliale abnormi sono state recentemente riportate nel cervello dei pazienti con ASD [60,61]

La microglia esprime l’anticorpo NTR3, attivazione del quale porta alla sua proliferazione [62].

La NT ha ulteriori azioni che sono rilevanti per l’ASD (Tabella 1): induce secrezione intestinale e mobilità [63], stimola la proliferazione delle cellule gliali [64] e può facilitare le convulsioni attraverso l’attivazione dei recettori del glutammato [65]. Infatti, il recettore del glutammato mGluR5 è risultato essere iperattivo nei topi X fragili [66,67], una condizione associata ad alto rischio di ASD.

Azioni rilevanti della neurotensina nella patogenesi dei disturbi dello spettro autistico.
Tabella 1 – Azioni rilevanti della neurotensina nella patogenesi dei disturbi dello spettro autistico.

In altre parole, la NT potrebbe contribuire alla patogenesi dell’ASD attraverso meccanismi diversi (Figura 1).

Infiammazione cerebrale focale e autismo
Infiammazione cerebrale focale e autismo

Vi è anche il supporto per l’aumento dello stress ossidativo [68] e alcuni difetti mitocondriali (mt) almeno nei sottogruppi di pazienti con ASD [69]. Per quanto riguarda l’attivazione epigenetica dei geni di suscettibilità, questa è sempre più invocata per spiegare l’ASD [7,82]. Abbiamo dimostrato che il mtDNA è significativamente aumentato nel siero di bambini autistici giovani [70], che hanno anche aumentato significativamente il livello sierico di NT [71]; ciò fa attivare i mastociti a secernere il mtDNA [38] che agisce da patogeno innato in grado di stimolare i mastociti [72] e altre cellule immunitarie, passando all’autoinfiammazione [73]. In molti studi viene evidenziato come autoimmunità e infiammazione siano aspetti dello stesso problema che possono alimentarsi vicendevolmente. Sempre con riferimento allo studio in oggetto,, il mtDNA può causare degenerazione neuronale e un comportamento alterato [74]. Gli autori ritengono che l’ASD abbia origine da insulti perinatali immunitari [75,76] che, attivando i geni di suscettibilità ASD, portano all’encefalite focale (Tabella 2).

Chiavi dei processi patologici nell'ASD.
Chiavi dei processi patologici nell’ASD.

Bibliografia della pubblicazione citata. Download.

Vaccinazione epatite B HBV e Sclerosi Multipla

Diversi studi epidemiologici hanno esaminato il potenziale collegamento tra vaccino anti epatite B HBV e un aumento del rischio di sclerosi multipla (SM) o di altre patologie demielinizzanti. La maggior parte non ha trovato un’associazione costante tra vaccino HBV e sclerosi multipla, ma alcuni di questi studi avevano delle limitazioni metodologiche. Questo studio è invece coerente con le osservazioni fatte da Hernan et al. sul rischio di sclerosi multipla dopo vaccinazione HBV ricombinante. Gli autori hanno osservato un aumento del rischio di sclerosi multipla (OR ¼ 3: 1, 95% CI ¼ 1: 5 2 6: 3) dopo vaccinazione HBV scomparso in condizioni di nessuna vaccinazione, in linea con la nostra osservazione (OR ¼ 5: 2, 95% CI ¼ 1: 9 2 20) per sclerosi multipla dopo vaccinazione HBV. Inoltre, altri studi hanno inoltre osservato un notevole aumento dei rischi per i disturbi autoimmuni come il lupus, il Morbo di Graves e la sindrome da stanchezza cronica improvvisa (CFS) dopo HBVs [30,31], compatibile con i risultati degli SAAE osservati nel presente studio. Gli autori hanno concluso che il vaccino HBV è associato ad un aumento del rischio di sclerosi multipla.

Vaccinazione anti epatite B e insorgenza della sclerosi multipla e di altre patologie autoimmuni demielinizzanti.
Vaccinazione anti epatite B e insorgenza della sclerosi multipla e di altre patologie autoimmuni demielinizzanti.

Questo studio studio caso-controllo di gravi eventi avversi autoimmuni dopo immunizzazione con vaccino HBV è disponibile qui:

A case-control study of serious autoimmune adverse events following hepatitis B immunization. (DOI: 10.1080/08916930500144484 · Source: PubMed)

https://www.researchgate.net/publication/7558011_A_case-control_study_of_serious_autoimmune_adverse_events_following_hepatitis_B_immunization.

Vaccino HBV e Patologie Autoimmuni

Endocrinopatie Autoimmuni e Vaccinazioni

Ipotesi di attacco delle cellule tiroidee in una condizione autoimmune
Ipotesi di attacco delle cellule tiroidee in una condizione autoimmune

Endocrinopatie. L’esposizione a diversi tipi di adiuvanti e la sindrome ASIA (Autoimmune Sindrome Inducted by Adjuvants) da essi scatenata attraverso i vaccini che li contengono è nota già dal 2011 e viene descritta come induzione del sistema immunitario a produrre anticorpi contro sé stesso (autoanticorpi). Gli adiuvanti vengono aggiunti ai vaccini al fine di pre-amplificare la risposta immunitaria e consentire così agli antigeni vaccinali di sollecitare maggiormente la produzione anticorpale. Le condizioni autoimmuni catalogate riguardavano principalmente la sclerosi sistemica, il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide a cui si aggiunsero, fino alla data di pubblicazione del textbook  “Vaccines & Autoimmunity” del Dr. Yehuda Shoenfeld et al. – Ed. 2015, Wiley. In quegli anni erano stati segnalati dalle cliniche partecipanti allo studio solo pochi casi di tiroidite di Hashimoto / tiroidite subacuta, dopo l’esposizione ai vaccini e in periodo post-operatorio a seguito di impianti di protesi al silicone.

In questo studio recentissimo, ”Autoimmune/inflammatory Syndrome induced by Adjuvants and Thyroid Autoimmunity”, pubblicato il 24 Gennaio 2017 sul “Journal of Endocrinology” – doi: 10.3389/fendo.2016.00150 da: Abdulla Watad1,2,3, Paula David2,4, Stav Brown3 and Yehuda Shoenfeld2,3,5* 1 Department of Medicine “B”, Sheba Medical Center, Tel-Aviv, Israel, 2 Zabludowicz Center for Autoimmune Diseases, Sheba Medical Center, Tel-Aviv, Israel, 3 Sackler Faculty of Medicine, Tel-Aviv University, Tel-Aviv, Israel, 4 Faculdade de Ciências Médicas, Universidade do Estado do Rio de Janeiro, Rio de Janeiro, Brazil, 5 Laura Schwarz-Kipp Chair for Research of Autoimmune Diseases, Tel-Aviv University, Tel-Aviv, Israel.

Sono riassunte le attuali conoscenze sulla sindromi ASIA indotte dagli adiuvanti vaccinali a livello della tiroide, inquadrabili come endocrinopatie.

Nella premessa di detto studio viene evidenziato che:

“….Il rischio di contrarre malattie autoimmuni, determinato dal background genetico del paziente, è amplificato nei pazienti con una storia di patologie autoimmuni come il diabete mellito di tipo 1 (DM1).

Gli anticorpi tiroidei possono essere identificati in circa il 20-25% dei pazienti con diabete di tipo 1 e, fino al 50% di essi, si evolvono a malattie autoimmuni della tiroide (AITD) (16). Le malattie autoimmuni della tiroide (endocrinopatie) sono state descritte in molti casi clinici e in serie di casi, presentando manifestazioni autoimmuni della tiroide insieme ad altre condizioni autoimmuni….”

ENDOCRINOPATIE E SINDROME ASIA

La presenza di processi patologici nelle ghiandole endocrine è stata segnalata da “…livelli anormali di ormoni circolanti, che portano a endocrinopatie..” È certo che alcuni disturbi endocrini come la tiroidite di Hashimoto (HT), la malattia di Graves e il diabete di tipo 1 (18-20) sono immuno-mediati ed è possibile che le patologie autoimmuni endocrine possano essere attivate dagli adiuvanti vaccinali, configurando casi che rientrano nella sindrome ASIA. Allo stato attuale, sebbene:

Cellule giganti nelle endocrinopatie
Cellule giganti nelle endocrinopatie

“….i case-reports, gli studi di coorte e i casi-controllo sulla sindrome ASIA e il loro collegamento con le endocrinopatie, siano ancora scarsi, cominciano ad essere segnalati casi di insufficienza ovarica primaria (POF) di origine post-vaccinazione anti-papilloma virus aventi una natura immuno-mediata (20-30% dei casi) grazie all’identificazione di autoanticorpi contro gli antigeni ovarici nella teca, granulosa, corpo luteo e zona pellucida (27-29)….”

“…la POF è comunemente associata con altre malattie autoimmuni quali la malattia di Addison, la tiroidite, la sindrome polighiandolare autoimmune, il lupus eritematoso sistemico (SLE), la porpora idiopatica trombocitopenica (ITP) e la sindrome di Sjogren. La patogenesi della POF coinvolge anche mutazioni genetiche, disordini metabolici, fattori ambientali quali un’infezione virale, chemio e radioterapia e interventi chirurgici. (30)….”

“……Il vaccino HPV è stato riportato come un importante problema nella sindrome ASIA, già correlato, per esempio, alla sindrome di Guillain Barre e ad altre neuropatie quali la SLE, la vasculite, l’ITP e l’epatite autoimmune (32-36). Lo sviluppo di patologie autoimmuni come evento avverso conseguente al vaccino può essere dovuto sia alle sue particelle HPV simil-virali che possiedono delle potenti proprietà immunostimolanti (e che possono indurre autoimmunità da mimetismo molecolare, da diffusione di epitopo, effetto del vicino ed attivazione policlonale) (37), sia alla presenza di Alluminio come adiuvante nel vaccino. Gli adiuvanti sono in grado di accrescere, intensificare e prolungare l’immunorisposta antigene-specifica dei vaccini senza conservare il proprio specifico effetto antigenico (38). Le malattie autoimmuni (endocrinopatie immunomodulate) ben definite, così come i disordini immunitari non specifici seguenti alla vaccinazione, possono presentarsi come eventi avversi subacuti oppure apparire mesi o anni dopo i richiami (39-43). Pazienti geneticamente predisposti presentano maggiori probabilità di presentare manifestazioni tardive e sono ad alto rischio di sviluppare la sindrome ASIA….”

“….Colafrancesco et al. (21) hanno recentemente riportato tre casi di POF dopo l’immunizzazione con il vaccino HPV. Le tre pazienti rispondevano ai criteri diagnostici per la sindrome ASIA suggeriti da Shoenfeld e Agmon-Levin (6). Questi autori descrivono tre giovani donne precedentemente in salute e con un normale sviluppo sessuale che hanno ricevuto tre somministrazioni di vaccino HPV quadrivalente. Le pazienti segnalavano sintomi generali, includenti nausea, dolori gastrici  intensi e sensazioni di bruciore nell’area del braccio in cui era stata eseguita l’iniezione, mal di testa, insonnia, artralgia, depressione, ansia e difficoltà di concentrazione e poi presentata amenorrea approssimativamente entro 10 mesi, 2 e 10 anni dopo la prima dose….

La positività per gli anticorpi (anti-TPO e anti-ovarico) di due su tre di queste pazienti, confermava la natura autoimmune immunomodulata di queste endocrinopatie unitamente agli screening tiroidei,

“…..mostrando un incremento dell’ormone follicolo-stimolante (FSH) e dell’ormone luteinizzante (LH) e di livelli di estradiolo estremamente bassi…”

senza peraltro sussistere uno stato di gravidanza.

http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fendo.2016.00150/full

Published on “Frontiers of Endocrinology

January 2017 | Volume 7 | Article 150 1 Review published: 24 January 2017 doi: 10.3389/fendo.2016.00150


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Meccanismi della Vaccinazione

Antigeni e sistema linfatico
Meccanismo di azione degli antigeni sul sistema linfatico

Argomento trattato/approfondito anche dall’immunologo Dr. Prof. Giulio Tarro, ecco qui di seguito un estratto di un post del Dr. Flavio Bianchi:

“…Che cos’è una vaccinazione? In cosa consiste, brevemente, il suo meccanismo? Una stimolazione ripetuta ed intensa degli organi linfoidi
Cosa accade? Si introduce un antigene (proteina virale purificata), che provoca l’attivazione del sistema del complemento, che consta in una ventina di proteine circolanti e di membrana, essenziali nel meccanismo di difesa umorale contro gli agenti infettivi
Questo comporta il reclutamento di varie cellule immunocompetenti, monociti, macrofagi, polinucleati, linfociti B e linfociti T

In seguito alla risposta immunitaria si formano anticorpi che si legano all’antigene relativo con formazione di immunocomplessi circolanti

  • Nasce già qui la prima domanda: dove vanno, dove si depositano?
  • Seconda domanda: si conosce la codifica genetica del sistema del complemento di quel bimbo?

Tutti dovrebbero sapere che le proteine del complemento C2 e C4 hanno a che fare con il Lupus, che la C3 con infezioni fatali, che la C5 e la C6 con la meningite e la C1 con l’edema angioneurotico

(Ovviamente è inesistente un qualsiasi screening di cautela)

Inoltre queste proteine purificate da sole sono scarsamente immunogeniche: vuol dire che da sole non bastano ad indurre una risposta immunitaria! Allora che si fa? Si “sporca” il vaccino

Adiuvante di Freund
Adiuvanti a Confronto

Quasi nessuno sa che al fine di avere una risposta immunitaria è necessario un espediente che si chiama Adiuvante di Freund: si mescola la proteina purificata con una emulsione di olio minerale e batteri della tubercolosi uccisi al calore, emulsionati con lanolina

Questo “preparato” induce una reazione di antigene e di anticorpi, e che produce alfa e gamma globuline del siero, tramite cui s’induce una enorme ossidazione dell’intero sistema che è la coordinata principale del terreno canceroso e leucemico

La soppressione di malattie acute aumenta esponenzialmente il rischio di malattie croniche in età adulte. ⚠Clienti per tutta la vita delle case farmaceutiche⚠

I nostri nonni di fronte a morbillo, scarlattina, parotite etc. dicevano: “Lascialo stare che sta crescendo”
Ognuno di noi ha una carta d’identità biologica, un marchio di fabbrica unico immunologicamente, si chiama HLA: è un sistema di riconoscimento per la adattabilità evolutiva di una specie rispetto all’ambiente. Ovvero la possibilità di discriminare la soggettività di un individuo e di verificare la sua predisposizione a determinate malattie (conflitti) e la protezione rispetto ad altre. Ognuno di noi è immune a certe malattie e suscettibile rispetto ad altre. Per esempio coloro che hanno gruppo sanguigno AB codificato dall’HLA, sono immuni al Colera, ed è impossibile che possano ammalarsi di questa malattia, nemmeno per iniezione endovenosa!

L’OMS dice che la tolleranza massima al mercurio è di ➡0,1 mcg. per kg. di peso corporeo⬅

Il Thimerosal che è tiosalicilato di mercurio presente nei vaccini, varia da ⚠120 a 175 mcg.⚠ per ogni singola dose, ben ⚠⚠25 volte superiore al livello di sicurezza⚠⚠ (un bimbo pesa mediamente 5 kg)
Si deposita, per sempre, nelle ossa; ci sono reperti anatomopatologici a conferma. Inoltre è neurotossico e lo si trova nell’amigdala, nell’ippocampo e nel talamo

Nella corteccia si trova invece l’alluminio, presente nei vaccini 376 volte la dose considerata normale (causa encefalopatia). 10 giorni dopo l’inoculazione del vaccino (trivalente, esavalente) abbiamo una caduta della conta linfocitaria in tutti i bambini, una riduzione della capacità fagocitante dei neutrofili e iperproduzione di Ig E

Si forma nel sangue un aggregato di antigeni e proteine del complemento circolanti per tutta la vita. Montinari (genetista e primario, studioso dell’autismo, e presidente dell’associazione Universo Bambino) si batte da una vita perchè ha dimostrato con screening genetico l’alterazione genetica nell’ HLA di tutti i bimbi autistici. L’ HLA è la carta d’identità genetica personale

Inoltre i vaccini per “funzionare” devono essere sporcati tramite l’Adiuvante di Freund, che è una tubercolina lisata con formaldeide. Perché questo è importante? Perché un aggregato con tubercolina passa nel nucleo cellulare e viene riconosciuto dal “self” in quanto nel secondo cromosoma braccio corto abbiamo il codice della tubercolosi. Ma non basta l’avvelenamento, altrimenti, tutti i bimbi sarebbero autistici…

Durante la gravidanza, nella placenta è presente una condizione immunitaria di tipo 2 (il monossido di azoto non viene prodotto), vale a dire che le cellule T nella placenta producono in grande parte citochine del tipo 2.

Perché? Perché se in gravidanza si producessero prevalentemente citochine del tipo 1, avremmo la morte precoce del feto (per rigetto). I vaccini vivi, come l’MPR che genera reazioni acute del tipo 1, vengono catturati dalle cellule dendritiche, ma essendo il sistema tarato sul tipo 2 esso non è più in grado di reagire e i virus insediati all’interno delle cellule vengono congelati, soppressi temporaneamente. Il tipo 1 ci difende dai tumori, oltre che dai virus, e questo è l’inizio del percorso verso la predisposizione alle malattie autoimmuni e al cancro

Con una vaccinazione, soprattutto nei soggetti con gruppo sanguino 0 si ha una iperstimolazione delle cellule dendritiche e delle cellule T citotossiche causando notevoli danni all’organismo: in particolare, i vaccini vivi attenuati hanno la capacità di penetrare le cellule dendritiche e quindi stimolare le cellule T con eccessiva produzione del gas Monossido di Azoto che darà origine a fenomeni infiammatori, come per esempio la Meningite asettica

Inoltre, a causa della memoria immunitaria il sistema, nel corso della vita, di fronte a qualsiasi virus risponderà con una iperstimolazione delle cellule T e diventerà perciò la causa diretta di malattie autoimmuni. Le cellule dendritiche sono geneticamente espresse e sono decisive nel caso dei trapianti. Questo che si chiama MHC (maggior complesso di istocompatibilità) è diverso da persona a persona, tranne che nei gemelli identici. La reazione agli agenti esterni, siano esse tossine, organi trapiantati, vaccinazioni, sono quindi individuali: nessuno avrà la stessa reazione alle sostanze estranee

Per fare alcuni esempi di reazione in rapporto al gruppo sanguigno, il gruppo B ha una maggior reazione di tipo neurotossico, quindi maggior pericolo di danni neurologici soprattutto per la presenza di mercurio ed altri additivi… Il gruppo A è sensibile a livello gastrointestinale e quindi ai vaccini presi per via orale. Si è visto che il gruppo 0, quello più antico dei mangiatori di carne (Cromagnon), ha una forte reazione post vaccinale del tipo 1 (immunità cellulare)

Il gruppo A, quello dei contadini la cui alimentazione era più specializzata verso i cereali, ha una forte reazione di tipo 2, maggior numero di anticorpi e maggior rischio da malattie di tipo allergico. Della differenza dei gruppi non si parla mai, nemmeno quelli che sono contro le vaccinazioni. Perché è importante? Perché sembra che nelle persone con gruppo A l’incidenza dei tumori sia maggiore rispetto a quelli del gruppo 0 e quelle persone del gruppo 0 che ce l’hanno, per esempio al seno la prognosi è migliore rispetto alle persone con gruppo A. Il gruppo 0 sopporta anche meglio la chemioterapia
Per il gruppo AB stessa cosa che per il gruppo A, maggior incidenza di tumori e minor sopportazione della chemio. Cento anni fa solo il 10% della popolazione era affetta da tumori, oggi siamo al 35% ed entro il 2030 saremo al 50%

Stiamo violentando continuamente il nostro sistema immunitario!!
Non ci siamo accorti, ma oggi lo sappiamo, che con le vaccinazioni e gli antibiotici, abbiamo alterato la catena di respirazione mitocondriale, la sede della produzione dell’energia, con una commutazione permanente verso la forma di produzione fermentativa, senza cioè l’utilizzo di ossigeno. Questo non significa altro che una cellula tumorale diventa un parassita cellulare, perché ha bisogno di quantità enormi di glucosio. I geni dei mitocondri non possiedono meccanismi di riparazione, rispetto ai geni protetti all’interno del nucleo della cellula

Questi geni mitocondriali danneggiati, oppure mutati, sono trasmessi solo per via materna alle generazioni successive. Fra tre generazioni il numero dei geni danneggiati sarà superiore ai geni intatti. La risposta è una sola: “o cambiamo… o muoriamo”

Nota di redazione (a cura di Luana DiEmme): “…Inoltre, a causa della memoria immunitaria alterata dalla profilassi vaccinale, durante il corso della vita il sistema immunitario – di fronte a qualsiasi virus (e/o batterio patogeno e/o “disbiotico”) – risponderà con una iperstimolazione delle cellule T e diverrà perciò la causa diretta d’innesco di patologie autoimmuni⬅…”

 

Sindrome Autoimmune Indotta dagli Adiuvanti Vaccinali

Innesco di condizioni autoimmuni da vaccinazioni

Innesco di condizioni autoimmuni da vaccinazioni
Innesco di condizioni autoimmuni da vaccinazioni

Alla luce dei numerosi lavori pubblicati dal Dott. Yehuda Shoenfeld nel Dicembre 2015 nel Testo Unico “Vaccines & Autoimmunity”, è confermatissima la responsabilità di numerosi vaccini per uso pediatrico e adulto nello scatenare, anche dopo anni dall’inoculo, numerosi tipi di reazioni autoimmuni in cui l’organismo produce degli auto-anticorpi in grado di attaccare “senza fine” sé stesso… L’abstract in immagine, peraltro pubblicato da ELSEVIER, maggior editore medico mondiale, si riferisce ad un lavoro precedente di Soriano, Nesher e dello stesso Shoenfeld uscito nel 2014 e di cui è possibile trovare gli originali nei links sotto riportati. Già prima del 2014, tuttavia, erano state riportate numerose osservazioni da parte di altri autori su questa strettissima correlazione. Assurdo il fatto che i periti superpartes, come coloro che si occupano di giustizia nelle cause per danni da vaccino non siano adusi a consultare queste pietre miliari della ricerca sull’autoimmunologia. Intanto ci sono ancora moltissimi genitori di bambini danneggiati da vaccinazioni “a tappeto” che non sospettano minimamente la causa vaccinale come scatenante la malattia autoimmune subìta dai loro bambini…

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25277820