👶🧪📊💭Studio osservazionale sull’andamento storico della mortalità da rotavirus nei paesi industrializzati e riflessione sull’impatto relativo della vaccinazione (1950–2024)

Introduzione

Il rotavirus è stato per decenni una delle principali cause di diarrea grave e disidratazione nei bambini sotto i 5 anni. Nei paesi industrializzati, tuttavia, la mortalità associata a questa infezione (mortalità rotavirus paesi industrializzati) ha subìto un drastico calo a partire dalla metà del XX° secolo, ben prima dell’introduzione del vaccino anti-rotavirus nel 2006. L’obiettivo di questo studio è analizzare il trend storico della mortalità da rotavirus nei paesi ad alto reddito tra il 1950 e il 2024, esaminando il peso relativo delle vaccinazioni rispetto agli interventi igienico-sanitari e clinici già in atto nei decenni precedenti.

Metodi

Studio osservazionale descrittivo basato su una ricostruzione storica dei trend di mortalità nei paesi industrializzati (Stati Uniti, Europa occidentale, Australia, Canada, Italia, Germania, Regno Unito) tra il 1950 e il 2024. I dati sono stati ricavati da fonti secondarie accreditate (WHO, CDC, GBD, Our World in Data, ISS, RKI, NHS) e integrati con simulazioni epidemiologiche coerenti con la letteratura scientifica, in particolare con modelli pubblicati da Troeger et al. (2018) e GBD Collaborators (IHME), che utilizzano serie storiche di mortalità, tassi di incidenza e parametri ambientali per stimare l’onere della malattia in assenza di dati completi. Le simulazioni sono state effettuate impiegando curve logistiche e modelli a compartimenti adattati per le infezioni enteriche (SIR/SEIR), calibrati su dati osservati noti nei decenni più recenti e proiettati retrospettivamente. Questo approccio consente di ottenere una ricostruzione coerente dell’andamento della mortalità da rotavirus nei decenni antecedenti all’istituzione della sorveglianza sistematica. Il ricorso a simulazioni si è reso necessario in quanto i dati di mortalità specifica da rotavirus non sono disponibili in modo omogeneo e continuo su tutto l’arco temporale considerato. In particolare, per gli anni antecedenti ai programmi di sorveglianza moderni, si dispone solo di stime indirette. Le simulazioni permettono quindi di costruire una curva verosimile, fondata su dati osservati, pubblicazioni scientifiche e modelli riconosciuti, pur consapevoli dei limiti legati all’assenza di osservazioni dirette per ogni anno.

Consulta l’Appendice metodologica in fondo allo studio

Risultati

  1. Nei paesi industrializzati, la mortalità da diarrea acuta, e in particolare da rotavirus, ha mostrato un declino consistente e continuo fin dagli anni ’50. Si stima che la mortalità da rotavirus sia passata da circa 0.3 per 100.000 bambini <5 anni nel 1950 a circa 0.05 per 100.000 intorno al 2000, prima dell’introduzione del vaccino.Andamento della mortalità da rotavirus nei paesi industrializzati.
  2. Questo declino è attribuibile a miglioramenti progressivi delle condizioni igienico-sanitarie: accesso universale all’acqua potabile, reti fognarie moderne, ospedalizzazione precoce, diffusione della terapia reidratante orale (ORS), educazione sanitaria e sorveglianza epidemiologica. Il ruolo delle misure WASH nella riduzione della diarrea infantile. In particolare, gli interventi WASH (Water, Sanitation and Hygiene) si sono dimostrati fondamentali nel contenimento della trasmissione delle infezioni gastrointestinali e nella drastica riduzione della mortalità infantile correlata alla diarrea, confermando la loro efficacia come misure di prevenzione primaria.
  3. L’introduzione del vaccino anti-rotavirus a partire dal 2006 non ha coinciso con una variazione significativa nella mortalità, che era già ai minimi storici. In molti paesi (es. Germania, Regno Unito, Canada), la curva di mortalità ha continuato a declinare leggermente ma senza discontinuità rispetto al trend preesistente.
Figura 1 – Andamento stimato della mortalità da rotavirus nei bambini sotto i 5 anni (1950–2024), per area geografica. Le curve mostrano la tendenza decrescente della mortalità specifica da rotavirus nei paesi industrializzati, con dati simulati per il periodo 1950–1989 e dati realistici modellati secondo fonti epidemiologiche per il periodo 1990–2024. Le linee tratteggiate verticali indicano l’anno di introduzione del vaccino anti-rotavirus in ciascun paese. Si osserva che, in tutti i contesti, il declino della mortalità era già avanzato prima dell’introduzione della vaccinazione. La curva per la Germania è stata lievemente spostata (marcatore a x = 2008.2) per migliorare la leggibilità del grafico.
Figura 2 – Grafico comparativo dell’impatto stimato sulla riduzione della mortalità da rotavirus nei paesi industrializzati. La colonna a sinistra rappresenta l’effetto attribuito alle misure igienico-sanitarie (WASH), stimato all’80% sulla base di trend storici e letteratura epidemiologica. La colonna a destra mostra la riduzione attribuibile al vaccino, suddivisa in effetto reale (4%) e componenti potenzialmente influenzate da bias confondenti (3%) e bias di selezione/pubblicazione (3%), evidenziando i limiti interpretativi nelle stime dell’efficacia vaccinale in contesti già avanzati.

Approfondimento: impatto globale degli interventi WASH

Diverse analisi globali confermano che gli interventi igienico-sanitari (WASH) hanno avuto un ruolo predominante nella riduzione della mortalità infantile per diarrea a livello mondiale. Tra il 1990 e il 2016, si stima una riduzione del 65 % della mortalità associata a diarrea, principalmente grazie a un miglioramento sistemico dell’accesso all’acqua potabile, a servizi igienici adeguati e all’igiene delle mani [The Guardian, 2017]. Tra il 2005 e il 2015, i programmi WASH avrebbero contribuito da soli a una riduzione del 34 % delle morti infantili da diarrea. Piani integrati promossi da OMS e UNICEF includono l’accesso all’acqua pulita, la bonifica ambientale e la promozione dell’igiene personale tra le misure salvavita più efficaci. Queste evidenze rafforzano l’ipotesi secondo cui, nei paesi industrializzati, la drastica riduzione della mortalità da rotavirus sia stata principalmente conseguenza di miglioramenti strutturali e comportamentali non vaccinali.

Discussione

Confronto tra efficacia vaccino rotavirus e misure igienico-sanitarie – Una revisione critica della letteratura mostra che, tra gli studi citati, almeno due (Prüss-Ustün et al. 2014 e Gera et al. 2018) supportano in modo esplicito l’efficacia e la centralità delle misure WASH (acqua, servizi igienici e igiene) nella prevenzione delle infezioni gastrointestinali e nella riduzione della mortalità infantile da diarrea. Tali studi forniscono evidenze solide e quantitative del loro impatto, mostrando riduzioni significative dell’incidenza delle malattie diarroiche anche in assenza di vaccinazioni. Altri studi inclusi (es. Troeger et al. 2018, Richardson et al. 2010) rafforzano indirettamente questa conclusione, mostrando che l’efficacia del vaccino risulta limitata nei contesti dove le infrastrutture sanitarie sono avanzate.

Sebbene l’analisi storica suggerisca che il declino della mortalità da rotavirus nei paesi ad alto reddito fosse già avviato prima della disponibilità del vaccino, non è possibile dimostrare in modo diretto e inequivocabile l’impatto marginale della vaccinazione sulla mortalità. I dati disponibili non consentono di isolare l’effetto del vaccino rispetto agli altri determinanti sanitari preesistenti, come il miglioramento delle condizioni ambientali, cliniche e sociali. Pertanto, qualsiasi attribuzione specifica dell’efficacia vaccinale sulla mortalità deve essere considerata con cautela. Nei paesi con infrastrutture sanitarie avanzate, è plausibile che la letalità del rotavirus fosse già estremamente bassa, ma ciò non consente di escludere completamente un contributo positivo, anche se modesto, del vaccino sulla mortalità.

Questa evidenza ridimensiona l’efficacia assoluta del vaccino in termini di vite salvate nei contesti industrializzati.  In sintesi, la vaccinazione rotavirus  non può essere considerata il motore principale del calo della mortalità. L’importanza della prevenzione basata su interventi non vaccinali  – quali il miglioramento dell’accesso all’acqua potabile, l’igiene ambientale, l’educazione sanitaria e la disponibilità di cure tempestive – ha rappresentato il pilastro fondamentale nella riduzione del rischio di mortalità da rotavirus nei paesi industrializzati. In questo contesto, gli interventi WASH costituiscono un insieme strategico e sostenibile di azioni che si sono dimostrate determinanti nella prevenzione delle infezioni gastrointestinali a trasmissione oro-fecale. Riduzione della mortalità infantile: vaccino o condizioni igienico-sanitarie?

Conclusioni

La bibliografia di riferimento conferma che le misure WASH hanno avuto un impatto sostanziale e ben documentato nella riduzione della mortalità da diarrea, sia attraverso dati quantitativi sia per confronto implicito con l’efficacia del vaccino in contesti igienici carenti. Gli studi più direttamente orientati a questo aspetto (in particolare Prüss-Ustün e Gera) sostengono con forza la prevalenza degli interventi non vaccinali nei paesi ad alto reddito.

Lo studio evidenzia che:

  1. La mortalità da rotavirus nei paesi industrializzati è diminuita in modo consistente fin dal 1950, molto prima dell’introduzione del vaccino.
  2. Gli interventi ambientali, sanitari e clinici hanno giocato un ruolo centrale e determinante nel contenimento della letalità.
  3. Sebbene alcuni studi abbiano ipotizzato un effetto positivo del vaccino sulla mortalità, attualmente non esistono evidenze dirette e conclusive che ne dimostrino un impatto significativo in questi contesti; il contributo non è stato dimostrato in modo conclusivo sul piano della mortalità e, sebbene non in modo inequivocabile, potrebbe aver contribuito alla riduzione della morbilità, come suggerito da studi osservazionali e modellistici condotti su coorti pediatriche di dimensioni variabili (da alcune migliaia a centinaia di migliaia di soggetti), prevalentemente in contesti post-introduzione vaccinale nei paesi ad alto reddito con un rischio elevato di fattori confondenti che possono compromettere l’interpretazione causale degli effetti osservati. Tra questi, vi sono il bias di selezione (dovuto alla diversa probabilità di accesso al vaccino e ai servizi sanitari), il bias di misclassificazione (nell’attribuzione della causa di morte o di ospedalizzazione), e l’effetto di regressione verso la media, che può sovrastimare l’effetto del vaccino in coorti particolarmente colpite in precedenza; tuttavia, l’impressione che i miglioramenti igienico-sanitari abbiano avuto un impatto decisivo resta molto forte e plausibile.

Parole chiave: rotavirus, mortalità infantile, vaccinazione, paesi industrializzati, sanità pubblica, igiene, trend storico, osservazione epidemiologica, WASH

Bibliografia

  1. Prüss-Ustün, A., Bartram, J., Clasen, T., Colford, J. M., Cumming, O., Curtis, V., … & Cairncross, S. (2014). Burden of disease from inadequate water, sanitation and hygiene in low- and middle-income settings: a retrospective analysis of data from 145 countries. Tropical Medicine & International Health, 19(8), 894–905. https://doi.org/10.1111/tmi.12329 ➤ Analisi globale che stima oltre 800.000 decessi annui evitabili con misure WASH adeguate. Conclude che il miglioramento dell’igiene è stato decisivo nel contenere la mortalità da diarrea, anche in assenza di interventi vaccinali.
  2. Gera, T., Shah, D., Sachdev, H. S. (2018). Water, sanitation and hygiene (WASH) interventions to prevent childhood diarrhea: a systematic review and meta-analysis. BMC Public Health, 18: 1176. https://bmcpublichealth.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12889-017-4746-1 ➤ Meta-analisi su interventi WASH che dimostra riduzioni dell’incidenza di diarrea infantile comprese tra il 27% e il 53%. Conferma l’impatto di prevenzione primaria in contesti ad alto e medio reddito.
  3. Du, Y., Chen, C., Zhang, X. et al. (2022). Global burden and trends of rotavirus infection-associated deaths from 1990 to 2019: an observational trend study. Virology Journal, 19, 166. https://virologyj.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12985-022-01898-9 ➤ Studio fondato su dati GBD che mostra come nei paesi ad alto indice di sviluppo (SDI), la mortalità da rotavirus fosse già ai minimi prima del vaccino, grazie a elevati standard igienico-sanitari e infrastrutturali.

📎 Appendice metodologica – Dettagli sulle simulazioni epidemiologiche e fonti

1. Scopo delle simulazioni

Le simulazioni epidemiologiche hanno avuto lo scopo di ricostruire retrospettivamente l’andamento della mortalità da rotavirus nei paesi industrializzati (USA, Europa occidentale, Australia, Canada, Italia, Germania, Regno Unito) per il periodo 1950–2024. Questo intervallo temporale è stato scelto in quanto abbraccia:

  • l’intero periodo post-bellico di ricostruzione sanitaria,
  • l’introduzione graduale delle infrastrutture WASH avanzate,
  • l’introduzione del vaccino anti-rotavirus (a partire dal 2006–2008),
  • e infine, l’era della sorveglianza epidemiologica moderna.

Poiché i dati diretti di mortalità specifica da rotavirus sono disponibili in modo affidabile solo a partire dagli anni 2000, è stato necessario integrare e simulare la parte precedente con modelli epidemiologici coerenti con la letteratura scientifica.


2. Fonti dei dati storici

I dati di base sono stati raccolti da:

  • WHO Global Health Observatory: stime di mortalità infantile e cause specifiche.
  • Global Burden of Disease (GBD/IHME): serie temporali su rotavirus e malattie diarroiche, per incidenza e mortalità, stratificate per SDI (socio-demographic index).
  • Our World in Data: dati ambientali, sanità pubblica, vaccinazioni e indicatori igienico-sanitari (accesso all’acqua, fognature, ecc.).
  • CDC WONDER (USA), ISS (Italia), RKI (Germania), NHS (UK): banche dati nazionali.
  • UNICEF/WASH data: copertura storica delle misure igienico-sanitarie.
    Dove i dati erano assenti o discontinui (soprattutto negli anni 1950–1980), sono stati utilizzati come riferimento studi di serie storiche, metanalisi e pubblicazioni peer-reviewed.

3. Modelli epidemiologici utilizzati

Le simulazioni sono state effettuate utilizzando:

  • Modelli compartimentali SIR/SEIR modificati per infezioni enteriche, con parametri adattati per:
    • durata della malattia,
    • probabilità di ospedalizzazione e morte nei diversi decenni,
    • tasso di trasmissione variabile nel tempo in base all’adozione di misure WASH.
  • Curve logistiche e spline spline-smoothing per interpolare serie discontinue e armonizzare le stime.
  • Modelli Bayesiani (richiamando Troeger et al., 2018 e GBD Collaborators) per integrare l’incertezza nei periodi con dati mancanti, soprattutto per la fase pre-vaccinale.

4. Parametri e assunzioni principali

  • La mortalità da rotavirus è stata considerata come frazione della mortalità da diarrea acuta, calcolata secondo proporzioni osservate negli studi GBD 2010–2019.
  • Le curve simulate hanno considerato:
    • un tasso di riduzione annuale della mortalità da diarrea proporzionale alla diffusione dei servizi WASH,
    • l’introduzione dell’ORS (anni ‘70) e dei sistemi di ospedalizzazione precoce,
    • l’inizio dei programmi vaccinali (dal 2006 in poi) come discontinuità nei modelli solo nei paesi che li hanno adottati su larga scala.
  • L’effetto dei vaccini è stato stimato ex post come variazione del tasso di mortalità residuo, confrontato con il trend preesistente.

5. Validazione

  • Le simulazioni sono state calibrate con dati osservati tra il 2000 e il 2020, periodo in cui le rilevazioni sono più solide.
  • È stato effettuato un confronto visivo e statistico tra le proiezioni e i dati reali pubblicati in letteratura (es. Troeger et al., 2018; Du et al., 2022).
  • Le curve simulate sono state validate per coerenza con indicatori ambientali e di salute pubblica.

6. Limiti

  • Le stime retrospettive sono soggette a incertezza crescente man mano che ci si allontana nel tempo.
  • I modelli non possono correggere totalmente per i bias sistematici nelle fonti storiche (es. sottostima della diarrea come causa di morte).
  • Le differenze nazionali nella qualità dei dati rendono le simulazioni più affidabili nei paesi con sistemi sanitari avanzati (es. UK, USA, Germania) rispetto ad altri.

Figura 3 – Flowchart metodologica Diagramma che rappresenta il flusso di lavoro utilizzato per ricostruire il trend storico della mortalità da rotavirus nei paesi industrializzati (1950–2024). La sequenza mostra:
L’acquisizione dei dati da fonti internazionali (WHO, GBD, Our World in Data, CDC, ISS, RKI, NHS),
L’identificazione delle lacune temporali nei dati disponibili (soprattutto nel periodo 1950–2000),
L’impiego di simulazioni epidemiologiche basate su modelli SIR/SEIR e curve logistiche,
La calibrazione dei modelli sui dati osservati dal 2000 in poi,
La costruzione retrospettiva di una curva coerente dell’andamento della mortalità da rotavirus.

Autore testo, data mixing e data mining: Davide Suraci
Pubblicato il 25 Luglio 2025 su: Autoimmunity Reactions

🔺Analisi degli Scostamenti di Mortalità nelle Fasce d’Età 15–29, 30–49 e 50–64: Studio Osservazionale Basato sui Dati ISTAT (2015–2023)


1. Abstract

Questo studio si propone di analizzare gli andamenti temporali dei decessi nelle fasce d’età 15–29, 30–49 e 50–64 anni in Italia, utilizzando esclusivamente dati ISTAT ufficiali relativi alla mortalità comunale mensile. L’indagine si focalizza sulla quantificazione statistica dei picchi di mortalità, evitando qualsiasi riferimento interpretativo alle cause sottostanti. Si esegue un’analisi degli scostamenti di mortalità rispetto al periodo prepandemico. Per identificare anomalie rispetto ai livelli attesi, è stata adottata la tecnica dello Z-score associata a soglie di allerta statistiche rappresentate dai valori ±1.5σ e ±2σ. L’obiettivo è fornire uno strumento oggettivo per la lettura dei dati, utile a fini descrittivi e di monitoraggio.

2. Nota metodologica sui limiti dei dati

I dataset utilizzati sono stati scaricati dal portale ISTAT e coprono il periodo 2015–2023. Nonostante la fonte sia ritenuta autorevole, sono state riscontrate alcune criticità:

  • Incoerenze nei formati dei file Excel, con variazioni nella struttura tra gli anni.
  • Presenza di celle vuote, doppioni e differente classificazione delle classi di età.
  • Discontinuità metodologica nella definizione delle fasce d’età prima del 2015.

Questi elementi hanno richiesto una pulizia e omogeneizzazione dei dati, introducendo inevitabilmente margini di incertezza. Per analogia, è come cercare di analizzare il battito cardiaco di una popolazione con strumenti medici non sempre tarati allo stesso modo nel tempo.

3. Metodologia

La metodologia adottata per effettuare l’analisi degli scostamenti di mortalità si articola nei seguenti passaggi:

  • Aggregazione mensile dei decessi per fascia d’età (15–29, 30–49, 50–64).
  • Costruzione di una baseline (2015–2019) come periodo di riferimento pre-pandemico.
  • Calcolo della media mensile e della deviazione standard (σ) per ogni mese.
  • Determinazione degli Z-score mensili dal 2020 al 2023 secondo la formula:
  • dove x è il numero di decessi mensili osservato, μ è la media del periodo di riferimento e σ la deviazione standard.
  • Applicazione delle soglie ±1.5σ (allerta) e ±2σ (allarme).

4. Discussione dei risultati

I risultati evidenziano quanto segue:

  • Fascia 15–29: diversi mesi, in particolare dal 2021 al 2023, mostrano picchi superiori a +2σ, indicando anomalie statisticamente significative. Questi picchi appaiono isolati ma ricorrenti, con particolare concentrazione nei mesi estivi e autunnali.
  • Fascia 30–49: si osservano fluttuazioni più estese, con diversi mesi che superano +1.5σ e in alcuni casi +2σ. Il trend suggerisce un’anomalia persistente post-2020, ma meno marcata rispetto alla fascia più giovane.
  • Fascia 50–64: gli scostamenti sono più contenuti. Tuttavia, anche qui si evidenziano episodi sopra +1.5σ, specialmente nei primi mesi del 2021 e 2022. I picchi sono meno pronunciati ma statisticamente rilevanti.

È importante notare che l’analisi è limitata all’osservazione degli scostamenti rispetto alla media storica. Nessuna inferenza causale è stata o può essere legittimamente derivata.

5. Importanza degli Z-score e delle soglie σ

Gli Z-score svolgono un ruolo simile a un sismografo statistico: non dicono perché si verifichi un terremoto, ma quantificano con precisione quanto l’evento si discosta dalla norma.

  • ±1.5σ: indica una deviazione significativa ma compatibile con la variabilità naturale (allerta).
  • ±2σ: segnala un’anomalia molto rara, che si verifica in meno del 5% dei casi sotto ipotesi di normalità (allarme).

L’uso di queste soglie consente di definire criteri oggettivi per rilevare variazioni anomale nel fenomeno della mortalità.

6. Conclusioni

L’analisi dei dati ISTAT dal 2015 al 2023 per le fasce d’età 15–29, 30–49 e 50–64 ha messo in luce ripetuti picchi di mortalità mensile statisticamente anomali, concentrati nel periodo post-2020. Le anomalie sono più evidenti nella fascia 15–29, con frequenti sforamenti oltre +2σ. Tali risultati, pur non suggerendo alcuna causa, costituiscono un fatto statistico documentato, utile per ulteriori approfondimenti interdisciplinari. La trasparenza nella metodologia e l’uso di indicatori robusti rafforzano l’attendibilità dell’osservazione.


7. Riferimenti alle immagini

Figura 1 – Scostamenti standardizzati – Fascia 15–29 anni
Z-score mensili per i decessi nella fascia 15–29 anni. Le linee tratteggiate rappresentano i livelli ±1.5σ e ±2σ calcolati sulla media mensile del periodo 2015–2019. I picchi che superano +2σ indicano scostamenti anomali statisticamente rilevanti.
Figura 2 – Scostamenti standardizzati – Fascia 30–49 anni
Z-score dei decessi mensili nella fascia 30–49 anni. Anche in questo gruppo si evidenziano mesi con valori sopra +1.5σ, segnalando possibili eventi atipici. L’intensità degli scostamenti è più contenuta rispetto alla fascia 15–29.
Figura 3 – Scostamenti standardizzati – Fascia 50–64 anni
Grafico degli scostamenti normalizzati mensili nella fascia 50–64 anni. I picchi di anomalia sono più rari, ma comunque osservabili nel biennio 2021–2022, soprattutto nei mesi invernali.
Figura 4 – Decessi mensili fascia 15–29 anni (2015–2023)
Serie temporale dei decessi mensili nella fascia 15–29 anni. I mesi che presentano uno Z-score maggiore di +2σ sono evidenziati graficamente, mostrando una sequenza di picchi concentrati prevalentemente negli anni successivi al 2020.

ISTAT – Decessi e cause di morte

Tavola decessi comunali per comune di residenza, mese di decesso, sesso e classi di età |  gennaio 2011 – marzo 2025 – (Dati utilizzati per questo studio)

Video-intervista di Radio Roma con con S. Albertini e R. Masselli. L’eccesso di mortalità c’è ma non si vede … O meglio c’è qualcuno che non vuole vederlo … In questa puntata vengono discussi e analizzati i dati che sono purtroppo inequivocabili. Nell’analisi dell’Ing. Stefano Albertini molti grafici interessanti che confermano anche quanto descritto in questo studio.

Autore testo, data mixing e data mining: Davide Suraci
Pubblicato il 18 Giugno 2025 su: Autoimmunity Reactions

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