🔬🌿 Scienza, complessitĂ  e riconoscimento: Il caso Ruata e l’epistemologia distorta della medicina moderna

Abstract

Il presente saggio analizza criticamente le dinamiche epistemologiche che regolano il riconoscimento scientifico in medicina, prendendo come caso emblematico l’opera di Carlo Ruata sulla tubercolosi. Sebbene Ruata avesse anticipato concetti oggi centrali nella medicina preventiva, ecologica e sistemica, la sua proposta non venne riconosciuta a livello internazionale, nemmeno dal Comitato del Premio Nobel. Questo studio mostra come i criteri di selezione dominanti nel XX° secolo abbiano privilegiato approcci meccanicistici, frammentari e decontestualizzati, producendo nel tempo bias metodologici e strutturali che ancora oggi condizionano la ricerca biomedica.

1. Introduzione

Nel panorama della scienza moderna, i riconoscimenti istituzionali svolgono una funzione che va ben oltre la celebrazione del merito individuale: essi contribuiscono a definire i contorni epistemici di cosa sia considerato “scienza”. Tra questi, il Premio Nobel dovrebbe rappresentare il simbolo per eccellenza dell’innovazione scientifica riconosciuta. La sua assegnazione, regolata da criteri rigorosi, riflette non solo la qualitĂ  della scoperta, ma anche il paradigma dominante del tempo in cui viene attribuito. In questo senso, il Nobel opera come un dispositivo selettivo che legittima certe visioni del mondo scientifico a discapito di altre.

Studiare i casi di scienziati esclusi da questo riconoscimento è altrettanto importante che analizzare quelli premiati. I “non vincitori” spesso incarnano approcci alternativi, visioni anticipatorie o semplicemente incompatibili con i modelli epistemici dominanti. Questo saggio parte proprio da uno di questi casi: Carlo Ruata, medico e igienista italiano, autore di uno studio fondamentale sulla tubercolosi pubblicato nel 1901. La sua opera, pur non proponendo una scoperta meccanica isolata, rappresenta una visione sistemica, complessa e sorprendentemente attuale della malattia.

2. Il paradigma dominante della medicina meccanicistica

2.1 Origini e affermazione del modello
Nel 1882 Robert Koch identificò formalmente il Mycobacterium tuberculosis, inaugurando l’era della batteriologia. Questo evento segnò l’avvio di un paradigma centrato sull’identificazione dell’agente eziologico e sulla sua neutralizzazione attraverso vaccini, sieri e farmaci.

2.2 Le caratteristiche del paradigma
Il modello dominante era caratterizzato da:

  • Riduzionismo biologico: ogni malattia è riconducibile a una causa unica;
  • CentralitĂ  del laboratorio: sperimentazione su colture e modelli animali;
  • Valutazione quantitativa: metriche standardizzate, riproducibilitĂ , controllo.

2.3 I benefici e i limiti
Tale paradigma produsse indiscutibili progressi (es. sieroterapia), ma comportò anche conseguenze epistemologiche rilevanti: marginalizzazione di approcci sistemici, esclusione della complessità, sottovalutazione dei determinanti ambientali e sociali della salute.

3. La medicina sistemica di Carlo Ruata: un’alternativa precorritrice

3.1 Una visione ecologica e complessa della malattia
Ruata rifiuta la visione monofattoriale della tubercolosi e propone una lettura ecologica del processo patologico. Secondo lui, la malattia emerge dall’interazione fra individuo, ambiente, igiene, alimentazione, qualità dell’aria e condizioni di vita.

3.2 I punti di forza della proposta ruatiana

  • Prevenzione come asse centrale della pratica clinica;
  • Ruolo attivo del paziente e dell’ambiente terapeutico;
  • Approccio relazionale e non aggressivo alla malattia;
  • SemplicitĂ , economicitĂ  e replicabilitĂ  degli interventi.

3.3 Il sanatorio come ambiente terapeutico integrato
Il sanatorio, nella visione di Ruata, non è solo un luogo di isolamento ma uno spazio educativo, ambientale, igienico e relazionale. Anticipa l’idea di medicina centrata sulla persona e sulla promozione della salute più che sulla sola eradicazione del patogeno.

Contrapposizione fra scienza meccanicistica e scienza della complessitĂ 

4. Perché Ruata non fu premiato?

4.1 I criteri di riconoscimento: la “scoperta meccanica”
Il Premio Nobel veniva assegnato principalmente a scoperte isolate, sperimentabili in laboratorio, compatibili con il paradigma dominante. L’epistemologia implicita premiava l’oggettività misurabile e trascurava la complessità sistemica.

4.2 Confronto con Mechnikov ed Ehrlich (1908)
I vincitori del 1908 incarnavano il paradigma sperimentale: scoperta della fagocitosi (Mechnikov), teoria immunitaria dei side-chains (Ehrlich). Ruata non offriva un meccanismo, ma un modello clinico complesso. Di qui la sua esclusione.

4.3 InvisibilitĂ  epistemologica e isolamento accademico
La mancanza di una rete internazionale, la natura osservazionale della sua ricerca, l’assenza di una “scoperta singola” rendono Ruata epistemologicamente invisibile alla commissione Nobel. Il suo approccio, seppur avanzato, risultava “fuori asse”.

5. Le implicazioni contemporanee: una scienza ancora distorta

5.1 Bias sistemici della medicina moderna
L’egemonia dell’evidenza quantitativa (RCT, p-value, impact factor) ha rafforzato un’infrastruttura valutativa che penalizza la medicina narrativa, contestuale e relazionale.

5.2 La biomedicalizzazione e i suoi limiti
La riduzione del paziente a meccanismo biologico ha favorito la produzione di tecnologie, ma ha impoverito la dimensione della cura. Questo squilibrio genera disuguaglianze, inefficienza e cecitĂ  epistemica.

5.3 L’urgenza di una svolta sistemica
Studi recenti su epigenetica, social determinants, medicina integrata e relazionale mostrano la necessità di superare il paradigma riduzionista. La complessità è oggi non solo una sfida, ma una risorsa epistemologica fondamentale.

6. Riscoprire Ruata: per una medicina della complessitĂ 

6.1 Rilevanza attuale del modello ruatiano
Il lavoro di Ruata anticipa:

  • La medicina territoriale;
  • L’approccio bio-psico-sociale;
  • La centralitĂ  della prevenzione;
  • Il valore della relazione medico-paziente;
  • Il ruolo attivo dell’ambiente nella salute.

6.2 Verso un nuovo paradigma medico-scientifico
La pandemia da COVID-19 ha reso evidente il valore della sanità pubblica, dell’ecologia della salute, della comunicazione, della fiducia. Il modello ruatiano risulta così particolarmente attuale.

6.3 Una scienza della cura, non solo della terapia
Riscattare Ruata significa ripensare la scienza medica come arte della cura e non solo della prestazione tecnica. Una medicina della complessitĂ  richiede nuove metriche, nuovi criteri di validazione e nuovi modelli epistemologici.

Conclusione

Il caso Ruata non è un episodio marginale, ma un indicatore strutturale delle distorsioni della scienza medica moderna. La sua esclusione evidenzia come l’epistemologia dominante abbia orientato non solo ciò che è stato premiato, ma anche ciò che è stato escluso. Riportare al centro la complessità, il contesto e la relazione significa riconoscere che la vera innovazione non è sempre visibile in laboratorio: talvolta si nasconde nei margini della storia, dove la cura si fa pensiero.

Bibliografia essenziale


Autore testo, data mixing e data mining: Davide Suraci
Pubblicato il 18 Luglio 2025 su: Autoimmunity Reactions

Meccanismi della Vaccinazione

Antigeni e sistema linfatico
Meccanismo di azione degli antigeni sul sistema linfatico

Argomento trattato/approfondito anche dall’immunologo Dr. Prof. Giulio Tarro, ecco qui di seguito un estratto di un post del Dr. Flavio Bianchi:

“…Che cos’è una vaccinazione? In cosa consiste, brevemente, il suo meccanismo? Una stimolazione ripetuta ed intensa degli organi linfoidi
Cosa accade? Si introduce un antigene (proteina virale purificata), che provoca l’attivazione del sistema del complemento, che consta in una ventina di proteine circolanti e di membrana, essenziali nel meccanismo di difesa umorale contro gli agenti infettivi
Questo comporta il reclutamento di varie cellule immunocompetenti, monociti, macrofagi, polinucleati, linfociti B e linfociti T

In seguito alla risposta immunitaria si formano anticorpi che si legano all’antigene relativo con formazione di immunocomplessi circolanti

  • Nasce giĂ  qui la prima domanda: dove vanno, dove si depositano?
  • Seconda domanda: si conosce la codifica genetica del sistema del complemento di quel bimbo?

Tutti dovrebbero sapere che le proteine del complemento C2 e C4 hanno a che fare con il Lupus, che la C3 con infezioni fatali, che la C5 e la C6 con la meningite e la C1 con l’edema angioneurotico

(Ovviamente è inesistente un qualsiasi screening di cautela)

Inoltre queste proteine purificate da sole sono scarsamente immunogeniche: vuol dire che da sole non bastano ad indurre una risposta immunitaria! Allora che si fa? Si “sporca” il vaccino

Adiuvante di Freund
Adiuvanti a Confronto

Quasi nessuno sa che al fine di avere una risposta immunitaria è necessario un espediente che si chiama Adiuvante di Freund: si mescola la proteina purificata con una emulsione di olio minerale e batteri della tubercolosi uccisi al calore, emulsionati con lanolina

Questo “preparato” induce una reazione di antigene e di anticorpi, e che produce alfa e gamma globuline del siero, tramite cui s’induce una enorme ossidazione dell’intero sistema che è la coordinata principale del terreno canceroso e leucemico

La soppressione di malattie acute aumenta esponenzialmente il rischio di malattie croniche in etĂ  adulte. âš Clienti per tutta la vita delle case farmaceuticheâš 

I nostri nonni di fronte a morbillo, scarlattina, parotite etc. dicevano: “Lascialo stare che sta crescendo” …
Ognuno di noi ha una carta d’identitĂ  biologica, un marchio di fabbrica unico immunologicamente, si chiama HLA: è un sistema di riconoscimento per la adattabilitĂ  evolutiva di una specie rispetto all’ambiente. Ovvero la possibilitĂ  di discriminare la soggettivitĂ  di un individuo e di verificare la sua predisposizione a determinate malattie (conflitti) e la protezione rispetto ad altre. Ognuno di noi è immune a certe malattie e suscettibile rispetto ad altre. Per esempio coloro che hanno gruppo sanguigno AB codificato dall’HLA, sono immuni al Colera, ed è impossibile che possano ammalarsi di questa malattia, nemmeno per iniezione endovenosa!

L’OMS dice che la tolleranza massima al mercurio è di ➡0,1 mcg. per kg. di peso corporeo⬅

Il Thimerosal che è tiosalicilato di mercurio presente nei vaccini, varia da ⚠120 a 175 mcg.⚠ per ogni singola dose, ben ⚠⚠25 volte superiore al livello di sicurezza⚠⚠ (un bimbo pesa mediamente 5 kg)
Si deposita, per sempre, nelle ossa; ci sono reperti anatomopatologici a conferma. Inoltre è neurotossico e lo si trova nell’amigdala, nell’ippocampo e nel talamo

Nella corteccia si trova invece l’alluminio, presente nei vaccini 376 volte la dose considerata normale (causa encefalopatia). 10 giorni dopo l’inoculazione del vaccino (trivalente, esavalente) abbiamo una caduta della conta linfocitaria in tutti i bambini, una riduzione della capacitĂ  fagocitante dei neutrofili e iperproduzione di Ig E

Si forma nel sangue un aggregato di antigeni e proteine del complemento circolanti per tutta la vita. Montinari (genetista e primario, studioso dell’autismo, e presidente dell’associazione Universo Bambino) si batte da una vita perchè ha dimostrato con screening genetico l’alterazione genetica nell’ HLA di tutti i bimbi autistici. L’ HLA è la carta d’identitĂ  genetica personale

Inoltre i vaccini per “funzionare” devono essere sporcati tramite l’Adiuvante di Freund, che è una tubercolina lisata con formaldeide. PerchĂ© questo è importante? PerchĂ© un aggregato con tubercolina passa nel nucleo cellulare e viene riconosciuto dal “self” in quanto nel secondo cromosoma braccio corto abbiamo il codice della tubercolosi. Ma non basta l’avvelenamento, altrimenti, tutti i bimbi sarebbero autistici…

Durante la gravidanza, nella placenta è presente una condizione immunitaria di tipo 2 (il monossido di azoto non viene prodotto), vale a dire che le cellule T nella placenta producono in grande parte citochine del tipo 2.

PerchĂ©? PerchĂ© se in gravidanza si producessero prevalentemente citochine del tipo 1, avremmo la morte precoce del feto (per rigetto). I vaccini vivi, come l’MPR che genera reazioni acute del tipo 1, vengono catturati dalle cellule dendritiche, ma essendo il sistema tarato sul tipo 2 esso non è piĂą in grado di reagire e i virus insediati all’interno delle cellule vengono congelati, soppressi temporaneamente. Il tipo 1 ci difende dai tumori, oltre che dai virus, e questo è l’inizio del percorso verso la predisposizione alle malattie autoimmuni e al cancro

Con una vaccinazione, soprattutto nei soggetti con gruppo sanguino 0 si ha una iperstimolazione delle cellule dendritiche e delle cellule T citotossiche causando notevoli danni all’organismo: in particolare, i vaccini vivi attenuati hanno la capacitĂ  di penetrare le cellule dendritiche e quindi stimolare le cellule T con eccessiva produzione del gas Monossido di Azoto che darĂ  origine a fenomeni infiammatori, come per esempio la Meningite asettica

Inoltre, a causa della memoria immunitaria il sistema, nel corso della vita, di fronte a qualsiasi virus risponderà con una iperstimolazione delle cellule T e diventerà perciò la causa diretta di malattie autoimmuni. Le cellule dendritiche sono geneticamente espresse e sono decisive nel caso dei trapianti. Questo che si chiama MHC (maggior complesso di istocompatibilità) è diverso da persona a persona, tranne che nei gemelli identici. La reazione agli agenti esterni, siano esse tossine, organi trapiantati, vaccinazioni, sono quindi individuali: nessuno avrà la stessa reazione alle sostanze estranee

Per fare alcuni esempi di reazione in rapporto al gruppo sanguigno, il gruppo B ha una maggior reazione di tipo neurotossico, quindi maggior pericolo di danni neurologici soprattutto per la presenza di mercurio ed altri additivi… Il gruppo A è sensibile a livello gastrointestinale e quindi ai vaccini presi per via orale. Si è visto che il gruppo 0, quello piĂą antico dei mangiatori di carne (Cromagnon), ha una forte reazione post vaccinale del tipo 1 (immunitĂ  cellulare)

Il gruppo A, quello dei contadini la cui alimentazione era piĂą specializzata verso i cereali, ha una forte reazione di tipo 2, maggior numero di anticorpi e maggior rischio da malattie di tipo allergico. Della differenza dei gruppi non si parla mai, nemmeno quelli che sono contro le vaccinazioni. PerchĂ© è importante? PerchĂ© sembra che nelle persone con gruppo A l’incidenza dei tumori sia maggiore rispetto a quelli del gruppo 0 e quelle persone del gruppo 0 che ce l’hanno, per esempio al seno la prognosi è migliore rispetto alle persone con gruppo A. Il gruppo 0 sopporta anche meglio la chemioterapia
Per il gruppo AB stessa cosa che per il gruppo A, maggior incidenza di tumori e minor sopportazione della chemio. Cento anni fa solo il 10% della popolazione era affetta da tumori, oggi siamo al 35% ed entro il 2030 saremo al 50%

Stiamo violentando continuamente il nostro sistema immunitario!!
Non ci siamo accorti, ma oggi lo sappiamo, che con le vaccinazioni e gli antibiotici, abbiamo alterato la catena di respirazione mitocondriale, la sede della produzione dell’energia, con una commutazione permanente verso la forma di produzione fermentativa, senza cioè l’utilizzo di ossigeno. Questo non significa altro che una cellula tumorale diventa un parassita cellulare, perchĂ© ha bisogno di quantitĂ  enormi di glucosio. I geni dei mitocondri non possiedono meccanismi di riparazione, rispetto ai geni protetti all’interno del nucleo della cellula

Questi geni mitocondriali danneggiati, oppure mutati, sono trasmessi solo per via materna alle generazioni successive. Fra tre generazioni il numero dei geni danneggiati sarĂ  superiore ai geni intatti. La risposta è una sola: “o cambiamo… o muoriamo”

Nota di redazione (a cura di Luana DiEmme): “…Inoltre, a causa della memoria immunitaria alterata dalla profilassi vaccinale, durante il corso della vita il sistema immunitario – di fronte a qualsiasi virus (e/o batterio patogeno e/o “disbiotico”) – risponderĂ  con una iperstimolazione delle cellule T e diverrĂ  perciò la causa diretta d’innesco di ➡patologie autoimmuni⬅…”

 

Translate »