Ecco perché il “vaccinare a tappeto” – senza tener conto minimamente delle specificità individuali (genetico-immunitarie) biologiche in rapporto all’ambiente in cui gli individui sono immersi – è un non-sense scientifico.
Gli studi ultratrentennali di Yehuda Shoenfeld (autorevolissimo esponente e “padre” dell’autoimmunologia mondiale) pubblicati nel libro “Vaccines and Autoimmunity” (2015), mettono in evidenza come per diversi vaccini esistano i cosìddetti “no responder”, ovvero dei soggetti il cui sistema immunitario non risponde verso gli antigeni vaccinali (ottenuti anche attraverso la ricombinazione genica).
Questi autori hanno evidenziato (vedi screenshot) che, per non poche patologie per cui sono previste le vaccinazioni, i “no responder” non sono altro che dei soggetti il cui sistema immunitario (grazie ai polimorfismi di cui sono portatori) è “abilitato”a misconoscere (tutti o in parte)gli antigeni di origine semi-sintetica ormai sempre più diffusi nei vaccini.
Le percentuali dei portatori di questi polimorfismi che “disabilitano” il sistema immunitario nei confronti degli antigeni vaccinali sono ancora in fase di definizione ma se è vero, come sostengono i paladini della “herd immunity”, che il raggiungimento della soglia di copertura vaccinale di un qualunque vaccino viene raggiunto quando oltre il 95% della popolazione è stata vaccinata, allora come riescono questi “esperti” a giustificare il “non contributo” dei “non responder” all'”effetto gregge”?
E la perdita della pseudo-immunità (priva di memoria immunologica) che viene conferita dai vaccini e che in non pochi soggetti non viene nemmeno acquisita?
Come giustificare le sempre più frequenti reazioni avverse ai più diversi tipi di vaccini, sostenendo arbitrariamente che i soggetti danneggiati «erano predisposti»? E poi, «predisposti» rispetto a cosa? Ai componenti vaccinali che non sono mai stati testati singolarmente e/congiuntamente? In quali tabulati sono mai stati pubblicati, dalle case farmaceutiche, le predisposizioni verso i danni da vaccini?
Come mai non è routinaria la titolazione anticorpale post-vaccinatoria a breve e a lungo termine?
In sintesi, vaccinare a tappeto nella speranza di prevenire una malattia è come giocare alla roulette russa, con la sola differenza che state delegando il “gioco” a qualcun altro che conosce male, oppure che travisa a suo esclusivo interesse, le “regole del gioco”…
Rif. a lavori di John Castiblanco e Juan-Manuel Anaya del “Center for Autoimmune Diseases Research” (CREA), School of Medicine and Health Sciences, Del Rosario University, Bogotá, Colombia.
In questo studio del 2019 viene prospettato l’insorgere della morte cardiaca improvvisa HPV a seguito di vaccinazione antipapilloma virus.
La morte cardiaca improvvisa (SCD) è una morte imprevista dovuta a cause cardiache che si verificano in un breve periodo di tempo (generalmente entro 1 ora dall’insorgenza dei sintomi) in una persona con malattia cardiaca nota o sconosciuta.
I pazienti con cardiomiopatie, miocardite, cardiopatia ischemica e canalopatie cardiache sono a rischio di SCD.
Tuttavia, una certa percentuale di casi di SCD negativi per autopsia nei giovani (<35 anni) rimane inspiegabile anche dopo un test genetico post mortem.
Gli autoanticorpi contro le proteine cardiache possono essere potenzialmente coinvolti nella patogenesi di diverse malattie cardiache e nel verificarsi di SCD inspiegabile.
In questa recensione analizziamo studi clinici e su animali che chiariscono la prevalenza di questi autoanticorpi in pazienti con diverse malattie cardiache e la loro rilevanza patofisiologica.
Proponiamo una classificazione degli autoanticorpi associati alle malattie cardiache e ci concentriamo sui loro effetti molecolari e cellulari. Gli anticorpi anti-beta recettori adrenergici e gli anticorpi anti-muscarinici per il recettore dell’acetilcolina influenzano le proprietà elettrofisiologiche del miocardio e sono stati segnalati come i predittori indipendenti di SCD in pazienti con diverse malattie cardiache.
Viene proposto un meccanismo autoimmune per le reazioni avverse cardiache conseguenti alla vaccinazione con papillomavirus umano (HPV).
La condivisione pentapeptidica tra antigeni, recettori adrenergici e recettori muscarinici dell’acetilcolina dell’HPV sostiene questa ipotesi.
Gli effetti disregolanti degli autoanticorpi contro i canali degli ioni calcio e potassio possono essere la base per le fenocopie autoimmuni delle canalopatie cardiache genetiche, che sono anche associate alla SCD.
Stimolazione di autoanticorpi post vaccinali indotta da vaccinazione in soggetti apparentemente sani.
Negli studi evidenziati negli screenshots, un riferimento scientifico sulla possibilità – accertata clinicamente – che tale induzione alla produzione autoanticorpale avvenga, oltre che in soggetti sani (primo screen), anche in soggetti portatori di patologie autoimmuni (secondo screen). Questi screen sono tratti da “Vaccines & Autoimmunity” del Dr Yehuda Shoenfeld et al. Wiley Editions, 2015. Nel primo screen si legge:
“….L’induzione di autoanticorpi è stata studiata in bambini sani successivamente a vaccinazione con vaccini antiepatite A e antiepatite B. L’induzione di autoanticorpi 6 anni dopo l’inoculazione del vaccino antiepatite B è stata studiata in 210 bambini immunizzati alla nascita con il vaccino antiepatite B ricombinante (Belloni et al., 2010)…”
Nel secondo screen una tabella in cui sono riportati i dati relativi agli autoanticorpi sviluppati in soggetti portatori di patologie autoimmuni a seguito di vaccinazioni antiinfluenzale, antipneumococcica e antipapilloma virus. Ragioni a pieno sostegno del rifiuto totale di qualsiasi vaccinazione.
Ulteriori conferme sui danni indotti dai vaccini mediante produzione di autoanticorpi:
“…Come negli esseri umani, l’induzione di autoanticorpi è possibile in seguito alla vaccinazione negli animali. Gli autoanticorpi sono più frequentemente presenti nei cani più vecchi che in quelli più giovani (Papini et al., 2005). Di conseguenza, quando i cani anziani vengono vaccinati e testati per gli autoanticorpi dopo la vaccinazione, è difficile definire quale sia una conseguenza diretta del vaccino e cosa si è accumulato durante la vita. Nel primo studio sperimentale controllato per studiare la produzione di autoanticorpi dopo la vaccinazione di routine, i ricercatori hanno arruolato giovani cani che non erano stati precedentemente vaccinati (Hogenesch et al., 1999).”
“…Hanno dimostrato che la vaccinazione obbligatoria contro la rabbia, il virus del cimurro canino e il parvovirus canino 9 ha provocato la produzione di svariati autoanticorpi…”
Già nel 2009 Toplak e Avcin avevano ipotizzato la produzione autoanticorpale indotta dai vaccini e la loro responsabilità nell’induzione di patologie autoimmuni.
Leggete che cosa concludevano:
“…La vaccinazione contro i microrganismi patogeni è uno dei principali risultati della medicina moderna, ma a causa di un numero crescente di segnalazioni di reazioni avverse la procedura di vaccinazione ha indotto anche un considerevole dibattito. È noto che alcune infezioni sono coinvolte nell’attivazione della produzione di autoanticorpi, che potrebbero portare a reazioni avverse autoimmuni in soggetti geneticamente predisposti.
Sulla base di questi risultati è stato ipotizzato che le vaccinazioni potrebbero indurre reazioni autoimmuni simili.
Allo stato attuale (ndr: era il 2009) non vi è alcuna prova evidente che le vaccinazioni siano associate a malattie autoimmuni conclamate, ma
è stato dimostrato che nelle persone geneticamente predisposte la vaccinazione potrebbe innescare la produzione di autoanticorpi e reazioni avverse autoimmuni.
I primi studi che osservavano la produzione di autoanticorpi dopo la vaccinazione sono stati condotti su cani e topi.
Diversi studi hanno successivamente dimostrato la produzione di autoanticorpi dopo la vaccinazione in pazienti con malattie autoimmuni,
ma ci sono solo dati limitati sulle risposte autoimmuni dopo le vaccinazioni in esseri umani apparentemente sani (ndr: il Dr Yehuda Shoenfeld confermerà nel 2015). Questa recensione riassume le prove attuali (ndr: anno 2009) sugli autoanticorpi indotti da vaccinazione in soggetti apparentemente sani, compresi gli studi su animali ed esseri umani.
Vuol dire reazioni e patologie autoimmuni presto e/o più avanti negli anni.. (Autoantibodies Induced by Vaccine – Nataša Toplak and Tadej Avcin – Department of Allergology, Rheumatology and Clinical Immunology, University Children’s Hospital, University Medical Centre Ljubljana, Ljubljana, Slovenia) – pp 93-102 of “Vaccines and Autoimmunity” by Yehuda Shoenfeld et al. Wiley Ed. 2015.
“….La maggior parte degli eventi avversi che si manifestano dopo la vaccinazione MMR (Morbillo, Parotite e Rosolia) coinvolgono il sistema nervoso, le articolazioni e il sangue. Vedi Tabella 13.1. È da notare che tali tipi di patologia riflettono lo spettro delle manifestazioni autoimmuni che possono verificarsi a seguito delle infezioni virali da MMR (Agmon-Levin et al., 2009b). Esiste un certo numero di meccanismi plausibili che potrebbe spiegare l’autoimmunità indotta dal vaccino, compreso il fatto che i vaccini MMR sono composti da antigeni infettivi, adiuvanti immunitari, conservanti e altri ingredienti che possono innescare lo sviluppo o l’esacerbazione di fenomeni autoimmuni (Colafrancesco et al.,2013). I vaccini sono una parte essenziale della prevenzione della medicina moderna, ma il loro potenziale di innescare la sindrome ASIA in soggetti sensibili non dovrebbe essere ignorato. Ulteriori sforzi dovrebbero anche essere fatti per indagare più a lungo termine la sicurezza dei vaccini comunemente impiegati (Shoenfeld e Agmon-Levin, 2011; Perricone et al., 2013)….”
“….L’analisi Istopatologica ha confermato l’encefalite; l’analisi immunoistochimica e il qPCR sono risultati positivi per il virus della rosolia su tessuto cerebrale. Il virus è stato isolato anche dal liquido cerebrospinale (CSF) e da altri campioni clinici. La sequenza ottenuta dal virus isolato era identica a quella del ceppo vaccinale RA 27/3, suggerendo un legame causale (Gualberto et al., 2013)….”
“…There are several lines of evidence that thrombocytopenia is related to the MMR vaccination (Molina and Shoenfeld, 2005). In the US Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), there were 250 reports (259 events) of thrombocytopenia within 77 days post-vaccination (Mantadakis et al., 2010). Usually, the onset appears to be sudden, with a median of 13 days. Patient age was largely variable, ranging from 16 weeks to 53 years…”
“…Ci sono diverse prove che la trombocitopenia è legata alla vaccinazione MMR (Molina e Shoenfeld, 2005). Negli Stati Uniti il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), segnala 250 rapporti (259 eventi) di trombocitopenia entro 77 giorni dopo la vaccinazione (Mantadakis et al., 2010). Solitamente, l’insorgenza sembra essere improvvisa, con una media di 13 giorni. L’età del paziente era in gran parte variabile, da 16 settimane a 53 anni…”
Fonte: “Vaccines & Autoimmunity” di Yehuda Shoenfeld, Nancy Agmon-Levin, Lucija Tomljenovic. Edizione in lingua inglese – 2015 – Editore Wiley Blackwell.
Alluminio multi-tossicità – La ricerca mostra che l’Alluminio è tossico su più livelli. È una neurotossina(Joshi, 1990; Shaw e Petrik, 2009; Walton, 2009; Tomljenovic, 2011), una genotossina(Lukiw, 2001), e un’immunotossina(Gherardi et al., 2001; et Israeli al., 2009; Batista-Duharte et al., 2011), oltre ad essere proossidante(Verstraeten et al.,1997; Exley, 2004a) e proinfiammatorio(Lukiw et al., 2005). Inoltre, è un disruptore endocrino(Agarwal et al, 1996;. Singla e Dhawan, 2011), deprime il metabolismo del glucosio(Joshi, 1990; Singla e Dhawan, 2011), e interferisce con molti altri processi cellulari essenziali, quali l’omeòstasi del calcio(Walton, 2012a), vari meccanismi ATP-dipendenti, sui recettori dei segnali di membrana e sulla funzione mitocondriale(Shafer et al., 1994; Tomljenovic, 2011).
Answers to Common – Misconceptions Regarding the Toxicity of Aluminum – Adjuvants in Vaccines – Extracted byChapter 4 of “Vaccines & Autoimmunity” by Yehuda Shoenfeld et al. – 2015
Lucija Tomljenovic (1) and Christopher A. Shaw (2) 1) Neural Dynamics Research Group, University of British Columbia, Vancouver, BC, Canada 2) Department of Ophthalmology and Visual Sciences, Program in Experimental – Medicine, Program in Neuroscience, University of British Columbia, Vancouver, BC, Canada
Alla luce dei numerosi lavori pubblicati dal Dott. Yehuda Shoenfeld nel Dicembre 2015 nel Testo Unico “Vaccines & Autoimmunity”, è confermatissima la responsabilità di numerosi vaccini per uso pediatrico e adulto nello scatenare, anche dopo anni dall’inoculo, numerosi tipi di reazioni autoimmuni in cui l’organismo produce degli auto-anticorpi in grado di attaccare “senza fine” sé stesso… L’abstract in immagine, peraltro pubblicato da ELSEVIER, maggior editore medico mondiale, si riferisce ad un lavoro precedente di Soriano, Nesher e dello stesso Shoenfeld uscito nel 2014 e di cui è possibile trovare gli originali nei links sotto riportati. Già prima del 2014, tuttavia, erano state riportate numerose osservazioni da parte di altri autori su questa strettissima correlazione. Assurdo il fatto che i periti superpartes, come coloro che si occupano di giustizia nelle cause per danni da vaccino non siano adusi a consultare queste pietre miliari della ricerca sull’autoimmunologia. Intanto ci sono ancora moltissimi genitori di bambini danneggiati da vaccinazioni “a tappeto” che non sospettano minimamente la causa vaccinale come scatenante la malattia autoimmune subìta dai loro bambini…
Ci sarà pure una ragione del fatto che nel testo (altamente referenziato e peer-reviewed) “Vaccines & Autoimmunity” di Shoenfeld, Tomljenovic, Agmon-Levin – 2015, a chiusura del capitolo introduttivo (pagina 6), viene riportato a chiare lettere che le varie tipologie di vaccini attualmente in commercio possono scatenare delle reazioni autoimmuni a breve-medio e lungo termine?
Gli autori (non sono solo loro tre ma diverse decine hanno contribuito alla stesura di questo libro di testo sulle patologie autoimmuni), pur sostenendo la validità delle vaccinazioni, avvertono i medici e i clinici di tutto il mondo che il rischio (anche mortale) esiste. Dato ciò, come mai i pediatri e gli altri medici italiani IGNORANO COMPLETAMENTE i risultati di questi studi clinici ultratrentennali? Come mai continuano a vaccinare i neonati, i bambini, senza nemmeno considerare le loro specificità?
Numerosi studi (rigorosamente peer-reviewed) hanno indicato, senza equivoci di sorta, un potenziale legame tra il vaccino HBV e lo sviluppo di patologie autoimmunitarie, da crossreattività con epitopi HBsAg, antigeni di lievito, o altri adiuvanti inclusi nel vaccino (Geier e Geier, 2002a, b, 2004, 2005; Geier et al., 2003; Ravel et al., 2004; Schattner, 2005; Cooper et al., 2010; Blank et al 2012.; Perricone e Shoenfeld, 2013). Il vaccino HBV è stato anche implicato nello sviluppo della sindrome ASIA, così come nella malattia indifferenziata del tessuto connettivo (Perricone e Shoenfeld, 2013).
La maggior parte degli studi che collegano la sclerosi multipla al vaccino HBV descrivono segni e sintomi neurologici, evidenziati con la risonanza magnetica, di processi di demielinizzazione che si verificano a distanza di giorni o settimane dopo la vaccinazione (Shoenfeld e Aron-Maor, 2000). Il vaccino ricombinante HBV è stato associato con la sclerosi multipla per la prima volta nel 1991, in un caso di due individui che avevano ricevuto il vaccino HBV ed erano portatori di aplotipi (HLA), dimostrando suscettibilità alla sclerosi multipla(Herroelen et al., 1991).
Riferimenti: Cap. 16 Hepatitis B Vaccination and Autoimmunity – Daniel S. Smyk,1 Lazaros I. Sakkas,2 Yehuda Shoenfeld,3,4 and Dimitrios P. Bogdanov 1,2. – Pagina 151 e 152 di Vaccines & Autoimmunity 2015 di Yehuda Shoenfeld et al.
La ricerca è difficile da ignorare, i vaccini possono scatenare autoimmunità con una lunga lista di patologie. Con i metalli nocivi e tossici come componenti dei vaccini, chi è suscettibile e quali individui sono più a rischio?
Questo è ciò che si è domandato negli ultimi anni di ricerca il noto e stimato Prof. Dr. e ricercatore israeliano Yehuda Shoenfeld, che ha trascorso più di tre decenni a studiare il sistema immunitario umano. Egli è al vertice della sua professione e rappresenta più il cardine che il margine nella sua specialità; ha scritto libri di testo la cui lista ne contiene 25 fra i quali «The Mosaic of Autoimmunity, Autoantibodies, Diagnostic Criteria in AutoimmuneDiseases, Infection and Autoimmunity, Cancer and Autoimmunity» ed il recentissimo «Vaccines & Autoimmunity», ed alcuni di questi sono pietre miliari della pratica clinica. Non sorprende affatto che Shoenfeld sia quindi stato definito “il padre dell’autoimmunologia”
Egli ha potuto constatare tramite studi scientifici che quasi tutti i tipi di vaccini sono stati segnalati per essere associati con la comparsa di patologie cosiddette ASIA –in inglese Autoimmune/inflammatory Syndrome Induced by Adjuvants ed in italiano Sindrome autoimmune/infiammatoria indotta dagli adiuvanti (conosciuta anche come sindrome di Shoenfeld)- che è stata ufficializzata per la prima volta soltanto quattro anni fa ( ): si tratta di un termine generico per un insieme di sintomi simili, tra cui la sindrome da affaticamento cronico, risultanti dopo l’esposizione ad un adiuvante -agenti ambientali compresi i comuni componenti dei vaccini che stimolano il sistema immunitario
In particolare l’alluminio in quanto metallo utilizzato nei vaccini, può innescare una reazione a catena del sistema immunitario nei soggetti sensibili e può portare a patologie autoimmuni conclamate!!
ALLUMINIO COME ADIUVANTE
L’alluminio venne aggiunto ai vaccini nel 1926, quando Alexander Glenny e colleghi notarono che avrebbe prodotto migliori risposte anticorpali nei vaccini rispetto al solo antigene, poiché induceva quello che venne definito un “effetto depot”: rilascio dell’antigene più lento ed aumento della risposta immunitaria. Per più di 60 anni questa teoria è stata accettata come dogma, ed al contempo la pianificazione vaccinale è cresciuta decennio dopo decennio, ma pochi si son davvero interrogati sugli effetti dell’iniettare alluminio nel corpo, e ciò è strano considerando la nota tossicità
Una ricerca effettuata su PubMed in merito ad alluminio e “tossicità” ha fornito 4,258 risultati. La sua neurotossicità è ben documentata: colpisce memoria, cognizione e controllo psicomotorio, danneggia la barriera ematoencefalica, attiva l’infiammazione del cervello, deprime la funzione mitocondriale e moltissime ricerche suggeriscono che svolga un ruolo chiave nella formazione delle placche amiloidi e dei grovigli nel cervello dei malati di Alzheimer. È implicato nella Sclerosi Laterale Amiotrofica e nell’autismo ( ) ed ha dimostrato di indurre allergia ( )
Quando alcuni pazienti vennero sottoposti a dialisi renale ( ) seppur accidentalmente “contaminata da particelle d’alluminio”, si verificò la cosiddetta “encefalopatia da dialisi-indotta” (DAE) con conseguente sviluppo di una serie di sintomi neurologici: anomalie del linguaggio, tremori, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione e cambiamenti comportamentali
Molti dei pazienti alla fine sono andati in coma e sono morti I più fortunati sono sopravvissuti e quando la fonte di tossicità, l’alluminio, è stata eliminata dalla loro dialisi, i pazienti hanno recuperato rapidamente
Con queste nuove osservazioni ( ), i ricercatori hanno iniziato a studiare gli effetti dell’alluminio come adiuvante impiegato nei vaccini, e negli ultimi dieci anni c’è stato un notevole incremento nella ricerca
Ben lungi dall’essere come una piccola sfera che contiene l’antigene per un po’ per poi esser espulsa, si è scoperto che i sali di alluminio innescano una tempesta difensiva del sistema immunitario: poche ore dopo l’iniezione dello stesso alluminio legato all’ossido ed all’idrossido presenti nei vaccini inoculati nei topi, ad es, gli eserciti di cellule immunitarie specializzate si allertano, e nel giro di un giorno, tutta una serie di componenti del sistema immunitario s’attiva: neutrofili, eosinofili, monociti infiammatori, mieloidi e cellule dendritiche, richiamano i linfociti e secernano proteine cd citochine, che causano esse stesse danni collaterali ( ) trasmettendo segnali, indirizzando la comunicazione cellula-a-cellula e reclutando altre cellule all’azione
Quando la fase successiva dell’attacco viene avviata il fattore di crescita di fibroblasti, interferoni, interleuchine e delle piastrine, il fattore di crescita trasformante come quello di necrosi tumorale aumentano esponenzialmente!!
Ci sono prove ancora poco note a proposito degli inflammasomi, che sono complessi proteici oligomerici (attualmente rappresentano un tema di punta nella ricerca sulle casualità del cancro), come il recettore Nod-simile 3 (NLRP), attivati anch’essi dalle citochine, ma è ancora troppo presto per dire esattamente quale sia il loro ruolo
Un’importante recentissima ricerca dalla University of British Columbia ha messo in luce il fatto che l’alluminio utilizzato come adiuvante ( ) nei vaccini iniettati nei topi può alterare l’espressione dei geni associati con l’autoimmunità; in un recente studio pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”, gli immunologi della University of Colorado hanno divulgato che anche le cellule ospiti del DNA vengono reclutate nell’attacco all’alluminio, cellule ospiti che rapidamente aggiungono un rivestimento all’alluminio iniettato, innescando effetti di cui gli scienziati hanno appena scalfito la conoscenza
Riflessione conclusiva
[Se anche togliessero un giorno l'[A]lluminio come adiuvante, si è recentemente scoperto che qualsiasi vaccino il cui agente patogeno deriva da coltura in cellule fetali, anche sane, può • aggregarsi al genoma del ricevente *** m o d i f i c a n d o l o *** (ed innescando quindi future patologie autoimmuni)]