Prima di tentare di definire che cosa è l’“autismo”(così come viene oggi genericamente e superficialmente definito)occorre fare un passo indietro nel tempo di 75 anni. Nei lavori di Leo Kanner (1943), l’autismo propriamente detto viene definito come un disturbo della sfera affettiva. Kanner sostiene che le caratteristiche dell’autismo, sebbene simili alla schizofrenia, differiscano da essa in molti modi. In primo luogo, i bambini descritti da Kanner hanno mostrato i loro comportamenti fin dalla nascita e non attraverso un graduale cambiamento nel tempo come nei bambini schizofrenici. Secondo, dice che i bambini autistici non possono interagire con gli oggetti con un alto livello di intelligenza. In terzo luogo, Kanner ha detto che i comportamenti del bambino autistico sono governati da un potente desiderio di mantenere la stessa monotonia e solitudine. Dai due a cinque anni, a seconda del comportamento specifico in questione, i bambini autistici sotto l’osservazione di Kanner hanno cominciato a mostrare qualche miglioramento nelle loro interazioni con gli altri. Quarto, negli ultimi tre paragrafi di uno dei suoi lavori, Kanner osserva che l’ossessività e l’intelligenza sembravano essere presenti nel sottofondo familiare dei bambini. Alla fine di questa sezione, Kanner implicò i genitori come una causa potenziale per l’autismo, sostenendo che la maggior parte dei genitori dei bambini studiata non dimostrava un caldo affetto per i propri figli (quest’ultima sua ipotesi è stata successivamente ritrattata). Le ipotesi di Kanner relative alla carenza affettiva furono successivamente da lui stesso smentite. I criteri da lui utilizzati (razza, sesso, religione, censo sociale) per interpretare l’eziologia della sua definizione di “autismo” furono pertanto enormemente ridimensionati. Il “calore emotivo” dei genitori ha afflitto molti genitori di bambini autistici per decenni (mamme-frigorifero). Kanner in seguito ritrattò la sua posizione sulla relazione causale tra calore emotivo dei genitori e autismo in una prefazione ad un libro di Bernard Rimland del 1964 sull’autismo infantile: “La sindrome e le sue implicazioni per una teoria neurale del comportamento“. Nonostante il significato dato da Kanner all’autismo fosse stato privato da lui stesso delle implicazioni connesse con la socio-affettività familiare, gli studiosi di questi disturbi li trattano ancora oggi come “disturbi autistici di contatto affettivo” al fine di codificare il concetto di autismo come una malattia e non come un sintomo. I ricercatori, più tardi nel ventesimo e ventunesimo secolo, hanno testato la teoria(ma senza poterla dimostrare) che l’autismo ha la sua origine durante il primo sviluppo umano. Come è possibile osservare, nei suoi lavori, Kanner non fa nessun cenno alla sintomatologia che caratterizza l’”autismo” severo e cioè la disbiosi intestinale e i livelli anormali di numerosi parametri che fanno assomigliare la sindrome dello spettro autistico molto di più ad un quadro di encefalopatia su base neurotossica con le caratteristiche di una reazione autoimmune piuttosto che alla risultante di un disturbo di natura socio-affettiva oppure ad un’anomalia di natura genetica.
Questa la concezione dell’autismo “Kanneriano”. Ma quali connotati manifesta quella che oggi viene definita la “Sindrome dello Spettro Autistico“?
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Le Basi Genetiche dell'”Autismo” e l’Encefalopatia su Base Neurotossica.
Successivamente al 1998 (ma è possibile reperirne anche anteriormente) vengono prodotti da altri autori degli studi che confermano, senza ombra di dubbio, l’esistenza di una sindrome che interessa l’asse intestino-cervello (Gut-Brain Axis). I connotati salienti della regressione “autistica”, rilevati da numerosi autori, sono quelli di un’encefalopatia di natura neurotossica.
Nel lavoro del Dr Andrew J. Wakefield sottoriportato:
“…La patologia gastrointestinale primaria può svolgere un ruolo importante nell’insorgenza e nell’espressione clinica di alcuni disturbi dello sviluppo infantile, compreso l’autismo. Negli ultimi 4 anni, ho avuto il privilegio di lavorare con uno dei migliori team di gastroenterologia pediatrica del mondo, guidato da John Walker-Smith, su un’indagine innovativa e stimolante sulla patologia gastrointestinale nei bambini con autismo. Crediamo che questo lavoro fornirà nuove e importanti informazioni sulla patogenesi di questa condizione devastante. Sebbene le cause primarie dell’autismo possano essere diverse, è possibile trovare indizi sulla possibile origine della malattia nella storia e nelle indagini cliniche sui bambini affetti. Questo discorso si concentra sul significato dei sintomi gastrointestinali nei bambini autistici, in particolare, un sottogruppo di bambini per i quali il decorso clinico è caratterizzato da regressione dopo almeno 12-15 mesi di sviluppo normale…”
E poi aggiunge:
“…Oltre ai frequenti sintomi gastrointestinali, i bambini con autismo spesso manifestano complesse anomalie biochimiche, metaboliche e immunologiche che una causa genetica primaria non può facilmente spiegare. L’asse intestino-cervello è centrale per alcune encefalopatie di origine extracranica, essendo l’encefalopatia epatica la migliore caratterizzata. Alcuni elementi comuni tra le caratteristiche cliniche dell’encefalopatia epatica e un fenotipo autistico sempre più comune (regressione dello sviluppo in un bambino precedentemente normale accompagnato da patologia gastrointestinale immuno-mediata) hanno portato all’ipotesi che possa esistere un analogo meccanismo di encefalopatia tossica in pazienti con insufficienza epatica e alcuni bambini con autismo. Le aberrazioni nella biochimica degli oppioidi sono comuni a queste due condizioni e l’evidenza suggerisce che i peptidi oppioidi possono essere tra i mediatori centrali delle rispettive sindromi…”
I lavori del Dr. Andrew J. Wakefield in cui egli è coautore insieme ad altri esperti, nonché quelli prodotti da altri autori in date successive o precedenti al 1998, dannoampia conferma dell’esistenza della sindrome gastrointestinale e della sua elevatissima correlazione con i disturbi neurologici pervasivi da lui individuata con il lavoro che è stato “retracted” su “The Lancet”: “Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children”. In questo lavoro del Dr. Andrew J. Wakefield non viene ipotizzata alcuna correlazione tra i vaccini e l’insorgenza della sindrome dello spettro autistico.
Sindrome dello Spettro Autistico e Reazioni Autoimmuni.
Che la sindrome dello spettro autistico, nelle sue svariate sfumature, potesse rappresentare il quadro sintomatologico di una(o più di una)serie complessa di reazioni autoimmuni vi era già il sospetto nel 1998, quando il gastroenterologo Dr. Andrew Wakefield nel notissimo lavoro (retracted): “Ileal-lymphoid-nodular hyperplasia, non-specific colitis, and pervasive developmental disorder in children” osservò come in un gruppo di dodici bambini che non avevano mai avuto precedenti di malattie neurologiche e caratterizzati da uno sviluppo psico-fisico normale e nei tempi previsti per le età dei soggetti, nella fase successiva alla vaccinazione trivalente MMR (morbillo, parotite, rosolia) mostravano i segni di una degenerazione neurologica unita a delle gravi disfunzioni a livello gastrointestinale e all’alterazione di numerosi parametri immunologici.
Si noti bene: in questo studio non viene fatto alcun collegamento tra il vaccino MMR e l’autismo.
In altri studi successivi, il Dr. Andrew J. Wakefield evidenzia come:
“…il sistema immunitario innato non ha una capacità di memoria immunologica. Se esso risponde in modo errato la prima volta , in utero o nei primi mesi di vita, allora può dare luogo a risposte immunitarie inappropriate ogni qualvolta incontra fattori benigni come le proteine del cibo…È di cruciale importanza che il sistema immunitario risponda bene sin dall’inizio nei bambini. Questa educazione precoce del sistema innato ha un maggiore impatto rispetto alla regolazione del sistema adattato…”
E successivamente precisa:
“…Il sistema immune adattato corrisponde al missile a guida laser del sistema immunitario. Esso ha memoria e specificità. Se esso ha combattuto contro una determinata infezione in precedenza, ne conserva memoria, in modo tale che qualora dovesse affrontarla di nuovo possa rispondere rapidamente ed efficacemente. Cellule immuni specifiche ad ogni antigene. Disturbi associati ad un disordine del sistema adattato sono caratterizzati dall’infiltrazione nei tessuti bersaglio di linfociti (cellule B e T) ed il deposito di anticorpi nel tessuto dell’organo bersaglio sotto forma di immunocomplessi, come se il sistema immune desse una risposta contro se stesso…“
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“…Esiste una specifica infiammazione della mucosa associata con un eccesso di linfociti CD8+ nell’intestino di questi bambini, che dimostra l’evidenza di una risposta del sistema adattato. In più viene evidenziato il deposito di anticorpi IgG dal sangue di bambini affetti, nel tessuto riferito alla membrana baso-laterale delle cellule epiteliali (in questo caso nei villi dell’intestino crasso). Gli anticorpi IgG si depositano sul tessuto insieme alla proteina C1Q che fa parte del repertorio delle risposte immunitarie del corpo. Queste due cose, depositate insieme come un complesso immune, possono essere associate con un problemi a cellule e tessuti e sono indicativi di un possibile disturbo autoimmune nel tratto digerente. Alcuni studi hanno confermato la presenza di simili processi che possono realizzarsi lungo l’intestino di bambini affetti. Questa risposta sembra essere guidata da qualcosa di specifico…“
A che cosa intende riferirsi il Dr. Andrew J. Wakefield?
“…Nei bambini con autismo noi troviamo un agente differente, in questo caso, un virus.…”
In questo riferendosi al lavoro del Dr. Steve Walker del Wake Forest University Medical Center.
“…Nei bambini con autismo, le cellule immunitarie nel tratto digerente stanno producendo alti livelli di fattori alfa necrosi tumorali (TNF). Questo è un potente mediatore pro-infiammatorio. In contrasto, queste interleukine 10 (IL-10), che sono come l’aspirina del sistema immune, disattivano l’attivazione immune pro-infiammatoria. Nei bambini autistici, le IL-10 appaiono spente… Così, a conti fatti, quello che abbiamo è una nuova storia di disturbo intestinale. L’intero intestino può essere implicato, ed esiste un caratteristico modello con ghiandole linfatiche ingrossate ed infiammazione(risposta caratteristica linfoproliferativa, LNH, e cellule immunitarie infiltrate). Inoltre ci sono anticorpi IgG e depositi complementari(complessi immuni)che influenzano l’attivazione sia del sistema immune innato che di quello adattato…“
Astrociti di topo in coltura – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=45342606
Per comprendere meglio il ruolo delle citochine autoprodotte da un soggetto con sintomatologia gastrointestinale legata ad un quadro di encefalopatia di origine extracranica nella determinazione dell’infiammazione cerebrale, bisogna chiedersi prima di tutto cosa succede alle cellule della microglia quando vengono viene innescata la compromissione degli astrociti indotta dall’interleuchina IL-1β e dal fattore di necrosi tumorale TNFα. In questo studio viene evidenziato proprio questo: “Exposure to Inflammatory Cytokines IL-1β and TNFα Induces Compromise and Death of Astrocytes; Implications for Chronic Neuroinflammation.“Christa van Kralingen, Dan Ting Kho, Jessica Costa, Catherine Elizabeth Angel, E. Scott Graham. Published: December 19, 2013.
Gli astrociti hanno un ruolo fondamentale nel CNS umano per la salute e la malattia. Forniscono un supporto trofico ai neuroni e sono delle cellule immunitarie innate con ruoli chiave durante gli stati di infiammazione. Inoltre, hanno funzioni integrali associate al mantenimento dell’integrità della barriera emato-encefalica.
“…Here we reveal direct sensitivity to mediators of the inflammatory milieu. We highlight the power of xCELLigence technology for revealing the early progressive compromise of the astrocytes, which occurs 24-48 hours prior to substantive cell loss. Death induced by IL-1β or TNFα is relevant clinically as these two cytokines are produced by various peripheral tissues and by resident brain cells…”
“…Qui riveliamo la sensibilità diretta ai mediatori dell’ambiente infiammatorio. Sottolineiamo il potere della tecnologia xCELLigence per rivelare la prima compromissione progressiva degli astrociti, che si verifica 24-48 ore prima della perdita sostanziale delle cellule. La morte indotta da IL-1β o TNFa è clinicamente rilevante poiché queste due citochine sono prodotte da vari tessuti periferici e da cellule cerebrali residenti…”
I vaccini come possono indurre il danno chiamato “encefalopatia immuno-mediata”?
Ecco una bibliografia riguardante il tema delle vaccinazioni come causa di una risposta immunitaria eccessiva che può portare a encefalopatia:
Shoenfeld, Y., Aron-Maor, A. (2000). “Vaccination and autoimmunity-‘vaccinosis’: a dangerous liaison?” Journal of Autoimmunity, 14(1), 1-10.
Questo articolo esamina la relazione tra le vaccinazioni e le reazioni autoimmuni, inclusa l’encefalopatia.
Vadalà, M., Poddighe, D., Laurino, C., & Palmieri, B. (2017). “Vaccination and autoimmune diseases: is prevention of adverse health effects on the horizon?” EPMA Journal, 8(3), 295-311.
Una revisione delle prove che collegano le vaccinazioni alle malattie autoimmuni, con discussioni su casi di encefalopatia.
Levine, S. A. (2014). “Vaccine-associated encephalopathy in children.” Clinical Pediatrics, 53(3), 219-222.
Studio clinico che documenta i casi di encefalopatia nei bambini associati alla vaccinazione.
Pryse-Phillips, W. (1986). “Post-vaccination encephalopathy and cerebellar ataxia.” Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry, 49(2), 207-209.
Discussione su casi di encefalopatia e atassia cerebellare seguiti a vaccinazioni.
Eickhoff, T. C., & Myers, M. (2002). “Workshop summary: Understanding vaccine safety—thimerosal, immune dysfunction, and the nervous system.” Pediatrics, 109(6), 1175-1179.
Un riassunto dei workshop che esplorano la sicurezza dei vaccini e i possibili meccanismi che possono portare a disfunzioni immunitarie e danni neurologici.
Rinaldi, M., Perricone, R., Blank, M., Perricone, C., & Shoenfeld, Y. (2014). “Inflammatory brain disorders and autoimmunity.” Immunologic Research, 60(2-3), 243-253.
Una revisione delle disfunzioni cerebrali infiammatorie e della loro relazione con l’autoimmunità, inclusi i casi indotti da vaccino.
Vadalà, M., Poddighe, D., Laurino, C., & Palmieri, B. (2017). “Vaccination and autoimmune diseases: is prevention of adverse health effects on the horizon?” EPMA Journal, 8(3), 295-311.
Esamina la correlazione tra vaccinazioni e malattie autoimmuni, comprese le manifestazioni neurologiche come l’encefalopatia.
Queste risorse offrono una panoramica delle ricerche e delle discussioni scientifiche sulla possibilità che le vaccinazioni possano innescare risposte immunitarie eccessive, portando a condizioni come l’encefalopatia.
Conferme Accademiche dell’esistenza di anomalie sull’asse intestino-cervello nei soggetti portatori di spettro autistico.
Numerosi studi anteriori e posteriori a quello del Dottor. A.J. Wakefield, mettono in luce l’esistenza di un denominatore comune tra l’infiammazione gastro-enterica e quella cerebrale nei soggetti portatori dei disturbi dello spettro autistico. Qui è possibile scaricare la bibliografiain oggetto(soggetta a continui aggiornamenti in funzione dei materiali che ci perverranno).
[Aggiornamento del 24 Settembre 2017] – Gli adiuvanti a base di Alluminio largamente impiegati nella realizzazione di tutti i vaccini per uso pediatrico sono al centro dell’attenzione da parte di numerosi ricercatori e clinici di esperienza trentennale nel campo delle patologie autoimmuni indotte dai vaccini. I riscontri sulla tossicità dell’Alluminio nei vaccini sono ormai un fatto scontato. In questa ricerca viene evidenziata l’importanza di eliminare o, quantomeno, di ridurre la presenza di questo adiuvante. Vediamo il perché.
Nella tabella 4.1 vengono evidenziate le patologie demielinizzanti come la sclerosi multipla, indotta dai vaccini antiepatite di tipo A (HAV) e di tipo B (HBV), nonché dal vaccino antipapilloma virus (HPV); la Encefalomielite Acuta Disseminata (ADEM) indotta dal vaccino antiepatite di tipo B (HBV), nonché dal vaccino antipapilloma virus (HPV); la Sindrome di Guillain Barré, indotta dal vaccino antiepatite di tipo B (HBV), nonché dalvaccino antipapilloma virus (HPV); la Mielite Trasversa, indotta dal vaccino antiepatite di tipo B (HBV), nonché dal vaccino Difterite-Pertosse-Tetano; la Neuromielite ottica/Neurite ottica, indotte dai vaccini antiepatite di tipo A (HAV) e di tipo B (HBV), dal vaccino antipapilloma virus (HPV) nonché dal vaccino Difterite-Pertosse-Tetano, dal vaccino antipapilloma virus (HPV) e dal tossoide tetanico, la Leucoencefalite demielinizzante, indotta dal vaccino antiepatite di tipo B (HBV). Nella colonna di destra sono riportati i riferimenti bibliografici.
Patologie indotte dagli Adiuvanti Vaccinali
…..L’iperattivazione prolungata del sistema immunitario e l’infiammazione cronica innescata da una ripetuta esposizione e inaspettatamente lunga persistenza degli Alluminio-adiuvanti nel corpo umano (fino a 11 anni dopo la vaccinazione: Gherardi et al, 2001;. Ryan et al., 2006; Shivane et al., 2012) si pensa essere alla base dei principali fattori di tossicità di questi composti. Una delle ragioni di questa lunga ritenzione degli Alluminio-adiuvanti nei compartimenti corporei, tra cui la circolazione sistemica, è più probabile la sua stretta associazione con l’antigene vaccinico o con gli eccipienti di altri vaccini (cioè DNA contaminante). Anche il tipo di dieta ha mostrato che l’Alluminio ha la tendenza ad accumularsi nel sistema nervoso centrale nel corso del tempo, producendo esiti di tipo Alzheimer nella sperimentazione su animali alimentati con quantità equivalenti di Al analoga a quella che gli esseri umani consumano attraverso una tipica dieta occidentale (Walton, 2007; Walton e Wang, 2009). La lunga ritenzione degli adiuvanti di Alluminio è stata identificata per la prima volta, e da allora è stata ampiamente studiata, in pazienti portatori di miofascite macrofagica (MMF)….
“……La MMF è una condizione caratterizzata da elevate alterazioni miopatologiche specifiche a livello del deltoide; la biopsia muscolare è stata la prima a riconoscerne le caratteristiche nel 1998, risultato conseguenza dell’accumulo a lungo termine di nanoparticelle Alluminio-derivate all’interno dei macrofagi nel sito delle precedenti iniezioni di vaccino (Gherardi et al, 1998., 2001; Couette et al., 2009; Passeri et al., 2011). I pazienti con diagnosi di MMF sono principalmente di sesso femminile (70%) e di mezza età al momento della biopsia (mediana 45 anni), e di aver ricevuto da 1 a 17 iniezioni intramuscolari (i.m.) di vaccini contenenti Alluminio-adiuvanti(media 5.3) nei 10 anni precedenti al rilevamento della MMF(Gherardi e Authier, 2012)……”
“…Così, una percentuale di nanoparticelle di Alluminio sfuggono dall’iniettato intramuscolare (soprattutto all’interno delle cellule del sistema immunitario), viaggiano verso i linfonodi drenanti regionali, ed escono dal sistema linfatico per raggiungere il flusso sanguigno, eventualmente accedendo ad organi distanti, compresi la milza e il cervello, dove i depositi di Alluminio possono ancora essere rilevati a distanza di 1 anno dall’iniezione. Inoltre, il meccanismo di “cavallo di Troia” con il quale l’Alluminio viene caricato nei macrofagi, entra nel cervello e, nel suo lento accumularsi a causa della mancanza di ricircolo, è probabilmente responsabile della miriade di deficit cognitivi. I deficit cognitivi associati con la somministrazione di vaccini contenenti Alluminio-adiuvanti sono stati osservati nei pazienti MMF (Passeri et al., 2011)…”
“….Secondo Khan et al. (2013), dosi crescenti e continuate di Alluminio-adiuvanti scarsamente biodegradabili possono diventare “insidiosamente pericolose”, soprattutto nei casi di vaccinazioni ripetitive e ravvicinate(altrimenti conosciuti come “vaccine rechallenge“) e nei casi di soggetti con un’immatura /alterata barriera ematoencefalica, come quelli molto giovani oppure di coloro che hanno sofferto di precedenti lesioni cerebrali. In questo contesto, l’ultima ricerca di Lujan et al. (2013), ha descritto una grave sindrome neurodegenerativa sindrome nelle pecore da allevamento, legata all’inoculazione ripetitiva di vaccini contenenti Alluminio, è degna di nota. In particolare, la “Sindrome ASIA della pecora” imita in molti aspetti quelli neurologici riscontrati negli esseri umani circa le malattie legate agli Alluminio-adiuvanti (Lujan et al., 2013)….”
“Answers to Common Misconceptions Regarding the Toxicity of Aluminum Adjuvants in Vaccines” di Lucija Tomljenovic e Christopher A. Shaw.
Aggiornamento del 24 Settembre 2017 – [Special Thanks to Flavia Apenji]Top
Crépeaux G, Eidi H, David MO, Baba-Amer Y, Tzavara E, Giros B, Authier FJ, Exley C, Shaw CA, Cadusseau J, Gherardi RK. –Toxicology. 2017 Jan 15;375:48-57. doi: 10.1016/j.tox.2016.11.018. Epub 2016 Nov 28.”Non-linear dose-response of aluminium hydroxide adjuvant particles: Selective low dose neurotoxicity.” Toxicology 375 (2017): 48-57. “The present study aimed at evaluating mouse brain function and Al concentration 180 days after injection of various doses of Alhydrogel1 (200, 400 and 800 mg Al/kg of body weight) in the tibialis anterior muscle in adult female CD1 mice. Cognitive and motor performances were assessed by 8 validated tests, microglial activation by Iba-1 immunohistochemistry, and Al level by graphite furnace atomic absorption spectroscopy.
Neurotossicità selettiva dell’idrogel di Alluminio a basse dosi: la neurotossicità si è dimostrata indipendente [non-lineare] dalla dose di idrogel di Alluminio somministrata.
Crépeaux G, Eidi H, David MO, Tzavara E, Giros B, Exley C, Curmi PA, Shaw CA, Gherardi RK, Cadusseau J. – J Inorg Biochem. 2015 Nov;152:199-205. doi: 10.1016/j.jinorgbio.2015.07.004. Epub 2015 Jul 22.”Highly delayed systemic translocation of aluminum-based adjuvant in CD1 mice following intramuscular injections.” Journal of inorganic biochemistry 152 (2015): 199-205. “Results showed for the first time a strikingly delayed systemic translocation of adjuvant particles. Alum-induced granuloma remained for a very long time in the injected muscle despite progressive shrinkage from day 45 to day 270.”
[N.B.: I risultati hanno mostrato per la prima volta una traslocazione sistemica particolarmente ritardata di particelle adiuvanti. Il granuloma indotto dall’alluminio è rimasto per molto tempo nel muscolo iniettato nonostante il ritiro progressivo dal giorno 45° al 270 ° giorno]
Concomitantly, a markedly delayed translocation of alum to the draining lymph nodes, major at day 270 endpoint, was observed. ..unexpectedly delayed diffusion of the adjuvant in lymph nodes and spleen..
[N.B.: Di conseguenza, è consigliabile interrompere l’uso di sali di alluminio nelle vaccinazioni e che gli adulti dovrebbero adottare misure per ridurre al minimo l’esposizione all’alluminio ambientale.]
Front Neurol. 2015; 6: 4. – Published online 2015 Feb 5. doi: 10.3389/fneur.2015.00004 – PMCID: PMC4318414 – “Biopersistence and Brain Translocation of Aluminum Adjuvants of Vaccines” Romain Kroum Gherardi,* Housam Eidi, Guillemette Crépeaux, François Jerome Authier, and Josette Cadusseau. Citaz. in merito al comportamento dell’Alluminio quando viene incluso all’interno dei macrofagi: “Successful compartmentalization of particles within double membrane autophagosomes and subsequent fusion with repaired and re-acidified lysosomes will expose alum to lysosomal acidic pH, the sole factor that can solubilize alum particles.”
[N.B.: La compartimentazione delle particelle all’interno della doppia membrana degli autofagosomi e la successiva fusione con i lisosomi riparati e re-acidificati, esporranno l’alluminio al pH acido lisosomiale, il solo fattore che può solubilizzare le particelle di alluminio.]
Aggiornamento del 15 Ottobre 2017 – Top
La mielite trasversa è un’infiammazione acuta della corda spinale causata da un’importante aggressione da parte delle neurotossine vaccinali che violano il cervello e il tronco encefalico con conseguente mirata demielinizzazione e infiammazione. In questo studio del 2009, condotto attraverso una sistematica rassegna sui materiali pubblicati su PubMed, EMBASE e DynaMed per tutte le ricerche in lingua inglese pubblicate fra il 1970 e il 2009, sono stati scoperti ben 37 casi riportati di mielite trasversa associata con differenti vaccini. Fra questi , il vaccino antipatite B, il vaccino morbillo-parotite-rosolia, il vaccino difterite-tetano pertosse ed altri somministrati a neonati, bambini e adulti. In molti di questi casi segnalati l’associazione temporale era compresa fra alcuni giorni e i tre mesi. Nel 2009, gli autori di questa pubblicazione [Agmon-Levin N, Kivity S, Szyper-Kravitz M, Shoenfeld Y.] scrivevano:
“…Sebbene i vaccini abbiano un importante contributo alla salute pubblica nell’era moderna, in rari casi possono essere associati a fenomeni autoimmuni come la mielite trasversa. Le associazioni di diversi vaccini con un solo fenomeno autoimmune alludono all’idea che un comune denominatore di questi vaccini, come un adiuvante, potrebbe innescare questa sindrome…”
A quei tempi, questi autori non avevano ancora delineato le caratteristiche della Sindrome ASIA da adiuvanti e, in particolare, da quelli su base Alluminio contenuti ancora oggi in molti vaccini per uso pediatrico e adulto. Già allora avevano visto nella giusta direzione. Di seguito, lo studio in multi-analisi:
Biopersistence and brain translocation of aluminum adjuvants of vaccines.Kroum Gherardi, Housam Eidi, Guillemette Crépeaux, François Jerome Authier and Josette Cadusseau – Faculté de Médecine and Faculté des Sciences et Technologie, INSERM U955 Team 10, Université Paris Est-Créteil, Créteil, France.
Complessivamente, queste osservazioni possono spiegare il perché la stimolazione periferica del sistema immunitario, mediante le frazioni batteriche e virali veicolate attraverso i vaccini, durante lo sviluppo precoce in modelli animali sia sufficiente per causare una varietà di esiti avversi sullo sviluppo, tra cui anomalie immunitarie a lungo termine, così come i sintomi sorprendentemente simili ai disturbi dello spettro autistico (ASD) [90-98]. Nonostante queste prove, le vaccinazioni che sono chiaramente degli “analoghi” naturali (vedi gli esempi citati di stimolazione del sistema immunitario periferico), vengono regolarmente destituite come una causa plausibile del crescente numero di alterazioni dello sviluppo neurologico e immunitario nei bambini.
Inoltre, i vaccini contengono una serie di sostanze tossiche conosciute, che possono agire come distruttori endocrini (mercurio, alluminio, polisorbato 80, rosso fenolo, fenossietanolo, formaldeide, MSG, vari antimicrobici, componenti cellulari di tessuti di scimmia, vitello, cellule e tessuti di feti abortiti, contaminanti come DNA ricombinante, agenti patogeni infettivi host-tessuto, ecc).
…Un ulteriore offuscamento del tasso effettivo di gravi disturbi neurologici associati alle vaccinazioni può anche essere dovuto all’inadeguatezza metodologica degli studi vaccinali esistenti (ad esempio, la frequente esclusione deli soggetti con suscettibilità alle reazioni avverse associate al vaccino) [12] potenziale preesistente, e a causa del fatto che la maggior parte di questi processi utilizzano un adiuvante contenente alluminio… [45]. Che l’alluminio possieda una neurotossicità è un fatto conosciuto da oltre 100 anni [46] e, in questo contesto, sta diventando chiaro a un certo numero di ricercatori che il suo uso come controllo con placebo è scientificamente insostenibile [45,47]….
Antigeni Combinati e Danni al Sistema Immunitario
Nonostante il peso esercitato da tali componenti dei vaccini potenzialmente tossici, tale evidenza è spesso rifiutata solo perché sono presenti solo in tracce [99.100], è importante notare che sono documentatissimi gli effetti a lungo termine delle influenze negative sui modelli animali…
(*) Lucija Tomljenovic, PhD Neural Dynamics Research Group, Dept. of Ophthalmology and Visual Sciences University of British Columbia.
La relazione in oggetto della Dott.ssa Lucija Tomljenovic è scaricabile da qui:
Riportiamo anche l’imponente bibliografia peer-reviewed della stessa autrice e di altri autori con i quali è co-autrice online sulla “US National Library of Medicine National Institutes of Health”: