Autoimmunità e Produzione di Auto-anticorpi

Attraverso l’iniezione nel torrente circolatorio di antigeni e di altri componenti vaccinali, si aggira la risposta immunitaria cellulo-mediata cioè quella, per intenderci, che si attiva quando un qualsiasi patogeno entra nel corpo umano attraverso le vie “canoniche” (mucose) in cui esiste un sistema immunitario “locale” perfettamente integrato con quello “sistemico”. Ciò non permette al sistema immunitario di produrre una risposta specifica (formazione di anticorpi) e mirata al vero patogeno. È l’inizio dell’innesco dell’autoimmunità.

Che cosa stiamo facendo? Stiamo letteralmente iniettando degli antigeni uniti ad adiuvanti negli esseri umani per stimolare “una” risposta immunitaria (quale?) e “una” produzione di anticorpi (quali?) in nome di quale strategia preventiva?

Dall’avvento delle vaccinazioni di massa è cresciuto il numero della persone che presentano costantemente una risposta immunitaria abnorme.

Sarebbe sufficiente un monitoraggio post vaccinale su larghissima scala per verificarlo. Eppure non interessa a nessuno.

 

 

L'inizio dell'autoimmunità
L’inizio dell’autoimmunità

 

C’è molta differenza tra ciò che accade normalmente in un contesto di risposta immunitaria cellulo-mediata e ciò che accade quando si tenta di provocarla artificialmente nel tentativo di eludere la risposta medesima.

Si aggiunga inoltre che:

quando gli anticorpi intervengono per riconoscere e distruggere i tessuti/organi stessi del corpo a cui appartengono (autoimmunità) fagocitandoli, li portano inevitabilmente nel circolo sanguigno insieme ai loro residui di DNA. Ciò induce il sistema immunitario a produrre ulteriori anticorpi che vengono indirizzati a colpire ulteriormente i tessuti e/o gli organi oggetto dell’attacco primario in un ciclo reiterato.

Quindi, assistiamo ad un circolo vizioso di distruzione dei tessuti mediata da anticorpi, la cui conseguenza è un aumento del DNA cellulare nel sangue, innescando un aumento della produzione anticorpale , quindi una maggiore distruzione tissutale, e così via.

A causa di questo ciclo, le malattie autoimmuni non sono di solito auto-compensative. La via farmacologica tenta di arginare i sintomi, spesso fallendo, ma non interviene all’origine.
Ecco “uno” dei perché i vaccini non servono a niente se non per indurre anche numerose patologie autoimmuni.

Patologie Autoimmuni: il Terreno è Tutto

Il terreno (o suolo), inteso secondo il suo significato più ampio, è fondamentale nel determinare lo “stato di salute” di un ecosistema complesso quale quello costituito dalle molteplici e intricate relazioni fra substrato organico-minerale, forme di vita di vario ordine e natura, fattori abiotici (acqua, atmosfera, suolo).

In termini più “terra-terra”, un ecosistema complesso dotato di resilienza, omeòstasi e di biodiversità, è in grado di rispondere meglio alle sollecitazioni ambientali di varia natura ed entità.

Immaginate un prato naturale in cui vengano distrutti gli strati più superficiali di suolo costituiti da numerose e diverse specie di erbe e da una miriade di organismi e di microorganismi molto attivi nel mantenere un flusso in costante trasformazione di energia e di materia: piano piano, si aprono nel terreno delle ferite profonde che porteranno all’erosione e alla distruzione del microbiota (e del relativo microbioma) di quel terreno.

Verranno progressivamente alterate le strutture fisiche, chimiche, biologiche che avevano portato quel terreno ad evolversi fino all’innesco di processi di disfacimento strutturale e funzionale dell’originario ecosistema. Tutto il tratto gastro-intestinale è il nostro personale “terreno” che ci accompagna da tempo immemorabile ed è esattamente paragonabile all’ecosistema-prato naturale.

Se osservassimo al microscopio qualche grammo di terreno organico, lo vedremmo costellato da numerosissime forme di vita molto attive, esseri cellulari e pluricellulari al cui interno è possibile osservare un citoplasma che ricorda la consistenza della gelatina.

Analogamente, le cellule che costituiscono i tessuti del tratto gastroenterico – come i microorganismi che lo popolano – sono caratterizzate da un citoplasma dalla consistenza “gelatinosa”.

Quando una cellula è sana possiede questa caratteristica. I villi e i microvilli intestinali lo stesso. Se queste forme di vita, così come le nostre principali strutture di intercettazione e di assorbimento (villi e microvilli) a livello intestinale (e non solo) non potessero svolgere queste funzioni, si interromperebbero tutti quei processi di scambio nutrizionale e di detossificazione fondamentali per il mantenimento dell’omeòstasi.

Il gel intracellulare è costituito da proteine “strutturate” nell’acqua e capaci di trattenere e deviare le molecole tossiche eventualmente assorbite dai villi e dai microvilli.

Le cellule affiancate con villi e microvilli intestinali sani intercettano le tossine e le grandi molecole impedendone l’accesso diretto al flusso sanguigno.

Quando la struttura e l’integrità del citoplasma sono compromesse, le cellule si raggrinziscono, perdono la connessione reciproca parete-parete e si formano dei vuoti fra una cellula e l’altra. Attraverso queste lacune, riescono a transitare quelle macromolecole proteiche che non dovrebbero mai entrare nel flusso sanguigno.

Una volta nel sangue, il sistema immunitario deve poter neutralizzare queste macromolecole ​​mediante la produzione di anticorpi. Questi anticorpi, spessissimo, interagiscono con i tessuti del corpo che li ha prodotti (cross-reattività) e sarà l’inizio di una malattia autoimmune.

In altre parole, il denominatore comune della malattia autoimmune può essere individuato proprio nell’intestino “che perde” (leaking gut) o permeabile (sindrome dell’intestino permeabile). E la causa dell’intestino permeabile è la perdita della turgidità delle sue cellule a causa della formazione di un gel tossico al loro interno, incapace di svolgere la sua primordiale funzione.