La ricerca è difficile da ignorare, i vaccini possono scatenare autoimmunità con una lunga lista di patologie. Con i metalli nocivi e tossici come componenti dei vaccini, chi è suscettibile e quali individui sono più a rischio?
Questo è ciò che si è domandato negli ultimi anni di ricerca il noto e stimato Prof. Dr. e ricercatore israeliano Yehuda Shoenfeld, che ha trascorso più di tre decenni a studiare il sistema immunitario umano. Egli è al vertice della sua professione e rappresenta più il cardine che il margine nella sua specialità; ha scritto libri di testo la cui lista ne contiene 25 fra i quali «The Mosaic of Autoimmunity, Autoantibodies, Diagnostic Criteria in AutoimmuneDiseases, Infection and Autoimmunity, Cancer and Autoimmunity» ed il recentissimo «Vaccines & Autoimmunity», ed alcuni di questi sono pietre miliari della pratica clinica. Non sorprende affatto che Shoenfeld sia quindi stato definito “il padre dell’autoimmunologia”
Egli ha potuto constatare tramite studi scientifici che quasi tutti i tipi di vaccini sono stati segnalati per essere associati con la comparsa di patologie cosiddette ASIA –in inglese Autoimmune/inflammatory Syndrome Induced by Adjuvants ed in italiano Sindrome autoimmune/infiammatoria indotta dagli adiuvanti (conosciuta anche come sindrome di Shoenfeld)- che è stata ufficializzata per la prima volta soltanto quattro anni fa ( ): si tratta di un termine generico per un insieme di sintomi simili, tra cui la sindrome da affaticamento cronico, risultanti dopo l’esposizione ad un adiuvante -agenti ambientali compresi i comuni componenti dei vaccini che stimolano il sistema immunitario
In particolare l’alluminio in quanto metallo utilizzato nei vaccini, può innescare una reazione a catena del sistema immunitario nei soggetti sensibili e può portare a patologie autoimmuni conclamate!!
ALLUMINIO COME ADIUVANTE
L’alluminio venne aggiunto ai vaccini nel 1926, quando Alexander Glenny e colleghi notarono che avrebbe prodotto migliori risposte anticorpali nei vaccini rispetto al solo antigene, poiché induceva quello che venne definito un “effetto depot”: rilascio dell’antigene più lento ed aumento della risposta immunitaria. Per più di 60 anni questa teoria è stata accettata come dogma, ed al contempo la pianificazione vaccinale è cresciuta decennio dopo decennio, ma pochi si son davvero interrogati sugli effetti dell’iniettare alluminio nel corpo, e ciò è strano considerando la nota tossicità
Una ricerca effettuata su PubMed in merito ad alluminio e “tossicità” ha fornito 4,258 risultati. La sua neurotossicità è ben documentata: colpisce memoria, cognizione e controllo psicomotorio, danneggia la barriera ematoencefalica, attiva l’infiammazione del cervello, deprime la funzione mitocondriale e moltissime ricerche suggeriscono che svolga un ruolo chiave nella formazione delle placche amiloidi e dei grovigli nel cervello dei malati di Alzheimer. È implicato nella Sclerosi Laterale Amiotrofica e nell’autismo ( ) ed ha dimostrato di indurre allergia ( )
Quando alcuni pazienti vennero sottoposti a dialisi renale ( ) seppur accidentalmente “contaminata da particelle d’alluminio”, si verificò la cosiddetta “encefalopatia da dialisi-indotta” (DAE) con conseguente sviluppo di una serie di sintomi neurologici: anomalie del linguaggio, tremori, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione e cambiamenti comportamentali
Molti dei pazienti alla fine sono andati in coma e sono morti
I più fortunati sono sopravvissuti e quando la fonte di tossicità, l’alluminio, è stata eliminata dalla loro dialisi, i pazienti hanno recuperato rapidamente
Con queste nuove osservazioni ( ), i ricercatori hanno iniziato a studiare gli effetti dell’alluminio come adiuvante impiegato nei vaccini, e negli ultimi dieci anni c’è stato un notevole incremento nella ricerca
Ben lungi dall’essere come una piccola sfera che contiene l’antigene per un po’ per poi esser espulsa, si è scoperto che i sali di alluminio innescano una tempesta difensiva del sistema immunitario: poche ore dopo l’iniezione dello stesso alluminio legato all’ossido ed all’idrossido presenti nei vaccini inoculati nei topi, ad es, gli eserciti di cellule immunitarie specializzate si allertano, e nel giro di un giorno, tutta una serie di componenti del sistema immunitario s’attiva: neutrofili, eosinofili, monociti infiammatori, mieloidi e cellule dendritiche, richiamano i linfociti e secernano proteine cd citochine, che causano esse stesse danni collaterali ( ) trasmettendo segnali, indirizzando la comunicazione cellula-a-cellula e reclutando altre cellule all’azione
Quando la fase successiva dell’attacco viene avviata il fattore di crescita di fibroblasti, interferoni, interleuchine e delle piastrine, il fattore di crescita trasformante come quello di necrosi tumorale aumentano esponenzialmente!!
Ci sono prove ancora poco note a proposito degli inflammasomi, che sono complessi proteici oligomerici (attualmente rappresentano un tema di punta nella ricerca sulle casualità del cancro), come il recettore Nod-simile 3 (NLRP), attivati anch’essi dalle citochine, ma è ancora troppo presto per dire esattamente quale sia il loro ruolo
Un’importante recentissima ricerca dalla University of British Columbia ha messo in luce il fatto che l’alluminio utilizzato come adiuvante ( ) nei vaccini iniettati nei topi può alterare l’espressione dei geni associati con l’autoimmunità; in un recente studio pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”, gli immunologi della University of Colorado hanno divulgato che anche le cellule ospiti del DNA vengono reclutate nell’attacco all’alluminio, cellule ospiti che rapidamente aggiungono un rivestimento all’alluminio iniettato, innescando effetti di cui gli scienziati hanno appena scalfito la conoscenza
Riflessione conclusiva
[Se anche togliessero un giorno l'[A]lluminio come adiuvante, si è recentemente scoperto che qualsiasi vaccino il cui agente patogeno deriva da coltura in cellule fetali, anche sane, può
• aggregarsi al genoma del ricevente *** m o d i f i c a n d o l o *** (ed innescando quindi future patologie autoimmuni)]
Non solo Shoenfeld , ASIA è studiata da molti reparti universitari di immunopatologia nel mondo.Sarà davvero difficile fermare questa ricerca che metterà in grossa difficoltà la produzione e la somministrazioni di così tanti vaccini in bambini piccoli.
Grazie Dr. Tonarelli per aver espresso la sua opinione
Il ricercatore prof. Dr. Yehuda Shoenfeld ha difatti il merito di aver dato finalmente una definizione certa alle patologie appunto autoimmuni, che prima venivano cercate di far passare soprattutto come d’origine psicosomatica (vedesi ad es. la sindrome da stanchezza cronica… )
In realtà, la ricerca sulle patologie autoimmuni che si palesavano sulle cavie e sull’iperimmunizzazione già c’era negli anni ’60 negli USA, evidentemente era scomoda per le industrie farmaceutiche ed è stata “relegata nell’angolino”, ossia ostacolata oppure tacitata. Ecco, speriamo che ora vi sia un’evoluzione differente della situazione
Il lavoro del Prof. Yehuda Shoenfeld è magistrale anche perché nel testo in oggetto sono coinvolti numerosi ricercatori clinici di diverse parti del mondo (fra i quali anche alcuni italiani) che stanno monitorando la correlazione fra gli adiuvanti presenti nella totalità dei vaccini e lo sviluppo di reazioni autoimmuni di varia natura ed entità. Pur non dichiarandosi contrario alla pratica vaccinale, Yehuda Shoenfeld sottolinea come le case farmaceutiche devono risolvere al più presto il problema – gravissimo – legato alla pericolosità degli adiuvanti presenti nei vaccini. I “casi di studio” riportati nel testo citato sono numerosi e dovrebbero trovare spazio nell’indagine scientifica anche in Italia, uno dei pochissimi Paesi rimasti in cui la classe politica intende imporre a tutti i costi la coattività vaccinale in tutte le sue forme; uno dei pochi Paesi in cui l’informazione pro-vaccinale a senso unico sta producendo danni il cui conteggio non è stato ancora valutato; un Paese in cui il sistema di vaccino-vigilanza è inesistente e in cui sedicenti ricercatori immunologi, cavalcando l’onda del successo televisivo, promuovono i propri prodotti vaccinali in nome del profitto più spietato…
Grazie Davide per il commento preciso e puntuale, spero non ti dispiaccia se lo prendo in prestito, specificando che è una citazione.
Ciao Pino D., grazie per il tuo apprezzamento. Fammi conoscere, per favore, il contesto in cui mi hai citato… 😉
Salve, sapete dirmi se ci sono studi che collegano il vaccino contro l’epatite b alla celiachia?
Grazie
Al momento attuale non vi sono studi che attribuiscano la manifestazione della malattia celiaca alla somministrazione del vaccino antiepatite B. Esistono invece conferme circa l’insorgenza della celiachia post vaccino antipapilloma virus (HPV). È nota inoltre la non responsività dei celiaci verso la somministrazione del vaccino antiepatite B.
A mia figlia e stata diagnosticata la fibromialgia x avere gli ana alti. Ho scritto al dott Trovato Giuseppe ed ho fatto ulteriori accertamenti. E venuto fuori che ha contratto la mononucleosi senza rendersene conto. Prima che il livello torni normale ci vogliono un paio di mesi e che ormai non è più da curare. Questo lo scrive la reumatologa confermando cmq la fibromialgia da curare con flexiban cy balta . Io non mi capacito è non so è chi rivolgermi. Ho mandato al dott. Trovato esami ma non mi risponde. Noi siamo di Genova. Mia figlia ha male alle gambe il male non la fa dormire nervosismo apatia. Ditemi qualcosa.
Nessuno dei consulenti da lei interpellati ha investigato sulle possibili cause di questa fibromialgia? Quanti anni ha sua figlia? Da quanto tempo mostra questi sintomi? Ha seguito tutto il programma vaccinale (obbligatori e facoltativi)? Quando (e quali) ha fatto i vaccini più recenti? Può associare le più recenti somministrazioni vaccinali con la comparsa dei sintomi? Quando le si è manifestata questa (presunta) fibromialgia?
Da poco mi è stato diagnosticato il morbo di chron…. può questa malattia autoimmune essere originata dalla pratica vaccinale?
Grazie per la competenza ed il coaraggio della vostra divulgazione.
Non indica qual è la sua età e i vaccini che ha fatto fino al momento in cui ha avuto le prime manifestazioni del morbo di Chron. Alcuni ricercatori, in passato, si sono chiesti se l’infezione da morbillo e la vaccinazione per esso avessero una relazione di causalità ma sono giunti ad un nulla di fatto (per loro, nessuna relazione). Su questo, tuttavia, a distanza di anni da quello studio (1998) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1113286/, i dubbi permangono ma nessuno ha più avuto il coraggio di continuare il filone di ricerca… Causalità o intenzionalità?
Quali vaccini è meglio evitare ad una persona con familiarità per il lupus, les? Ci sono dei rischi , delle dvudebze scientifiche?
Grazie
Bisogna evitare tutti i vaccini e, a maggior ragione, quelli recenti a mRNA. Le evidenze scientifiche si possono leggere nelle migliaia e migliaia di studi clinici in cui vengono evidenziati i danni conseguenti ai vaccini pediatrici e per adulti. Per quanto riguarda i vaccini a mRNA, esiste un rischio immediato peraltro molto evidente dal numero di morti e danneggiati visibile nel database EMA e un rischio potenziale che è tuttaltro che trascurabile. La invito a leggere: http://autoimmunityreactions.org/wp/2021/02/05/vaccini-mrna/
Non esiste un catalogo delle controindicazioni e i produttori e i medici si guarderebbero bene dal farlo. In questo sono “esperti” del niente. I vaccini devono essere evitati TUTTI.